ROMA – 22 aprile 22, Giornata mondiale della Terra: venerdì prossimo sul pianeta si celebra la 52^ edizione dell’Earth Day, una giornata di sensibilizzazione istituita dalle Nazioni Unite il 22 aprile 1970, da allora diventata riferimento pressante per avviare azioni concrete in grado di contrastare emergenze che ci sovrastano, come il cambiamento climatico. La 52^ Giornata mondiale della Terra, che ha come tema “Invest in our planet”, arriva in un momento globale di grande impasse: se la Cop26 di Glasgow del novembre 2021 non ha dato le risposte che si attendevano per la riduzione delle emissioni e l’utilizzo di tecnologie a basso impatto climatico, il conflitto in Ucraina scoppiato due mesi fa potrebbe avere come conseguenza l’ulteriore arretramento dell’impegno a sostegno della decarbonizzazione. L’emancipazione dell’Europa dalla dipendenza del gas russo, per esempio, in Italia implica la riaccensione delle termocentrali come ha annunciato qualche settimana fa il premier Mario Draghi. Il prezzo ambientale – e sanitario – da pagare prevede fino a 28 milioni di tonnellate di Co2 in più, ovvero l’8% delle emissioni nazionali. Le conseguenze sulla questione climatica si profilano inevitabili.
Anche per questo i comportamenti responsabili dei cittadini diventano determinanti. Dobbiamo tutti investire nel nostro pianeta. Dopo 2 anni di pandemia e dopo quasi 2 mesi di guerra la sicurezza alimentare e il cibo sono motore centrale dell’impegno diffuso per il futuro della Terra, e di chi la abita.
L’Osservatorio Waste Watcher International, nell’ambito della campagna Spreco Zero in colleborazione con Ipsos e Università di Bologna – Distal ha rilevato una attenzione significativa dei cittadini italiani: l’Italia resta infatti la nazione più virtuosa nel “G8” dello spreco, che vede i russi a quota 672 grammi settimanali, gli spagnoli a 836 grammi e i cittadini inglesi con 949 g, i tedeschi con 1081 g, i canadesi con 1144 g. In fondo i cinesi con 1153 grammi e i cittadini statunitensi che ‘auto-denunciano’ lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. La via maestra per migliorare parte da una svolta culturale che sostenga l’adozione e la replica delle buone pratiche nel nostro quotidiano, dall’acquisto del cibo alla sua gestione e fruizione.
Al top delle scelte e dell’impegno personale per lo sviluppo sostenibile svetta la raccolta differenziata, quasi un plebiscito che il 92% dei cittadini dichiara di realizzare ogni giorno. Segue l’attenzione alla prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari (91%), la riduzione degli acquisti con imballaggi di plastica (90%), il consumo di cibo proveniente da allevamenti rispettosi degli animali (88%) e la riduzione dell’acquisto dei prodotti con imballaggi usa e getta (88%).
L’indagine internazionale condotta da Waste Watcher in 8 Paesi del mondo – Cina, Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Canada, Germania, Spagna e Italia – con campione statistico di 8mila interviste, evidenzia le strategie antispreco messe in atto dai consumatori del pianeta. A sorpresa, sulla tecnologia vince ancora la lista della spesa, insieme ad altri accorgimenti della vecchia economia domestica: dagli Stati Uniti alla Russia, passando per Canada, Italia, Spagna e Germania, il ricorso alle app salvacibo –alert sul proprio cibo in scadenza ai dispositivi di scambio o acquisto degli alimenti invenduti – resta abitudine ristretta a non piu’ del 9% della popolazione. Dal 3 al 7% in Italia, dal 4 al 9% in Spagna, dal 5 al 7% nel Regno Unito e in Canada, fino al 9% negli Stati Uniti e non più del 5% in Russia. Fra le strategie antispreco nelle case prevale ancora la classica lista della spesa, oltre il 70% quasi ovunque. È pratica diffusa nei Paesi europei e anglofoni l’assaggio del cibo appena scaduto, per accertarsi se sia ancora consumabile prima di gettarlo: lo fanno soprattutto spagnoli, inglesi, tedeschi e canadesi (oltre 4 cittadini su 5), a ruota seguono Italia e Stati Uniti, meno convinti di questa pratica i cinesi, solo 1 cittadino su 2. Gli italiani e in generale i cittadini europei sembrano piuttosto timidi e impacciati con la ‘doggy’ bag al ristorante: la chiedono solo 4 clienti su 10 che non riescono a consumare il pasto. Esaminando diversi comportamenti: il 34% degli italiani dichiara di volersi spostare “a piedi oppure in bicicletta” e: il 31% di voler lavorare da casa per ridurre le emissioni, il 26% andrà in vacanza nei luoghi che non richiedono aereo.
Info e dettagli: sprecozero.it