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Bruxelles accelera la transizione energetica: stop alle caldaie a gas entro il 2040

DiRedazione

Lug 9, 2025

L’Unione Europea compie un passo deciso verso la decarbonizzazione degli edifici. La Commissione europea ha rilanciato la proposta di vietare la vendita di nuove caldaie alimentate a combustibili fossili a partire dal 2040, inserendola all’interno del quadro “Case Green”. L’obiettivo è rafforzare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO₂ del settore residenziale. Il provvedimento, che arriva in un contesto già segnato dalla direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, avrà un impatto diretto su cittadini, imprese e amministrazioni locali.

Una roadmap climatica per gli edifici: il divieto in arrivo

Con la revisione della direttiva Ecodesign, Bruxelles propone di etichettare le caldaie a combustibili fossili come “non conformi” a partire dal 2029, aprendo la strada al divieto di vendita nel 2040. L’obiettivo è spingere verso tecnologie più sostenibili, come le pompe di calore e i sistemi ibridi. Si tratta di una mossa coerente con la Direttiva Case Green, recentemente approvata dal Parlamento europeo, che prevede standard minimi di prestazione energetica per gli edifici in tutta l’UE.

I produttori dovranno adattarsi entro il 2025, anno in cui è previsto lo stop agli incentivi pubblici per le caldaie fossili, salvo che facciano parte di un impianto ibrido con una pompa di calore. Questo cambiamento coinvolgerà in modo significativo l’industria del riscaldamento, che dovrà riconvertire la produzione per rispondere a nuovi criteri di efficienza. Anche le etichette energetiche verranno aggiornate per evidenziare chiaramente le tecnologie “verdi” rispetto a quelle obsolete.

Per gli Stati membri, il divieto sarà un incentivo ulteriore per accelerare la ristrutturazione del parco edilizio, ancora oggi responsabile di circa il 36% delle emissioni di gas serra nell’UE. L’obiettivo è ambizioso ma necessario per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La Commissione sottolinea che i prossimi anni saranno cruciali per pianificare la transizione in modo inclusivo e sostenibile.

Gli effetti sul mercato e sulle famiglie italiane

Per l’Italia, che vanta uno dei parchi immobiliari più vetusti d’Europa, la misura comporta sfide significative. Oltre il 60% degli edifici residenziali italiani utilizza ancora sistemi di riscaldamento tradizionali alimentati a gas, il cui prezzo resta un fattore cruciale per valutare l’impatto economico della transizione energetica sulle famiglie. Il provvedimento europeo rappresenta quindi una trasformazione radicale per milioni di famiglie e per il comparto edilizio.

L’eliminazione graduale delle caldaie a gas influenzerà anche il mercato immobiliare. Gli immobili dotati di impianti efficienti o facilmente convertibili alle pompe di calore potrebbero acquisire maggiore valore, mentre quelli obsoleti subiranno una svalutazione. Pertanto, vi è una crescente urgenza di piani nazionali di sostegno economico per supportare i cittadini nella transizione, con strumenti chiave per evitare impatti sociali negativi, quali

  • Bonus edilizi mirati
  • Agevolazioni fiscali
  • Prestiti a tasso agevolato

Per molte famiglie, conoscere e interpretare correttamente una bolletta del gas sarà fondamentale per monitorare consumi e risparmi durante la transizione.

Le associazioni di categoria, pur appoggiando l’obiettivo ambientale, chiedono chiarezza e tempistiche realistiche. CNA e Confartigianato sottolineano l’importanza di un piano industriale parallelo per evitare shock occupazionali nel settore dell’installazione e manutenzione. Anche il coordinamento con le misure del PNRR sarà essenziale per garantire coerenza tra gli obiettivi climatici e le risorse disponibili sul territorio.

Transizione verde e governance multilivello: chi fa cosa

L’attuazione del divieto coinvolge una fitta rete di attori istituzionali e privati. La Commissione europea fornisce il quadro normativo e gli obiettivi generali, ma spetta agli Stati membri declinare le misure in base alle specificità nazionali. In Italia, il Ministero dell’Ambiente dovrà aggiornare il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e rafforzare le misure di accompagnamento.

Le Regioni avranno un ruolo strategico nella pianificazione degli incentivi e nell’integrazione delle energie rinnovabili nei contesti urbani. Alcune, come Emilia-Romagna e Lombardia, stanno già sperimentando bandi per la sostituzione delle caldaie con sistemi ibridi. Anche i Comuni dovranno adattare i regolamenti edilizi e sostenere le famiglie più vulnerabili con strumenti di prossimità.

Per garantire il successo della misura saranno fondamentali:

  • Campagne di informazione e formazione, per cittadini e professionisti del settore
  • Semplificazione burocratica, per agevolare l’accesso agli incentivi
  • Monitoraggio costante, attraverso indicatori di performance e trasparenza sui risultati

In conclusione, lo stop alle caldaie a gas è molto più di un divieto tecnico: rappresenta una svolta politica ed economica che richiede coesione istituzionale, visione a lungo termine e partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti. In questo contesto, anche la possibilità di effettuare un cambio fornitore luce e gas potrebbe diventare uno strumento utile per aumentare la convenienza e favorire l’adozione di soluzioni più sostenibili.

Fonte: papernest.it

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