IMMOBILISMO DEI GIOVANI, CRISI DI COPPIA, RIVENDICAZIONI FEMMINILI: AL VIA LA STAGIONE DEI “MARTEDÌ DELL’AVOGARIA”
Al Teatro a l’Avogaria di Venezia, primo appuntamento il 14 novembre, ore 21.00, con lo spettacolo “Quando arriva Briseide”
IMMOBILISMO DEI GIOVANI, CRISI DI COPPIA, RIVENDICAZIONI FEMMINILI: AL VIA LA STAGIONE DEI “MARTEDÌ DELL’AVOGARIA”
Nello storico teatro veneziano sei spettacoli con la drammaturgia emergente
Sei appuntamenti con il meglio della giovane drammaturgia italiana. Al via martedì 14 novembre 2023, ore 21.00, presso il Teatro a l’Avogaria di Venezia (Dorsoduro 1607, Corte Zappa) il nuovo ed atteso ciclo de “I martedì” de l’Avogaria, rassegna che porta in laguna le produzioni più interessanti della nuova scena teatrale.
Si parte con “Quando arriva Briseide” con Edoardo Barbone, Nick Russo, Maria Giulia Zini per la regia Gledis Cinque. Nello spettacolo, il cui testo è il vincitore del concorso “PaT – Passi Teatrali” per la drammaturgia italiana contemporanea, protagonisti tre ragazzi immobilizzati nel loro presente. Gabriele, che cerca di salvare l’ormai ex ristorante di famiglia, Andrea, che aspetta che Gabriele si accorga di lui e Giulia, una Briseide contemporanea, schiava del suo tempo e delle paure che lo abitano, che arriva a destabilizzare un equilibrio già molto precario.
Segue, (21 novembre), “Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” di e con Giulia Pont. Se i divorzi sono in aumento, credere nella coppia non è un progetto fallimentare? Come si fa a pensare di aver trovato l’anima gemella sotto casa, se siamo 7 miliardi? Il cortisolo è noto per essere l’ormone dello stress. E averne livelli alti può essere un’ottima ragione per lasciare un partner che non ci rende felici. Questo spettacolo racconta dunque come la fine di un amore possa diventare un nuovo inizio. Un viaggio nel quale scoprirsi all’interno, emanciparsi dai canoni sociali che ci stanno stretti ed esplorare l’universo, spesso ancora tabù, del piacere femminile. Un monologo comico sull’inizio di un nuovo amore, il più difficile, quello per sé stessi.
Il 28 novembre, si va indietro fino al XVII sec. con “Elena Cornaro. Per tutte le altre” di e con Silvia Gualtieri per la regia di Silvia Frasson. Nata a Venezia nel 1646, figlia di un nobile e di una ragazza del popolo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia dimostra fin da bambina un’intelligenza fuori dal comune. Il padre asseconda il suo desiderio di conoscenza, trasmettendole la passione per la lettura e permettendole di studiare. Ma una ragazza che studia nel Seicento non è vista di buon occhio. Inizia così un percorso a ostacoli, fatto di intuizioni geniali, di scelte difficili e di resistenza, che porterà Elena Cornaro a diventare la prima donna laureata al mondo. Un racconto potente dove il gioco innocente di una bimba che legge si trasforma nella resistenza di una donna, che lotta non per sè stessa, ma per tutte le altre.
Dicembre (il 5), si apre con “Lady Macbeth. God save the queen” di e con Debora Benincasa. Una riscrittura dell’opera shakespeariana che, pur giocando con il personaggio e con uno stile grottesco, mantiene intatta la potenza della tragedia. Il punto di vista è unicamente quello della Lady, crudele e annoiata, che guarda il mondo con sofferente distacco. La forza del monologo è il dialogo tra classico e contemporaneo, tra l’adesione al testo e il suo tradimento, inserimenti pop e immagini poetiche. Lady Macbeth mette in discussione la nostra moralità e ci rivela l’estrema ferocia del potere, ci guarda costantemente negli occhi mostrando il peggio del mondo e di noi.
Penultimo appuntamento (12 dicembre) con “Olga, la storia della Foglia che viveva in un baule” di e con Ilaria Weiss per la regia di Lara Parzon. Lo spettacolo è una rivendicazione al diritto alla fragilità. La protagonista è una adolescente che cerca di perdersi e che rifiuta il modello contemporaneo di aspirare alla perfezione a tutti i costi. E che vuole rifugiarsi in un piccolo posto dove costruire il mondo a sua immagine.
Gran finale, il 19 dicembre con “Freevola. Confessione sull’insostenibile bisogno di ammirazione” di e con Lucia Raffaella Mariani. Una confessione tragicomica e poetica sul dovere di piacere, sullo sguardo del mondo sui corpi femminili, sullo scambiare l’amore per l’ammirazione. È un urlo generazionale per chi vuole essere Freevola. Come spiega l’autrice, essere donna è come essere due dentro un corpo. Quella che esiste e quella che si guarda esistere, la sorvegliante e la sorvegliata, il soggetto e l’oggetto di me stessa, non solo degli altri, di me stessa
Per tutte le informazioni e prenotazioni consultare il sito:
http://www.teatro-avogaria.it/
Tel. 0415285711 335 / 372889