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SULLA MORTE SENZA ESAGERARE : la pluripremiata Compagnia dei Gordi di scena al Teatro Verdi di Pordenone il 27 Maggio

DiRedazione

Mag 24, 2022

TEATRO VERDI PORDENONE

VENERDÌ 27 MAGGIO AL TEATRO VERDI DI PORDENONE UN’ATTESA ESCLUSIVA REGIONALE PER L’ULTIMO SPETTACOLO DEL PROGRAMMA INVERNO-PRIMAVERA 2022. DI SCENA ALLA 20.30 “SULLA MORTE SENZA ESAGERARE”, DELLA GIOVANE, APPREZZATA E PLURIPREMIATA COMPAGNIA DEI GORDI, CHE APPRODA PER LA PRIMA VOLTA AL TEATRO PORDENONESE

PORDENONE- Ultimo appuntamento della programmazione inverno/primavera del Teatro Verdi di Pordenone, prima dell’avvio del cartellone open air in piazzetta Pescheria, che si apre il 31 maggio nel segno del grande jazz. Venerdì 27 maggio alle 20.30 in Sala Grande, approdano per la prima volta al Verdi i performer della Compagnia dei Gordi con l’innovativo e pluripremiato spettacolo “Sulla morte senza esagerare”, che giugno a Pordenone in una nuova versione in esclusiva regionale. Ideazione e regia sono firmati di Riccardo Pippa, con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza. Una produzione Teatro dei Gordi e Teatro Franco Parenti.

Ironico e divertente, apprezzatissimo dalla critica – che gli ha riconosciuto numerosi premi – “Sulla morte senza esagerare” è l’alleggerimento poetico di un tema davvero difficile da affrontare. Questo rinnovato allestimento, realizzato per il Napoli Teatro Festival, è un esplicito omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska. Lo spettacolo affronta il tema della morte in chiave ironica e divertente attraverso un uso non convenzionale di maschere contemporanee. Le figure si muovono con verità e leggerezza su un tessuto drammaturgico originale. Una performance teatrale senza parole, capace comunque di comunicare in maniera efficace e suggestiva attraverso il movimento, il gesto, le invenzioni scenografiche. Maschere contemporanee di cartapesta, figure familiari raccontano i loro ultimi istanti, le occasioni mancate, gli addii; raccontano storie semplici, con ironia, per parlare della morte, sempre però senza esagerare. «Sulla soglia tra l’aldiquà e l’aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c’è la Morte – scrive il regista Riccardo Pippa – i vivi la temono, la fuggono, la negano, la cercano, la sfidano. L’unica certezza è la morte, si dice. Ma quanti ritardi nel suo lavoro, quanti imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente! E poi che ne sa la Morte, lei che è immortale, di cosa significhi morire?». Quella dei Gordi è una giovane compagnia che si è affermata negli ultimi anni per la profondità dei temi trattati accompagnata sempre da una vivace freschezza creativa; lo stile che la caratterizza è l’uso del silenzio, una vera rivoluzione contro la ridondanza verbale che ci circonda e ci tormenta dovunque, in ogni momento, tutti i giorni.

«Il nome Gordi – spiega la compagnia – è nato nel 2010 davanti ai fornelli di una casa in affitto in Giudecca; alcuni di noi erano a Venezia per un laboratorio con Anatolij Vasiliev. “Gordi”, così, per gioco, un po’ in omaggio alla nostra accademia, la Grassi, un po’ perché suona bene; in latino, gurdus è un terreno fertile, poi c’è il billete gordo che in spagnolo è il biglietto fortunato. Sarebbe “Teatro dei Gordi”, ma ci chiamano Gordi anche perché non abbiamo un teatro. Abbiamo una città d’adozione, Milano. Nel 2015, grazie al bando FUnder35, ci ricentriamo su una nuova proposta artistica ricevuta da Riccardo Pippa, che da qui in poi diventerà il regista stabile della compagnia: un canovaccio su una Morte maldestra che deve svolgere il suo mestiere. Ilaria Ariemme inventa le maschere dello spettacolo che prende in prestito il titolo dalla poetessa polacca Szymborska: Sulla morte senza esagerare, appunto. Il fermento artistico porta con sé anche fallimenti creativi, bandi persi e lunghe residenze che non hanno mai portato ad uno spettacolo. Ma Sulla morte continua a replicare e il “billete gordo” è quello che porta Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti, a vederlo. Le piace e si offre di coprodurci».

Di Redazione

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