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Ageismo: il pregiudizio invisibile che discrimina gli anziani

DiRedazione

Mar 11, 2025

Marco Trabucchi

Ageismo

Il pregiudizio invisibile che discrimina gli anziani

I numeri sull’invecchiamento della popolazione italiana sono ben noti: la speranza di vita è oggi di 84,5 anni per le donne e di 82,7 anni per gli uomini, e il 24% della popolazione è composta da ultra sessantacinquenni.

A fronte di questi dati, l’ageismo, inteso come discriminazione di una persona sulla base della sua età, è da tempo realtà: una malattia che pervade la società contemporanea, danneggiando da un lato molti cittadini, impedendone una vita adeguata alle loro esigenze, e privando le comunità della loro parte più vecchia, e per molti aspetti più significativa.

Questo il punto da cui prende avvio la riflessione condotta dallo psichiatra Marco Trabucchi in Ageismo(Il Margine), il cui sottotitolo potrebbe essere «L’ageismo non ha capito il mondo: chiudere fuori dalla convivenza le persone anziane provoca danni irreversibili»: perché una vita spenta dall’ignoranza è, in ogni modo, una vita che scompare, assieme alla sua ricchezza e alla sua importanza per tutti.

Sviluppatosi come una forma di limitazione della protezione sociale e affettiva, l’ageismo porta infatti, in modo non dissimile ad altre forme di discriminazione sempre più diffuse nelle società occidentali (specie verso le persone con ridotte capacità economiche o specifici gruppi etnici), a ridurre i diritti dell’anziano e, di conseguenza, gli interventi a suo favore. Questi cittadini entrano nel mondo degli svantaggiati, in un circolo vizioso dove ignoranza procura ignoranza, povertà aumenta povertà, solitudine aumenta solitudine: interrompere questi processi è possibile solo ipotizzando iniziative che, partendo da un reale progresso culturale e sociale, rivalorizzino il ruolo dell’anziano nella nostra società.

Sebbene oggi sempre più si stanno sviluppando sensibilità diverse attorno alla qualità della vita delle persone che invecchiano, infatti, con studi e ricerche pubblicate in ambito sociologico, psicologico e clinico, quel che è certo è che l’ageismo trova la sua base psicologico-culturale in comunità che valorizzano l’io come metro della vita e non comprendono, per miopia e inadeguata lettura della realtà, che il mondo sopravvive solo se le dinamiche del noivengono riconosciute: solo quando il mondo si mostrerà meno chiuso, si potrà assistere a un vero cambiamento.

*Marco Trabucchi (1946), psichiatra, è direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia. È autore, coautore o curatore di più di sessanta volumi a carattere medico-scientifico. Ha pubblicato oltre 650 articoli, prevalentemente su tematiche psicogeriatriche e di clinica geriatrica. In questi ambiti svolge un’intensa attività didattica e di informazione rivolta ai medici, agli infermieri, alle altre figure professionali dell’area socio-sanitaria e al pubblico generalista.

Pagine: 192

Prezzo: 17,50 €

In libreria dal: 21 marzo 2025

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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