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LA MILANESIANA: sold out al Teatro Verdi per l’evento con Claudio MAGRIS, Aleksandr SOKUROV, Elisabetta SGARBI, Alyona SCHUMAKOVA

DiRedazione

Lug 17, 2025

LA MILANESIANA A GORIZIA: SOLD OUT E GRANDE ENTUSIASMO NELLA SERATA DI IERI AL TEATRO VERDI PER L’EVENTO DEDICATO A “L’INTELLIGENZA DEI CONFINI , CHE HA VISTO PROTAGONISTA  LO SCRITTORE E GERMANISTA CLAUDIO MAGRIS, VOCE ICONICA DEL PENSIERO INTORNO ALLA “FRONTIERA”, E IL REGISTA RUSSO ALEKSANDR SOKUROV, IN DIALOGO CON LA DOCENTE E CRITICA CINEMATOGRAFICA ALYONA SHUMAKOVA.  HA INTRODOTTO LA SERATA L’IDEATRICE E DIRETTRICE ARTISTICA DE LA MILANESIANA, ELISABETTA SGARBI, RICORDANDO L’EDIZIONE 2019 DEL FESTIVAL, DEDICATA ALLA SPERANZA, NELLA QUALE IL PROGETTO DI CANDIDATURA GO! 2025 ERA STATO PRESENTATO  PUBBLICAMENTE A MILANO. I SALUTI ISTITUZIONALI DEL SINDACO DI GORIZIA RODOLFO ZIBERNA E DELLA DIRETTRICE GECT GO ROMINA KOCINA.

GORIZIA – Ha preso il largo lo scorso 8 febbraio il grande anno di GO! 2025, Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura: ma una delle primissime prefigurazioni del “confine” mitteleuropeo come perno della scena culturale europea risale al 2019, quando l’edizione del festival La Milanesiana dedicata alla speranza aveva ufficialmente presentato la candidatura nel suo cartellone, siglandone il varo con i migliori auspici. Lo ha ricordato, nella serata di ieri – mercoledì 16 luglio – l’ideatrice e direttrice artistica del festival La Milanesiana, Elisabetta Sgarbi, introducendo al Teatro Verdi di Gorizia la  grande serata dedicata a “L’intelligenza dei confini”, inserita nel cartellone 2025 della manifestazione milanese – che attraversa anche l’Italia – in cui si incrociano la letteratura, le arti e il pensiero. Nel corso dell’evento programmato a Gorizia protagonista d’eccezione è stato  infatti il regista russo Aleksandr Sokurov, Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2011, in dialogo con la docente e critica cinematografica Aliona Shumakova, mediatrice culturale e traduttrice storica degli scritti del cineasta russo.

Subito all’inizio della serata di ieri gli interventi di saluto del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, che ha messo in relazione il tema 2025 de La Milanesiana – l’ “Intelligenza” – con il concetto  di “confine”, in rapporto alle città di Gorizia e Nova Gorica e alla scelta intrapresa di crescere insieme. E della direttrice Gect GO Romina Kocina, che ha evidenziato come “l’intelligenza dei confini possa aiutare a riflettere anche sul valore del confine non necessariamente fisico”. La primissima parte dell’incontro ha visto protagonista lo scrittore e germanista Claudio Magris, voce iconica della riflessione intorno al concetto della frontiera, e del suo superamento. Magris ha letto al pubblico una selezione di pagine dal libro scritto a quattro mani con lo scrittore Paolo Di Paolo, “Inventarsi una vita. Un dialogo”, edito da La nave di Teseo. Evidenziando come per la prima volta “le generazioni dei figli stanno peggio dei loro padri”. E lunghi applausi hanno salutato la sua considerazione sull’importanza di “affrontare le tematiche del nostro tempo, un impegno attraverso il quale la vita acquista dignità maggiore”.

Nella 38^ giornata dell’edizione 2025 de La Milanesiana, co-organizzata dal GECT GO e dal Comune di Gorizia con il sostegno di Civibank, grande protagonista è stato il Maestro del cinema Aleksandr Sokurov: “Saremo diversi, una volta usciti dal teatro. Non necessariamente migliori, ma diversi – ha osservato, aggiungendo una sua considerazione in rapporto al dialogo fra le persone, così necessario nel nostro tempo convulso:  «il padre insegna come si dialoga, la madre il perché. Sta a voi decidere cos’è più importante. Personalmente, ritengo che sia più significativo comprendere il motivo per il quale si dialoga». Del regista, è stato anticipato nel corso della serata, uscirà a breve il volume “L’essere umano ha bisogno di un essere umano”. A conclusione del talk la  proiezione in versione restaurata di “Zhertva vecernjaja / Il sacrificio serale” (1988) e “Elegia dorogi /  Elegia della traversata” (2001), due opere che incarnano la cifra elegiaca e visionaria del cinema di Sokurov ed esplorano il dolore, la memoria e il senso del sacro, confermando l’originalità del suo sguardo.

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