Non c’è pace per il settore dell’edilizia. Finito il Superbonus, si affaccia ora il nuovo “pacchetto casa” varato dal Governo, l’introduzione della “patente a punti” e, sullo sfondo, la riqualificazione energetica degli edifici fissata dall’Unione Europea per il 2030.
«Una raffica di scadenze e adempimenti amministrativi», attacca Oscar Bernardi, presidente del Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «che complica la vita a un comparto che già fa i conti con un mercato non florido e in trasformazione anche in relazione alla nuova concezione dell’abitare che fa capo ai giovani e alle nuove famiglie. Molto più ricercati sono oggi gli spazi dalle dimensioni ridotte e con dotazioni iperperformanti sotto il profilo del risparmio energetico e della domotica. Confartigianato su questo fronte è già attiva per agevolare le imprese nell’intercettare i nuovi gusti della popolazione e proporre soluzioni ai nuovi bisogni».
«A questo si aggiunge – continua Gianmaria Modolo, presidente del gruppo Costruzioni Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – la contrazione del credito nelle costruzioni: meno 14,3% rispetto al 2023 e addirittura meno 33,7% se parametriamo al 2020. Per non parlare della cronica carenza di manodopera: l’anno scorso, a fronte di una richiesta di 6.490 lavoratori, 4.627 sono risultati difficili da reperire, di cui il 47,6% per mancanza di candidati. Attenzione, se l’edilizia entra in crisi è tutta l’economia della Marca Trevigiana a soffrirne».
I numeri elaborati dal Centro studi Confartigianato Imprese Veneto segnano una curva in calo delle imprese artigiane delle costruzioni. Al 30 giugno 2024 erano in provincia 8.689, pari al 75,8% del totale delle imprese del comparto, con una lieve ripresa rispetto all’anno scorso (+ 0,7%), ma con un crollo del 18,2% rispetto al 2010.
Per quanto attiene all’occupazione nel 2023 gli addetti erano 17.208, -1,1%rispetto al 2022. Nel 2023 il monte occupati artigiano copriva il 58,2% dell’intero comparto delle costruzioni e rappresentava il 28.6% del totale degli occupati dell’artigianato.
«A rallentare l’edilizia è anche il problema del credito», insiste il presidente Modolo. «Al 31 maggio 2024 i prestiti ammontavano a 620.026 euro. Nel 2021, nello stesso periodo, i crediti avevano sfiorato un milione di euro: 970.271 euro. Questi processi stanno trasformando anche le imprese artigiane delle costruzioni».
Quelle costituite da società di capitali sono quasi raddoppiate: nel 2010 erano 462, oggi sono 911. Di converso, le società di persone sono scese da 1.523 a 972. In calo anche le ditte individuali passate da 8.635 nel 2010 a 6.802 nel 2024. «È un segnale che rivela», conclude Gianmaria Modolo, «come l’edilizia moderna richieda sempre più competenze e apparecchiature. Si sono anche moltiplicate le incombenze burocratiche per cui è indispensabile strutturarsi e fare rete. Ci stiamo battendo come Confartigianato per ottenere una semplificazione delle procedure perché molte piccole aziende, seppur di elevata qualità professionale, non sono in grado di farvi fronte».