Stefano F. Cappa
con un racconto di Jonathan Franzen
1255 GRAMMI
Un viaggio nel cervello e nelle sue fragilità
Mio padre era un uomo profondamente riservato, e per lui essere riservati significava mantenere il contenuto vergognoso della propria vita intima lontano dagli sguardi della gente. Poteva esistere per lui una malattia peggiore dell’Alzheimer?
Jonathan Franzen
Vent’anni fa Jonathan Franzen, dopo aver ricevuto nel giorno di San Valentino l’esito dell’esame autoptico del cervello del padre, ne ha descritto magistralmente sul New Yorker il declino cognitivo dovuto all’Alzheimer. In Il cervello di mio padre, ha raccontato in modo minuzioso il suo decadimento cognitivo, ricostruendo quella che chiama “la disintegrazione” del genitore. Una definizione cruda ma azzeccata, che segnala il rifiuto di Franzen di ridurre la personalità umana “a insiemi circoscritti di coordinate neurochimiche”.
Due decenni dopo il suo racconto, Stefano Cappa – neurologo e neuroscienziato cognitivo – ha riletto e ripercorso quello stesso racconto: in 1255 grammi, ora in uscita per Il Margine, ne integra le conoscenze alla luce delle recenti scoperte scientifiche, che spiegano quanto è vario e complesso il funzionamento del cervello. Se ancora non è stata scoperta una cura, molto è stato fatto per comprendere le ragioni che portano le cellule cerebrali a deteriorarsi e a sviluppare patologie tanto varie e complesse quanto complesso e vario è il funzionamento del cervello stesso.
L’autore riflette sulla malattia decostruendo passo passo il racconto del grande scrittore americano e guidando il lettore in un’analisi al contempo lucida e umana attorno a una delle malattie più oscure del nostro tempo.
Collana: Annurca
Pagine: 88
Prezzo: 13,00€
In libreria da: 8 marzo 2024
*Stefano F. Cappa, neurologo e neuroscienziato cognitivo. Già professore ordinario di Neurologia all’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS), coordina il Dementia Research Center presso la Fondazione IRCCS Mondino di Pavia. Le sue principali aree di attività clinica e di ricerca sono i disturbi del linguaggio, della memoria e della cognizione sociale e lo sviluppo e l’applicazione di test comportamentali e di neuroimaging alle malattie neurodegenerative, con particolare riguardo alla malattia di Alzheimer e alla demenza fronto-temporale.