Ricorre il quarantennale di “Fly on the wall”
Ma vi sono album che più di altri hanno subito un trattamento iniquo da parte della critica musicale, tanto da essere ricordati come non meritevoli di attenzioni.
Parliamo di AC/DC, è in particolare del loro decimo lavoro e dell’ inspiegabile trattamento di cui sopra:
”Fly On The Wall”, del 1985.
Un album, di cui gelosamente conservo una prima edizione (comprata il giorno dopo della sua uscita in Italia) pieno di brani schiettamente rock & roll, riff ad alto volume ed un suono che, pur rispettando l’ inconfondibile stile Ac/Dc, riesce a essere fresco e rinnovato.
“Shake Your Foundations”, “Sink The Pink”, “Danger”, ed ancora “First Blood”, “Playing With Girls” e “Stand Up”. Per arrivare al trittico finale composto da “Hell Or High Water”, “Back In Business” e “Send For The Man”.
A “maltrattarlo per primo” fu il magazine americano “Rolling Stone”, che in tempi non sospetti lo liquidò come “sessista e politicamente scorretto”.
Prodotto dai fratelli Angus e Malcolm Young, lo scopo della band era quello di catturare lo spirito dei loro esordi, portando all’attenzione dei fan la competenza ritmica del batterista Simon Wright, scelto come sostituto ufficiale di Phil Rudd.

L’ album esaltò un aspetto della band insolitamente “divertito”, ironico come la fumettistica copertina, un opera di Todd Schorr, esponente del “pop surrealistico” di cui faceva anche parte Robert Williams, autore dell’ opera “Appetite For Destruction”, impressa poi sul primo storico omonimo album dei Guns N’ Roses.
Copertina, quella dei disegni di Schorr, influenzata dai cartoni animati, ma di raffinata abilità tecnica.
Seguirono un gruppo di cinque bizzarri video promozionali per promuovere al meglio “Fly On The Wall” poi pubblicati nel formato più gettonato dell’epoca, il VHS.
L’ operazione aiutò l’album nella sua ascesa, seppur lenta, verso il disco di platino.
Dunque a quarant’anni esatti dalla sua pubblicazione, sembra doveroso restituirgli il valore che sinora non gli è stato conferito. Disco che nei suoi quaranta minuti, la durata perfetta per un album, aggrada e intrattiene. Nel 1990, dopo essere apparso ancora sull’apprezzabile ‘Blow Up Your Video’, il seguito di ‘Fly On The Wall’, Simon Wright transiterà nei Dio del grande Ronnie James, rendendosi protagonista di una rispettosa prova strumentale sul poco fortunato ‘Lock Up The Wolves’. Il tutto mentre gli AC/DC volavano verso il grande successo di “The Razors Edge” e il suo principale singolo, “Thunderstruck” (ad oggi il terzo brano della band più ascoltato in streaming, dopo “Highway To Hell” e “Back In Black”). Alti e bassi dello straordinario, pazzo mondo del Rock’n’Roll. Respect!!!
MUSIKANDO
Da ascoltare…da vedere e da “ricordare” Rock Never Die !!!
Sebastiano “Seba” Accolla