«Le statistiche ci dicono che nella costa veneta manca circa il 40% degli addetti rispetto al periodo pre- covid. Anche l’anno scorso abbiamo toccato con mano questa problematica, ma pensavamo che la situazione migliorasse, invece quest’anno è addirittura peggiorato». Patrizia Gobat, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Venezia, pone l’accento sulla carena di lavoratori stagionali nel settore turistico del Veneto. «Dobbiamo ormai attingere ad altri bacini di lavoratori per sopperire alle carenze, che possono essere quelli percettori di indennità assistenziali, ma anche lavoratori stranieri».
Il punto della situazione è stato fatto questa mattina a Caorle, nel corso di un incontro che ha messo attorno a un tavolo i primi cittadini della Conferenza dei Sindaci del Litorale Veneto, i vertici di Veneto Lavoro e dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Venezia.
«Il problema della carenza di lavoratori è strutturale e coinvolge tutti i nostri territori – spiega l’avvocato Roberta Nesto, sindaco di Cavallino Treporti e presidente della Conferenza dei Sindaci del Litorale Veneto –. Abbiamo la necessità di dare delle soluzioni ai nostri operatori, con la consapevolezza che è necessario fare rete, con i consulenti del lavoro, con le nostre imprese, e tutti quegli enti che si occupano di mettere in relazione domanda e offerta di lavoro. Serve creare una nuova consapevolezza. Una nuova cultura del lavoro è necessaria, ma anche attivarsi per delle politiche attive».
«Fin dall’inizio di questo 2022 gli operatori hanno manifestato la mancanza di reperire il personale per svolgere le necessarie mansioni della stagione turistica – aggiunge l’avvocato Nadia Zanchin, sindaco di Eraclea e coordinatrice del “tavolo lavoro” della Conferenza –. Ci sarebbero anche delle soluzioni che ci vengono proposte, che vanno discusse su un tavolo più ampio di questo, ai fini fiscali e legislativi.
Ai fini fiscali, ad esempio – continua Zanchin – gli operatori propongono la possibilità di assumere dei lavoratori per periodi più lunghi potendo però ottenere delle defiscalizzazioni. Questo potrebbe aiutare a rendere più appetibile il lavoro stagionale sia per il lavoratore che per il datore».
Non solo defiscalizzazione, ma anche formazione e informazione devono essere fattori che rientrano nell’equazione per tentare di risolvere il problema della carenza di lavoratori. Come una maggiore promozione e informazione attorno alle offerte formative degli ITS, che ogni anno immettono nel mondo del lavoro professionisti qualificati.
«Dobbiamo renderci conto che il turismo è un settore importante – prosegue la presidente Nesto –, non deve essere trascurato. Servono nuove modalità per questo genere di lavoratori, perché con una stagionalità sola le famiglie non vivono. Dobbiamo ripensare la norma sulla Naspi, in modo da tutelare maggiormente i lavoratori stagionali».