A distanza di sei anni ritorna a Majano a scaldare gli animi degli oltre 3000 fans presenti, la band pop-rock inglese The Darkness dei fratelli Hawkins
Di recente è uscito il loro nuovo album Dreams on toast, ottavo album di studio, uscito a distanza di 4 anni dal precedente Motorheart. Nati in Inghilterra nel 2000 e diventati famosi in tutto il mondo nel 2003 con l’album d’esordio Permisson to Land, la band da oltre dieci anni ha la stessa lineup ovvero i fratelli Hawkins, Justin voce e chitarra solista e Daniel alla chitarra ritmica. Lo storico bassista Frankie Poullain e il batterista Rufus Taylor, figlio d’arte, il padre infatti è il mitico batterista dei Queen, Roger, entrato nella band nel 2015.

L’attesa dei fan è soddisfatta poco dopo le 21.30 e dopo la open band che si è esibita per circa 45 minuti, si spengono le luci e accompagnati da un intro di Olfieldiana memoria entrano in pompa magna i quattro inglesi, ed è subito festa.
La voglia di Hawkins è la stessa di sei anni fa e lui ormai ripulito da anni di eccessi (non ha mai fatto mistero di essere finito in rehab per alcol e Cocaina) è un autentico animale da palcoscenico. Il fisico si è fatto più massiccio rispetto agli esordi e la sua verve e ironia tipica inglese non si fa attendere. I suoni sono molto definiti e si sente l affiatamento sul palco dei quattro. Justin suona bene la chitarra e canta altrettanto bene, gli acuti sono sempre il suo cavallo di battaglia sia in falsetto che non… La sezione ritmica è sempre molto precisa e il fratello supporta egregiamente con la sua Gibson les paul le svisate solistiche di Justin.

Lui interagisce spesso con il pubblico, lo fa cantare, ballare e battere le mani. Non è solo interprete freddo e distaccato ma è un tutt’uno con i suoi aficionados. Tutta l esibizione ruota attorno ai brani famosi della band come “I believe in a thing called love, Rock n’roll party Cowboy, Love is only a feeling, Growin’ on me passando per brani dagli ultimi lavori come Motorheart fino a quelli appunto degli esordi.
Non mancano le cover come ad esempio quelle dei Led Zeppelin. Due ore e 15 minuti di spettacolo puro che lasciano il segno, senza sosta alcuna, tanto che non ci sarà alcun bis alla fine. Un grande ritorno a distanza di sei anni che dimostra che la band è ancora sul pezzo e la voglia di suonare e divertirsi assieme al pubblico è ancora la stessa degli esordi.
Azalea e service sempre all’altezza.