Al via martedì 12 novembre 2024 la rassegna nello storico teatro di Venezia con “Il compleanno di Niki”
AL VIA IL NUOVO CICLO DE “I MARTEDI’ DELL’AVOGARIA”
Sei appuntamenti con il meglio della giovane drammaturgia italiana
Venezia 6 novembre 2024
Ai nastri di partenza il nuovo ciclo dei “Martedì dell’Avogaria”, la rassegna che, al Teatro a l’Avogaria di Venezia (Dorsoduro 1607, Corte Zappa) presenta il meglio della giovane drammaturgia nazionale.
Primo appuntamento, il 12 novembre, con Il compleanno di Niki di Pier Vittorio Mannucci con Gledis Cinque, Erica Del Bianco. Una commedia drammatica che racconta il malessere di un’intera generazione, e in particolare uno dei grandi disagi psicologici del nostro tempo: la sindrome dell’impostore. Anna, una fumettista, non riesce a proseguire la striscia che l’ha resa celebre, Anna & Niki. Cerca tranquillità e ispirazione nel suo studio, un’oasi dove non è ammesso nessuno se non Niki, un lupo, protagonista della striscia e sua amica immaginaria fin dall’infanzia. Tra comici rituali per trovare l’ispirazione e strani malori di Niki, scopriamo il motivo del blocco di Anna: nella striscia i personaggi invecchiano in tempo reale, e ormai Niki è vecchia, troppo vecchia per un lupo. È arrivato il momento di farla morire, ma Anna non riesce ad accettarlo, perché l’eccentrica lupa è l’unica che le dia tranquillità, l’unica che riesce a convincerla che si è meritata il successo ottenuto. Niki, infine, riuscirà a convincere Anna a fare ciò che deve essere fatto, aiutandola a riaprirsi al mondo.
A seguire, 19 novembre, Grasse matinée di René De Obaldia con Elizabeth Annable e Maria Carolina Nardino. Due donne, Artemisia e Babeth, dialogano su se stesse, sul mondo, sull’amore, sul senso della vita e della morte, dialogano in un luogo insolito, un cimitero, perché Artemisia e Babeth sono morte, E con un linguaggio ricco e divertente, pieno di ritmo e humor, toccano uno dei temi fondamentali dell’esistenza: cosa c’è dopo la morte. Leggerezza e profondità, vita e morte coesistono in una dimensione surreale dove solo il teatro può avventurarsi.
L’ironia tragica percorre, (26 novembre), La favola nera del boia in tutù presentato da Collettivo Lubitsch. In scena il Boia e l’Attore. Due universi lontani con uno stesso marchio sociale. A manovrare i fili di queste marionette c’è il Demiurgo, un Dio/Mefisto ambiguo, un regista lunatico, che crea i primi attori sulla terra. Tre guitti che parlano in rima e agiscono in coro. Una favola nera che unisce il pianto e il riso, la morte e la vita.
A dicembre 3 dicembre, appuntamento con Sic Transit Gloria Mundi per la regia di Alberto Rizzi con Chiara Mascalzoni. Un monologo divertente, intelligente e fantasioso, che attraverso la fantasiosa vicenda di Papa Elisabetta I, la prima donna a salire sul soglio di Pietro, affronta il tema del maschilismo tanto religioso, quanto laico, nel mondo occidentale. Attraverso una insolita prospettiva, ovvero la storia della Chiesa cattolica, si rilegge il ruolo e la funzione della donna in tutta la storia occidentale. Si ride molto e si pensa altrettanto, soprattutto alla violenza, all’esclusione e alla discriminazione a cui la donna è stata sottoposta fin dai tempi di Eva.
Si prosegue, 10 dicembre, con Ossitocina con Francesco Providenti e Maria Anolfo per la regia e drammaturgia di Elena Stauffer. Claudia e Flavio sono due giovani romani che vengono selezionati per uno studio clinico che promette di simulare l’innamoramento tramite una pillola. Ma la loro incompatibilità è subito evidente: lei radical chic, lui un ragazzo di periferia con idee di estrema destra. Si esplora il peso del contesto sociale su comportamenti e idee, mettendo a confronto due mondi apparentemente opposti. Con dialoghi pungenti e riflessioni attuali, lo spettacolo invita a chiedersi se sia possibile superare le barriere sociali e pregiudizi, o se siamo tutti condannati a rimanere prigionieri del nostro ambiente.
Gran finale, 17 dicembre, con Modù! di e con Elia Tapognani per la regia di André Casaca. Una performance di clown. Un linguaggio antico che ci obbliga al presente e all’accadimento. Un lustrascarpe in scena si prepara alla giornata lavorativa e cerca clienti. Il fallimento, il caos e la precisone del gesto portano a una perenne contestazione della realtà. Lo spazio scenico è un surrogato di circo in cui lo spettatore è portato a ridere della propria sana stupidità.
Per tutte le informazioni e prenotazioni consultare il sito:
http://www.teatro-avogaria.it/
Mail: avogaria@gmail.com
In copertina : Il Compleanno di Niki