È stato un attimo e 40 anni sono volati da quella bellissima serata in cui un gruppo di fantastiche ragazze con le maglie della Pagnossin hanno regalato a Treviso il primo ed unico scudetto del basket femminile.
Era il 13 maggio 1981. Si giocava fuori casa lo spareggio contro la Zolu Vicenza. La Pagnossin vinse il Tricolore fermando il punteggio sul 58-56, grazie a un arresto e un tiro di Bianca Rossi, dopo un gioco a due con la Bernardoni. Mancavano 10 secondi alla sirena finale.
E il primo pensiero, in questo giorno di ricordi, festa ed emozioni, va proprio a lei, a Lorella Bernardoni, che purtroppo non è più tra noi. È scappata via velocemente, troppo presto, senza dare alla “sua” squadra la possibilità di salutarla come si deve. Ma resta nel cuore di ognuna.
E poi lui, il grande coach Giulio Melilla, che ha portato queste ragazze al Tricolore, coronando un sogno di scudetto con un gruppo che, nei quattro anni precedenti, era stato preparato al meglio da Franco Novarina.
Quello scudetto fu dedicato a colui che aveva fermamente creduto in questa squadra e che avrebbe voluto essere in prima fila quella sera: Giulio Pagnossin, che amava le sue ragazze come fossero persone di famiglia. E proprio in famiglia è rimasto il timone della squadra, il cui vertice, alla scomparsa di Giulio, è stato preso dalla figlia Stefania, che divenne così la più giovane Presidentessa d’Italia. Un motivo in più per condividere con orgoglio ed emozione un traguardo straordinario, un traguardo al femminile anche. Quella squadra, quelle ragazze, una Presidente donna, uno sponsor che aveva creduto nello sport femminile in tempi in cui questo non era affatto scontato, erano tutte piccole stelle che avevano illuminato quel cammino consentendo di arrivare in cima. Un traguardo che sembrava impossibile, ma che divenne realtà.
Chi ha vissuto anche da lontano quegli anni gloriosi sa bene che il “baffo Tricolore” Pagnossin non era stampato solo sulle maglie, ma era impresso nel cuore. Per questo rimane sempre vivo e nitido questo ricordo, così caro anche a distanza di tanti anni.
Per le ragioni che tutti conosciamo non sarà possibile festeggiare oggi questo anniversario come avremmo voluto, ovvero tutti insieme: giocatrici, staff, allenatori, dirigenti, tifosi e, insieme a loro, l’intera città a cui queste ragazze hanno regalato un sogno straordinario. Ma la speranza è l’ultima a morire, e noi auspichiamo di poter solo rinviare questa festa!