Festival Antichi Organi del Polesine
Un patrimonio da scoprire ed ascoltare
EDIZIONE XXI
29 novembre – 29 dicembre 2024
Il Re di tutti gli strumenti
Alla Rotonda, il 29 dicembre, concerto finale di Antichi organi del Polesine
Alla consolle del Callido più vecchio della provincia, Nicolò Sari in duo col flautista di fama internazionale Enzo Caroli
Come ormai tradizione, chiude il Festival Antichi organi del Polesine, un concerto con lo strumento più antico della provincia di Rovigo, il Gaetano Callido del 1767, opera numero 34 che si trova nel Tempio La Rotonda di Rovigo. Appuntamento domenica 29 dicembre 2024, alle ore 18, con un’esibizione che è anche un augurio per il nuovo anno: “Echi di Natale, flauto e organo nel Barocco”. Alla consolle, Nicolò Sari; al flauto, con oltre 50 anni di carriera internazionale, Enzo Caroli. Il programma ha subito quindi una variazione rispetto agli annunci ufficiali, a causa di un infortunio occorso al trombettista Diego Cal, che gli ha impedito di esibirsi. L’ingresso è libero e gratuito. Durata 45 minuti. Questo evento conclusivo è organizzato da Asolo musica, Mic, Regione Veneto, col patrocinio della Provincia di Rovigo, il contributo del Comune di Rovigo e la collaborazione del Sindacato del Tempio. Tutte le informazioni sulla pagina Facebook @antichiorgani.
Il programma concertistico è costruito sulle particolarità costruttive dello strumento della Rotonda, molto piccolo, con alcune volute limitazioni tecniche. A dare voce a questa macchina sonora così antica, l’organista concertista veneziano Nicolò Sari, diversi premi nel suo carnet e molte esibizioni da solista con prestigiose orchestre come quella del Teatro La fenice di Venezia e l’orchestra di Padova e del Veneto. Tre sono i brani previsti per organo solo; due sono di carattere pastorale, legati al canto dei pastori della tradizione del Natale: “Introduzione e pastorale” di Bernardo Pasquini (1637-1710) e la Pastorella Bwv 590 di Johann Sebastian Bach. Il terzo è una piccola chicca, un medley di tre pezzi di Georg Friedrich Händel (1685-1759) originariamente composti per orologio meccanico. L’orologio (o organo) meccanico era un congegno costituito da un orologio combinato con un piccolo organo, che ad un’ora predeterminata attivava un rullo dentato sul quale era inciso il brano da riprodurre automaticamente. Ebbe una gran diffusione nel tardo Settecento in Germania ed era solitamente destinato ad una clientela d’alta classe, ricca e culturalmente elevata. Importanti compositori scrissero opere appositamente per tale strumento e le partiture restituiscono non la musicalità, ma la prassi esecutiva dell’epoca, tra trilli, mordenti, appoggiature, gruppetti.
La voce melodiosa inconfondibile del flauto entra, emerge e si distingue soprattutto sui due brani di Antonio Vivaldi (1678-1741), quando l’organo accompagna con un basso continuo: la Sonata n. 6 in Sol minore ed il Concerto in Re maggiore “Il cardellino” op 10 n 3. Qui viene prepotentemente in luce tutto il virtuosismo, la tecnica, l’esperienza di un flautista di livello internazionale come Enzo Caroli. Nel 2010, al Teatro Olimpico di Vicenza ha ricevuto il premio alla carriera della rivista flautistica Falaut conferito per i 50 anni di attività “per il suo prezioso contributo alla scuola italiana del flauto”; nel 2012 il premio musicale internazionale Laszlo Spezzaferri per meriti artistici; nel 2023 viene riconosciuta ancora la sua brillante carriera col premio Peggy Finzi alla Fenice di Venezia.–
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In copertina : Nicolò Sari Ottobeuren