Il Festival “dialoghi” per i ragazzi, con l’Arcidiocesi di Gorizia
L’1 e 2 luglio, fra teatro e la riscoperta di Gorizia, quale snodo di pluralità linguistica
Il Festival itinerante del giornalismo e della Conoscenza “dialoghi, in queste prime giornate di luglio arriva a Gorizia e per la prima volta collabora con l’Arcidiocesi goriziana con la mini rassegna per bambini e ragazzi “Il Paese dei bambini che sognano“.
Giovedì 1 e venerdì 2 luglio alle ore 9.00, nella Sala Incontro di via Veniero 1, il Teatro Rosenkranz andrà in scena con “Storie di calzini e altri oggetti chiacchieroni”. Il racconto di una serie di storie divertenti, narrate con tecniche di teatro d’attore, disegno estemporaneo, musica e interazione a distanza.
Venerdì 2 luglio alle ore 10.00, nell’Istituto Nostra Signora di via Santa Chiara si terrà l’incontro per ragazzi “Gorizia: una storia, tante lingue. Pluralismo linguistico e culturale di un importante crocevia europeo“. Un incontro realizzato in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana ARLEF. A raccontare quale ricchezza sia la pluralità linguistica del territorio regionale sarà Michele Calligaris, operatore allo Sportel Regjonâl pe Lenghe Furlane dell’ARLeF, anche insegnante nei corsi pratici di lingua friulana della Società Filologica Friulana e attivo da anni nel settore della tutela delle minoranze linguistiche storiche del Friuli. L’obiettivo sarà puntato in particolare sul Goriziano, un’area di particolare interesse, sia storico che linguistico, per il passato del Continente, ma che, suo malgrado, fa capolino troppo tardi nei comuni libri di testo.
«É con grande entusiasmo che quest’anno anche l’ARLeF partecipa a “dialoghi” – ha sottolineato il presidente, Eros Cisilino –. Un festival, come dice chiaramente il suo nome, con l’obiettivo di contribuire a sviluppare una coscienza collettiva, grazie al confronto. In tal senso, gli appuntamenti che l’Agenzia propone sono totalmente allineati con i propositi della manifestazione. Gli eventi saranno infatti l’occasione per discutere di pluralismo ma anche per ricordare il piacere della scoperta e l’importanza del rispetto delle differenze, che ci consentono di apprezzare l’altro nella sua unicità».