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I Solisti Veneti – VENETO FESTIVAL 2023 – 53.mo Festival Internazionale G. Tartini

DiRedazione

Mag 11, 2023

Dal 1970 il Veneto Festival (Festival Internazionale Giuseppe Tartini) si svolge durante la stagione estiva nei luoghi artisticamente più interessanti del Veneto e delle Regioni limitrofe, come i teatri, le ville storiche e le chiese monumentali. Da 53 anni si conferma come uno dei più importanti appuntamenti della vita musicale veneta.

Di grande rilevanza artistica e culturale, anche grazie alla fitta trama di relazioni che lo collegano con vari festival nazionale ed europei, il Veneto Festival vanta una cospicua presenza di artisti di fama mondiale, invitati per conferire ampiezza e splendore a ogni singolo concerto, con esiti che, anche sotto il profilo spettacolare, l’hanno inscritto fra i più prestigiosi e qualificati Festival internazionali d’Europa.

Lo caratterizza il suo sottotitolo “Musica, arte e architettura” che I Solisti Veneti, diretti da Giuliano Carella, seguono come un comandamento, secondo lo storico principio veneto dell’unità delle arti.

Si uniscono anche quest’anno, infatti, un repertorio di musica veneta -arricchito da compositori europei che ad essa si sono ispirati- a luoghi di enorme interesse storico, artistico e architettonico come la Sala dei Giganti al Liviano e la Scuola della Carità di Padova, le palladiane Villa di Maser e Villa Pisani Bonetti di Bagnolo di Lonigo, Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia, Villa Dolfin Boldù di Rosà e la Chiesa di San Francesco di Treviso.

Stessa attenzione viene riservata alle regioni limitrofe con i concerti alla Rozza Sforzesca di Imola, Palazzo Te di Mantova, Duomo di Venzone. Ma l’edizione 2023 porterà i grandi eventi anche nelle piazze dei centri storici come ad esempio nella padovana Piazza degli Eremitani e nella Piazza del Duomo di Cividale del Friuli.

Importante anche quest’anno la collaborazione con alcuni festival nazionali ed europei, a partire dai regionali OperaEstate Festival Veneto di Bassano, Castello Festival di Padova, Festival Pianistico Internazionale “Bartolomeo Cristofori” e Rovigo Cello City; ai nazionali Emilia Romagna Festival, MantovaMusica e Mittlefest, fino agli europei Festival de Música dos Capuchos di Almada (Lisbona, Portogallo), Tartini Festival di Pirano (Slovenia) e Varna Summer International Music Festival (Bulgaria).

Ad arricchire il Veneto Festival 2023 la presenza di ospiti di consolidata fama come il Premio Oscar Nicola Piovani, il bass-baritone Bruno de Simone, l’arpista Agnese Coco, il violinista Mario Hossen; di giovani e già affermati talenti, come il violoncellista e Premio Scimone 2022 Luca Giovannini, il pianista Riccardo Martinelli, il mezzosoprano Lena Belkina e infine di grandi solisti -amici e ormai membri onorari de I Solisti Veneti- come il flautista Massimo Mercelli, l’oboista Paolo Grazia e il pianista Alessandro Cesaro.

Apprezzato e ormai ospite fisso della rassegna è l’Ensemble “Terzo Suono” che quest’anno alla Scuola della Carità di Padova si esibirà in un concerto che consolida sempre più il longevo legame fra il Veneto Festival e il Tartini Festival di Pirano (città natale del compositore). Il Festival prevede inoltre il concerto de I Solisti Veneti nel Chiostro della Chiesa di San Francesco di Pirano.

Altra importante compagine orchestrale ospite del Veneto Festival sono I Solisti Aquilani, grazie alla nuova collaborazione tra le due storiche orchestre da camera avviata il 26 gennaio 2023 a L’Aquila con il concerto de I Solisti Veneti all’Auditorium del Parco di Renzo Piano.

Dopo aver aperto l’anno 2023 con i successi, e relativi sold out, ottenuti all’estero, alla Royal Opera House in Oman e al Teatro Nazionale dell’Opera di Atene, e in Italia, all’Auditorium del Parco de L’Aquila e con i Concerti di Primavera, I Solisti Veneti inaugurano, il 16 maggio alle ore 21 all’Auditorium Pollini di Padova, la 53esima edizione del Veneto Festival 2023 con tre pagine mozartiane di assoluta bellezza: la Sinfonia in sol maggiore n. 17 KV 129, il Concerto in do maggiore KV 314 per oboe e orchestra e il Concerto in do maggiore KV 299 per flauto, arpa e orchestra.

I tre solisti d’eccezione sono Massimo Mercelli (il flautista al mondo che vanta le più importanti dediche e collaborazioni con i maggiori compositori: hanno scritto per lui o ha eseguito le prime assolute di personalità del calibro di Penderecki, Gubaidulina, Glass, Nyman, Bacalov, Galliano, Morricone, Sollima), Agnese Coco, Prima arpa del Teatro dell’Opera di Roma, e l’oboista Paolo Grazia, Primo oboe de I Solisti Veneti e del Teatro Comunale di Bologna.

Lena Belkina

Nel 1777, il ventunenne Mozart scrisse il Concerto in do maggiore KV 314 per il Primo oboe dell’Orchestra di Salisburgo ottenendo immediato successo anche al di fuori dei confini austriaci. Si pensi che il noto oboista tedesco Friedrich Ramm, ottenuto lo spartito direttamente dall’autore, eseguì questo Concerto ben cinque volte in soli dieci giorni. Mozart, pienamente soddisfatto della sua composizione, ne trascrisse una versione per flauto (un tono sopra) e, dopo anni, trasse spunto dal Rondò finale per scrivere l’Aria di Blondine “Oh che gioia, che piacere” dell’opera “Il Ratto dal Serraglio”. Il Concerto per oboe presenta una freschezza e una spigliatezza melodica di tipico gusto mozartiano e l’oboe solista vi svolge un ruolo di straordinaria eleganza sonora, nel rispetto delle regole della musica di intrattenimento, non mancando di primeggiare in cadenze brillanti e piacevoli, secondo quel classicismo inimitabile che appartiene interamente allo stile del compositore di Salisburgo. Il Concerto in do maggiore KV 299 per flauto, arpa e orchestra venne scritto invece su commissione del Duca di Guines, già ambasciatore francese ed egli stesso suonatore di flauto. La scelta così insolita della coppia di strumenti solisti nasceva da una precisa richiesta del Duca che lo eseguì insieme alla figlia arpista in un concerto privato. A questo riguardo Mozart scrisse in una lettera al padre: “II Duca suona il flauto in modo straordinario e sua figlia, a cui insegno composizione, suona l’arpa magnifique: ha un grande talento, perfino del genio”. Che, componendo questo concerto, Mozart non dimenticasse mai chi fossero i due destinatari, è dimostrato chiaramente anche dal tono di elegante mondanità che diede a questa musica, in cui sembra rispecchiarsi il plaisir de vivre della società aristocratica francese dell’epoca di Luigi XVI. In questa scrittura fluente, che evita ogni minima impressione di fatica, la maestria di Mozart risplende di luce purissima e i limiti intrinseci dei due strumenti – cui Mozart riserva ampi passaggi, facendoli dialogare con delicatezza e discrezione – sono pienamente rispettati, senza però che la fragilità e la grazia dell’arpa cedano alle tentazioni del decorativismo.

L’evento del 12 luglio in Piazza Eremitani “Tre Fenomeni – Piovani, Vivaldi I Concerti della Natura”, in prima esecuzione regionale e seconda nazionale, (la Prima è prevista il giorno precedente ad Imola per l’Emilia-Romagna Festival), si aprirà con i Concerti dell’Opera Decima per flauto e archi La Tempesta di Mare, La Notte e Il Gardellino e vedrà sul palco I Solisti Veneti e il flautista Massimo Mercelli. Alla guida dell’Orchestra si alterneranno il Maestro Giuliano Carella e il Premio Oscar Nicola Piovani. Quest’ultimo, ispirandosi ai tre celebri Concerti della “Natura” per flauto e archi di Antonio Vivaldi, ha dato vita a tre inedite composizioni che attualizzano i temi vivaldiani in un gioco ironico di rimandi e contrapposizioni. Un progetto che coniuga arte, cultura e quelle emozioni che spesso si ritrovano solamente proprio in una riflessione su quanto la natura ci offre.

Agnese Coco

Spiega Piovani: “I tre brevi Concerti per flauto e piccola orchestra che presenteremo recano i titoli: L’Eclissi di luna, La Tortorella, Lo Tsunami. Sono ispirati a tre capolavori vivaldiani: La Notte, Il Gardellino, La Tempesta di mare. Stesse durate, stesso organico con qualche piccola deroga. Li ho scritti non per fare esercizio di stile, ma per scavare nell’attualità di quei suggestivi titoli, tenendo conto allo stesso tempo della componente virtuosistica, sempre presente in Vivaldi. Il virtuosismo, come tutti sanno, a volte copre il vuoto di idee. In Vivaldi invece, quasi sempre il virtuosismo è un volo in alto, un ghirigoro atletico che racconta una profondità abissale di contenuti emotivi.

Quando nel comporre ti scegli un modello così alto, non puoi ovviamente entrare in competizione con l’originale, battaglia persa in partenza. E allora, per assolvere il mio desiderio di cimentarmi con materiale tanto grandioso, più che un capriccio, preferisco considerarlo un omaggio. Omaggio a un grande artista del passato la cui modernità risulta ogni giorno più sconcertante.”

Dopo le dediche ricevute da I Solisti Veneti negli ultimi decenni da Ennio Morricone e Pino Donaggio, un altro grande compositore di colonne sonore dedica a I Solisti Veneti e al loro grande amico Massimo Mercelli ben tre Concerti inediti. Di sicuro impatto e di prossima registrazione discografica.

Protagonista dei due Recital operistici nelle splendide cornici di Villa di Maser, il 16 luglio, e di Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia (realizzato con il contributo Fondazione Cariparo), il 18 luglio, il grande Bruno de Simone. Il famosissimo bass-baritone ha solcato i più importanti palchi del mondo, sia in ruoli drammatici sia in opere buffe nelle quali la sua enorme capacità attoriale spicca e si esalta per ironia ed espressività facciale. Assieme a de Simone, in un programma intitolato “L’Apoteosi del Buffo” e con musiche di Rossini e Cimarosa, I Solisti Veneti saranno diretti da Giuliano Carella.

Il Maestro Carella è da decenni direttore d’opera internazionalmente apprezzato e acclamato e dirigerà il Concerto inaugurale del Veneto Festival del 16 maggio tra le produzioni di “Tosca” alla Canadian Opera di Toronto e “Il Trovatore” alla New Israeli Opera di Tel Aviv.

Il concerto del 18 luglio a Villa dei Vescovi segna anche l’inaugurazione de “I Solisti Veneti per il FAI”. L’importante festival itinerante, giunto alla quarta edizione, che si protrarrà nei mesi di agosto e settembre nei più importanti e affascinanti Beni del FAI di Veneto, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Piemonte.

Massimo Mercelli

Il Veneto Festival si chiuderà il 23 settembre con l’annuale omaggio al grande Maestro Claudio Scimone, fondatore de I Solisti Veneti e al quale è dedicato l’omonimo Concorso Internazionale, riservato agli strumenti ad arco. Sul palco dell’Auditorium Pollini di Padova, l’Orchestra diretta da Giuliano Carella suonerà assieme ai tre vincitori assoluti in un programma di alto valore artistico e virtuosistico, quest’ultimo assicurato anche dall’affluenza di giovani talenti da tutto il mondo: conseguenza dell’enorme qualità dei musicisti vincitori delle passate edizioni e dell’importanza economica dei tre premi previsti.

Veneto Festival quest’anno vede la partecipazione di: Lena Belkina, mezzosoprano; Alessandro Cesaro, pianoforte; Agnese Coco, arpa; Ensemble Terzo Suono del Tartini Festival di Pirano; Luca Giovannini, violoncello; Paolo Grazia, oboe; Mario Hossen, violino; I Solisti Aquilani; Riccardo Martinelli, pianoforte; Massimo Mercelli, flauto; Nicola Piovani, direttore; Bruno de Simone, bass-baritone.

In collaborazione con i festival:

Regionali: Castello Festival; Festival Pianistico Internazionale Bartolomeo Cristofori; OperaEstate; Festival Veneto; Rovigo Cello City

Italiani: Emilia-Romagna Festival; MantovaMusica; Mittelfest

Europei: Festival de Música dos Capuchos di Almada (Lisbona, Portogallo); Tartini Festival di Pirano (Slovenia); Varna Summer International Music Festival 2023 (Bulgaria)

Info programma e biglietti: www.solistiveneti.it

Introduzione al Veneto Festival

Di Vincenza Caserta, musicologa

“La musica riveste un ruolo importante di memoria, testimonianza sottile e descrittiva di secoli, pronta a diventare colonna sonora di vita, la stessa che il poeta Montale definiva come un’entità capace di catturare poiché “scatta ripiomba e sfuma…non s’ode quasi, si respira”.

La continuità tra passato e presente è più che mai viva nel percorso dei Solisti Veneti ed oggi la guida del Maestro Giuliano Carella rafforza l’iter tracciato dal Maestro Claudio Scimone.

Il pensiero culturale che vuole unire l’arte presente in luoghi storici, capaci di raccontare frammenti di passato, diventa dinamico attraverso la musica e ripercorrendo quel filone da cui l’Orchestra dei Solisti Veneti è nata.

L’idea del Veneto Festival itinerante traccia con forza un legame tra le arti non solo valorizzando i luoghi ma regalando loro quel soffio di vita che si manifesta attraverso l’Arte dell’immanente per eccellenza, l’unica che può scandire il tempo e manifestarsi in un momento unico e preciso: la musica. Il “rigagnolo di suoni capace di perdersi tra le sabbie”, citando ancora Montale, è l’Arte che con più naturalezza può scavare nelle coscienze, muovere gli animi, creare emozioni e ricordi e allo stesso tempo prendere forma attraverso i suoi interpreti.

In questa prospettiva il sodalizio tra i Solisti Veneti ed il FAI, nato nel 2020 per completare il legame con i preziosi luoghi che offre il territorio, diventa scenario vivo per l’opera d’arte e teatro d’elezione per i concerti.

La programmazione musicale è particolarmente ricca e variegata, rendendo omaggio a compositori barocchi come Vivaldi ed al tempo stesso proponendo una vena innovativa vivacizzata dalla presentazione della prima assoluta dell’Opera di Nicola Piovani. Il compositore, noto per la premiazione agli Oscar, promuove una lettura come Ode alla Natura in chiave moderna nei “Tre Fenomeni”, accostandosi con nuovi spunti al tema delle suggestioni proposte dalla Natura. Inoltre, l’abbraccio tra presente e passato non trascura la città di Padova, a testimonianza del lungo sodalizio con i luoghi “storici” dell’Auditorium Pollini e della Piazza Eremitani.

Mozart diventa autore privilegiato nelle diverse proposte musicali che enfatizzano gli aspetti più estrosi del salisburghese, accanto alla raffinatezza densa di umanità che le sue opere regalano con rinnovata freschezza, ed il Concerto inaugurale del Festival a Padova ne è testimonianza, attraverso la leggiadra freschezza con cui Mozart scrive per gli strumenti a fiato accostandovi la grazia degli archi.

Interessante l’esecuzione integrale dei Quartetti per flauto ed archi, di cristallina scrittura, presentata nella Barchessa della storica Villa Pisani Bonetti di Lonigo. Mozart appare in nuova veste con pagine dai “concerti per sottoscrizione”, in cui sorprende ancora attraverso la capacità di conservare anche nella formazione del quartetto d’archi con pianoforte tutta la briosità dell’orchestra strizzando l’occhio all’Opera; il concerto sarà proposto nella non meno suggestiva chiesa di S. Francesco a Treviso.

Particolare attenzione è posta al repertorio che racconta il Novecento attraverso Rota, Bacalov e Bartok nella preziosa collaborazione con i Solisti Aquilani presso la Sala dei Giganti al Liviano, non mancano poi brani che alcuni autori, come De Marzi e Donaggio, hanno appositamente scritto per i Solisti Veneti, rafforzando l’idea della musica come linguaggio che esprime emozioni consolidando i legami di amicizia. Il ruolo dei Solisti Veneti di “ambasciatori della cultura e musica veneta nel mondo” viene valorizzato dalla partecipazione al Festival Tartini di Pirano e dalla collaborazione con il Ministero della Cultura della Repubblica Slovena attraverso un programma che dedica a Tartini ed a suoi contemporanei uno spazio narrativo denso di descrizioni musicali nelle pagine scelte.

Le Ville di Maser, Villa dei Vescovi a Luvigliano e Villa Dolfin Boldù, ricordata per la “Canzone del Grappa” composta proprio tra le sue mura nel 1918, sono luoghi di grande caratterizzazione artistica e che racchiudono tra le loro mura importanti pagine di storia.

Il repertorio che il Maestro Giuliano Carella ed i Solisti Veneti presentano al pubblico ripercorre secoli di musica, dipingendo attraverso i diversi autori proposti una prospettiva di ampio raggio che spazia dalla tensione all’infinito presente in Bach attraverso il suo “contrappunto espressivo”, fino alla briosità con cui Britten piega il contrappunto a forme di narrazione più originali ed espressive. L’attenzione ai giovani e la valorizzazione dei talenti trovano spazio nel Concorso dedicato a Claudio Scimone che si concluderà all’Auditorium Pollini con la premiazione dei vincitori. Un calendario variegato di appuntamenti volto a rafforzare l’idea con cui l’orchestra dei Solisti Veneti è stata fondata e che oggi, attraverso la ricerca interpretativa del Maestro Giuliano Carella, ha come compito quello di diffondere l’Arte come valore e ricerca di bellezza ed armonia.

“La musica dona all’universo un’anima, ali al pensiero, slancio all’immaginazione, fascino alla gioia e vita a tutte le cose”. (Platone)

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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