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A Belluno nasca un polo di studi sul disastro del 1963

DiRedazione

Nov 1, 2023

LE CARTE DEL PROCESSO VAJONT RESTINO A BELLUNO

Pressing della Lega su Meloni e La Russa dopo l’intervento del Presidente Mattarella

Iniziativa del senatore Dreosto che chiede di aggiungere anche i dossier Rubinacci

Un appello alla Premier Giorgia Meloni perché il monito lanciato direttamente dalla diga del Vajont dal Presidente Sergio Mattarella non cada nel vuoto. Il senatore della Lega Marco Dreosto ha scritto alla Meloni perché le carte processuali del Vajont restino all’archivio di Stato di Belluno, come raccomandato da Mattarella lo scorso 9 ottobre. In quell’occasione il Capo dello Stato ha preso parte alle commemorazioni per il sessantesimo anniversario della tragedia e ha riservato parole di forte richiamo alle responsabilità umane e istituzionali nell’accaduto. “Non solo, il Presidente ha anche dichiarato, senza ombra di diversa interpretazione, che gli atti del processo celebratosi a L’Aquila debbono necessariamente rimanere a Belluno dove sono conservate ormai da anni”, ha ora ricordato l’esponente friulano del Carroccio. Il quale rilancia e, come già proposto alcuni mesi fa, ipotizza la creazione di un polo storico archivistico del Vajont nel capoluogo veneto. “Alle carte giudiziarie devono essere aggiunti i faldoni ancora depositati al Senato e relativi alla commissione bicamerale di inchiesta guidata da Leopoldo Rubinacci – ha affermato Dreosto -. Questa mole di documenti, composta da 13 fascicoli e 12 buste, rappresenta un tassello indispensabile nella ricostruzione degli antefatti della sciagura, ancor oggi tema di studio tra esperti e giuristi. Per questo ho inoltrato una nota anche al presidente di palazzo Madama, Ignazio La Russa, perchè il tutto venga donato all’archivio bellunese. Si potrebbe così perseguire l’obiettivo di un centro di studio internazionale nel quale far confluire ogni materiale d’epoca ancora disponibile sul disastro del 9 ottobre 1963. La devoluzione dei dossier della commissione Rubinacci sarebbe un segnale di leale cooperazione e disponibilità tra gli organi istituzionali e l’amministrazione decentrata”. La lettera di Dreosto si conclude evocando quanto ribadito da Sergio Mattarella alla diga di Erto e Casso. “E’ giusto che queste carte restino tra le comunità colpite dalla sciagura”, ha specificato il Capo dello Stato tra gli applausi spontanei di superstiti, rappresentanti locali e autorità varie. Il senatore, che è anche segretario regionale della Lega del Friuli Venezia Giulia, intende incontrare al più presto La Russa per confrontarsi di persona sul progetto e far sì che si concretizzi prima del prossimo anniversario della catastrofe.

Di Redazione

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