I GIOVANI E L’EDUCAZIONE SESSUALE e AFFETTIVA NELLE SCUOLE, sfida aperta perchè l’Italia raggiunga l’Europa.
Era il 1953 quando un gruppo di giornalisti, scienziati e uomini di cultura si riuniva nella Associazione Italiana per l’Educazione Demografica, primo obiettivo l’abrogazione dell’articolo 553 del Codice Penale, retaggio assurdo della legislazione fascista che vietava l’uso e la propaganda dei mezzi contraccettivi, pena un anno di reclusione. Nel 1955 l’Associazione apriva a Roma, in via Rasella, il primo consultorio italiano di assistenza contraccettiva. 70 anni AIED: l’anniversario è l’occasione per ripercorrere un’ampia storia dell’evoluzione sociale in Italia e ricordare che AIED c’è, ogni giorno, per tutti. Venerdì 17 novembre, a Roma, AIED convoca un grande forum per festeggiare il suo “compleanno” insieme a storici, sociologi, esperti, e ribadire l’obiettivo del diritto all’educazione affettiva e sessuale -quindi diritto alla salute – per le studentesse e gli studenti italiani. L’Italia resta fra le pochissime nazioni in Europa – con Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania – dove gli studenti non hanno accesso all’educazione sessuale. Fra i relatori, con il presidente AIED Mario Puiatti e la vicepresidente Antonella Spolaor Dentamaro, ci saranno anche Emma Bonino, Chiara Saraceno, Franco Grillini, Cecilia D’Elia e Gianfranco Porta, autore per Laterza del memoir “Amore e Libertà. Storia dell’AIED”.
BUON COMPLEANNO AIED! 1953 – 2023
Era il 1953 quando un gruppo di giornalisti, scienziati e uomini di cultura si riuniva nella Associazione Italiana per l’Educazione Demografica, primo obiettivo l’abrogazione dell’articolo 553 del Codice Penale, retaggio assurdo della legislazione fascista che vietava l’uso e la propaganda dei mezzi contraccettivi, pena un anno di reclusione. Nel 1955 l’Associazione apriva a Roma, in via Rasella, il primo consultorio italiano di assistenza contraccettiva. Nel 2023 AIED compie 70 anni: l’anniversario è l’occasione per ripercorrere un’ampia storia dell’evoluzione sociale in Italia e ricordare che AIED c’è, ogni giorno, per tutti. Venerdì 17 novembre, a Roma, AIED convoca un grande forum per festeggiare il suo “compleanno” insieme a storici, sociologi, esperti, e ribadire l’obiettivo che impegna oggi l’associazione: il diritto all’educazione affettiva e sessuale -inteso come diritto alla salute – per le studentesse e gli studenti italiani. Un traguardo rimasto carta morta, L’Italia resta fra le pochissime nazioni in Europa – con Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania – dove gli studenti non hanno accesso curriculare all’educazione sessuale nel corso degli studi. Fra i relatori, con il presidente AIED Mario Puiatti e la vicepresidente Antonella Spolaor Dentamaro ci saranno anche Emma Bonino, Chiara Saraceno, Franco Grillini, Cecilia D’Elia e Gianfranco Porta, autore per Laterza del memoir “Amore e Libertà. Storia dell’AIED”. E nel frattempo AIED ricorda a tutti che le sue sedi in tutta Italia – Roma, Albenga, Ascoli Piceno, Bergamo, Bolzano, Genova, L’Aquila, La Spezia, Messina. Mestre, Milano, Napoli, Novara, Pisa, Pordenone, Sassari, Udine, Verona – sono disponibili ogni giorno per consulenza medica e psicoterapeutica, per controlli e prevenzione in molti ambiti come ginecologia, andrologia, ostetricia, diagnostica, infertilità, senologia, patologia vulvare, urologia, psicoterapia. Dettagli orari e info per ogni sede sul sito aied.it
IL FORUM DI ROMA, 17 NOVEMBRE
Venerdì 17 novembre, a Roma (Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, ore 9.30) è in programma il Forum “L’AIED e la società italiana 1953-2023. Sessualità, diritti, demografia”. Un evento che, celebrando i “primi”70 anni dell’Associazione, traccerà una straordinaria storia dell’evoluzione sociale in Italia, dal secondo dopoguerra ai nostri giorni. Nei suoi settant’anni AIED ha accompagnato le trasformazioni profonde – politiche, culturali, sociali – che il Paese ha conosciuto, con alti e bassi, con evoluzioni e involuzioni, essendone sempre testimone e nel suo campo d’azione importante e attiva protagonista. Il convegno ha l’obiettivo di ripercorrere i cambiamenti avvenuti nella società italiana dagli anni ’50 ad oggi, partendo dal complesso contesto del dopoguerra e dalle esigenze dei cittadini e delle cittadine di allora, fino ad arrivare alle nuove sfide di oggi e alle necessità delle nuove generazioni in ambito di sessualità, di salute riproduttiva e di diritti. Interverranno storici, sociologi, esperti ed esponenti delle lotte per i diritti civili e politici che insieme all’AIED analizzeranno il percorso sociale per la sua evoluzione, fino ai giorni nostri. Anche in questa occasione, AIED si rivolge alle forze politiche con proposte concrete: introdurre subito nelle scuole italiane i corsi di educazione sessuale e affettiva, ripensare agli strumenti di welfare affinché rispondano alle esigenze delle donne e delle coppie in ambito di maternità e genitorialità, costruire un contesto di libertà, accoglienza e tutela per le scelte degli individui sull’amore e la sessualità. Fra i relatori del Forum, con il presidente AIED Mario Puiatti, la vicepresidente Antonella Spolaor Dentamaro e la presidente AIED Genova Mercedes Bo, ci saranno voci storiche dell’impegno militante per i diritti civili, come la senatrice e storica attivista dell’impegno radicale Emma Bonino, il fondatore e presidente onorario Arcigay Franco Grillini, e ancora le sociologhe Chiara Saraceno e Marina Mengarelli Flamigni, la senatrice Cecilia D’Elia, gli storici e saggisti Gianfranco Porta, già presidente AIED Brescia e autore per Laterza del memoir “Amore e Libertà. Storia dell’AIED” (2013), Beatrice Pisa, Paola Stelliferi e Fiammetta Balestracci, il demografo Gianpiero Dalla Zuanna, Per festeggiare i 70 anni AIED è in arrivo anche un documentario prodotto dall’AIED che ripercorre la lunga e intensa storia di questi 70 anni, con molte interviste. Info e aggiornamenti: aied.it
70 ANNI AIED, LE SFIDE DI OGGI
Molto resta da fare e «nel mirino dell’impegno AIED – spiega il Presidente Mario Puiatti – obiettivo primario è l’accesso degli studenti alle conoscenze in materia di affettività e sessualità che permettano, per citare l’UNESCO, “di realizzarsi nel rispetto della salute, del benessere e della dignità, e di sviluppare relazioni sociali e sessuali basate sul rispetto”. Il diritto all’educazione affettiva e sessuale, quindi, come diritto alla salute: lo evidenzia l’Obiettivo 3 dell’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, che chiede di “garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali”. Si tratta dunque dei diritti umani elementari che vanno garantiti per il raggiungimento degli Obiettivi 2030 dell’ONU. Il quadro di riferimento dell’intervento che AIED propone per il nostro Paese, in linea con gli altri Paesi europei dove è già implementato da anni – l’Italia è infatti con Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania fra i pochissimi stati dove gli studenti non hanno accesso curriculare all’educazione sessuale nel corso degli studi – è dato dagli Standard raccomandati per l’educazione sessuale dell’OMS, linee guida che indicano quanto bambini e ragazzi, nelle diverse età, dovrebbero sapere e comprendere, quali situazioni e sfide dovrebbero essere in grado di gestire a tali età e quali valori e atteggiamenti è necessario che maturino per crescere in modo sano, positivo e gratificante nell’ambito sessuale e affettivo. Il documento è stato già sottoposto all’adattamento alle specifiche esigenze dell’Italia nell’ambito dell’attività di un gruppo di lavoro di esperti multidisciplinari promosso nel 2015 dal Comitato paritetico MIUR-SALUTE, ma questo meticoloso lavoro condiviso si è fermato. AIED si impegna per rilanciarne concretamente l’attuazione. «La storia dell’AIED – osserva la vicepresidente Antonella Spolaor Dentamaro – merita di essere ricordata e ascoltata ancora, perché è una storia moderna, che raccoglie i bisogni e le necessità dei cittadini di oggi. Introdurre l’educazione sessuale e affettiva non è un fatto ideologico, è una necessità reale che risponde ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi, dei cittadini che costituiranno una famiglia o che faranno scelte diverse, cittadini che hanno il diritto di accedere a informazioni adeguate sulla salute riproduttiva. È un fatto di rispetto che non può più essere ignorato. In questi settant’anni, AIED è stato al fianco di migliaia di donne, uomini e famiglie attraverso difficoltà e conquiste, come nel decennio di riforme importanti nell’ambito dei diritti individuali, come quelle della legge sul divorzio, della riforma del diritto di famiglia, della legge sui consultori pubblici, del voto ai diciottenni e della legalizzazione dell’interruzione volontaria della gravidanza. Gli operatori dei consultori AIED si confrontano da sempre, quotidianamente, con i giovani e con madri e padri che hanno saputo leggere i profondi cambiamenti della società e favorire il processo di modernizzazione del Paese».
70 ANNI DELL’AIED: DAL CODICE ROCCO ALLE RIFORME SOCIALI
Era il 1953, e l’Italia uscita dalla guerra si trovava a fare i conti con la revisione delle leggi ereditate dal regime mussoliniano: fra queste, le norme fondanti del natalismo fascista, come gli articoli 553, 554 e 555 del Codice Rocco secondo i quali il controllo delle nascite era un reato contro l’integrità e la sanità della stirpe, punibile con la reclusione fino a un anno. In quel contesto, per iniziativa di un gruppo di giornalisti, scienziati e uomini di cultura si costituiva, il 10 ottobre 1953, l’Associazione italiana per l’educazione demografica, focalizzata sul tema della sovrappopolazione in Italia e sui mezzi idonei ad affrontare la criticità, puntando innanzitutto alla rapida abrogazione del famigerato articolo 553 del codice penale Rocco. Pietra miliare di quell’impegno sarà, a fine anni Sessanta, la pubblicazione per l’editore Sugar di Inumane vite, il libro inchiesta di Maria Luisa Zardini De Marchi con la cronaca e il bilancio dell’intervento AIED nelle borgate della capitale: attraverso la voce di 41 donne sfilava la tragedia dei divieti legali e morali sull’informazione sessuale e l’utilizzo degli anticoncezionali: se l’assistenza domiciliare realizzata dall’AIED fosse stata estesa a tutto il paese, sosteneva l’autrice, sarebbe stato possibile «ridurre a centomila il milione di aborti praticati ogni anno in Italia». Una previsione che avrebbe trovato conferma puntuale con l’approvazione della legge 194. Nel frattempo era iniziato il decennio intenso dei formidabili anni Settanta, con le riforme diventate caposaldo dei diritti civili, propiziate dall’attivismo AIED: 1970 legge sul divorzio; 1971 abrogazione dell’articolo 553 Codice penale; 1974 referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio (divorzio confermato); 1975 riforma del diritto di famiglia; 1975 legge istitutiva del consultori familiari pubblici; 1975 voto ai diciottenni; 1978 legge 194 legalizzazione dell’aborto; 1981 referendum abrogativo sull’aborto (conferma della legge). Un decennio entusiasmante, seguito dal tempo della paura, negli anni Ottanta e Novanta, con lo spettro del contagio: le malattie sessualmente trasmissibili, prima fra tutte l’AIDS. Una crisi confluita nel primo ventennio Duemila, che visto a ritroso pare caratterizzato da una azione costante di sabotaggio dei diritti e delle riforme conquistate il secolo scorso: in Italia il diritto delle donne ad interrompere la gravidanza nei tempi e nelle modalità previste dalla legge 194 sembra più difficilmente garantito di quello all’obiezione di coscienza dei medici; i movimenti pro-vita hanno accesso a spazi di informazione nei quali si propongono visioni non supportate da dati corretti e scientifici. E come in un bizzarro cortocircuito le stesse posizioni pro-vita si schierano contro il progresso delle moderne tecniche di fecondazione assistita, così facendo impedendo a molte coppie di realizzare il proprio desiderio di genitorialità con l’aiuto della scienza.