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Antichi Organi del Polesine Festival – EDIZIONE XX – dal 24 novembre

DiRedazione

Nov 21, 2023

Un patrimonio da scoprire ed ascoltare

EDIZIONE XX

24 novembre – 30 dicembre 2023

Antichi Organi del Polesine Festival 

Un patrimonio da scoprire ed ascoltare

EDIZIONE XX

24 novembre – 30 dicembre 2023

L’identità sonora delle comunità

ROVIGO, 21 novembre 2023 – “Nel suono dell’organo c’è il futuro del mondo”. Lo scrisse l’organista francese contemporaneo Jean Guillou. Se il futuro deve essere ben radicato nella storia e nell’identità, allora nel suono dell’organo c’è anche il futuro dei territori, perché nessuno strumento è così identitario e visceralmente collegato alle comunità di persone, come l’organo antico, la cui musica continua nel tempo a dare risonanza a tutti i colori dei sentimenti umani.

Con tutta la sua potenza identitaria, il suono dell’organo torna a risuonare nelle chiese polesane. Parte, infatti, la XX edizione del Festival Antichi organi del Polesine, che si svolgerà dal 24 novembre al 30 dicembre 2023, con cinque concerti che coinvolgeranno cinque strumenti di grande valore: il Gaetano Callido, 1787, op. 239 della Chiesa dell’Assunta di Loreo; il Domenico Malvestio, 1926 della Chiesa di San Biagio in Lendinara; il Giacomo Bazzani, 1887 di San Nicolò a Ca’ Venier; l’organo più antico del Polesine, il Gaetano Callido, 1767, op. 34 del tempio La Rotonda di Rovigo; e l’ultimo organo costruito dalla famiglia Callido, di Antonio Callido, 1829, che si trova in San Ippolito, a Giacciano.

Il Festival nasce per la conoscenza e valorizzazione dell’ingente patrimonio organario della provincia di Rovigo, dove si trovano strumenti già restaurati e funzionanti, ma anche tanti strumenti da ricostruire o restaurare completamente. L’organizzazione è di Asolo musica – Veneto musica, nell’ambito del circuito concertistico “Cantantibus organis”, coi contributi di Mic, Regione del Veneto e, per la prima volta, di Fondazione Rovigo cultura. Hanno contribuito in partnership, le cinque amministrazioni polesane più sensibili al sostegno della cultura organaria: Giacciano con Baruchella, che rientra nella rete con questa edizione, Lendinara, Loreo, Porto Tolle e Rovigo. Il Festival gode poi dei patrocini della Diocesi di Adria Rovigo, della Diocesi di Chioggia e della Provincia di Rovigo, e della collaborazione delle Parrocchie di Santa Maria assunta in Loreo, San Biagio in Lendinara, San Nicolò in Ca’ Venier, San Ippolito in Giacciano e del Sindacato del tempio La Rotonda di Rovigo. La direzione artistica è sempre del maestro Nicola Cittadin, docente d’organo al Conservatorio Agostino Steffani di Castelfranco Veneto e membro della Commissione per la Tutela e la valorizzazione degli organi storici della Diocesi di Adria Rovigo.

FOCUS 1: LA CONFERENZA STAMPA

La XX edizione del festival Antichi organi del Polesine è stata presentata stamani 21 novembre in conferenza stampa a Palazzo Celio. A dare il benvenuto, come ospite e come ente patrocinatore del Festival, è stata la Provincia di Rovigo, impersonata dalla consigliera alla Cultura Lucia Ghiotti, che portando il saluto del presidente Enrico Ferrarese, ha affermato: “Il festival è un’occasione sicuramente importante, non solo per la qualità della performance musicale che viene proposta, ma anche per visitare antiche chiese sparse nel Polesine e non sempre conosciute, che rappresentano in ogni caso un patrimonio culturale tutto da scoprire. Si tratta di un altro viaggio esperienziale – ha concluso Ghiotti – nel segno di quel turismo lento che riteniamo possa rappresentare un valore aggiunto per il nostro territorio”. A seguire il direttore artistico di Asolo musica, Federico Pupo ha ringraziato tutti i sostenitori e patrocinatori, in particolare la Regione Veneto, che ha inviato il sentito saluto dell’assessore alla Cultura Cristiano Corazzari, che sta sostenendo anche economicamente il Festival; la Fondazione Rovigo Cultura, che interviene per la prima volta in co-finanziamento della manifestazione e che ha inviato un messaggio in cui il presidente Roberto Mazzoni parla di “progetto che sposa la mission della Fondazione: dare valore attraverso la conoscenza”; ed il Sindacato del Tempio La Rotonda di Rovigo, col presidente Adriano Mazzetti presente in sala. Un’imprescindibile leva operativa del Festival sono le cinque amministrazioni in partnership: Giacciano con Baruchella, Lendinara, Loreo, Porto Tolle e Rovigo. Per la città capoluogo era presente il sindaco Edoardo Gaffeo e per Lendinara, l’assessore ai Servizi Franco Fioravanti, entrambi a segnalare la cura che le rispettive amministrazioni hanno per la diffusione e conservazione della cultura organaria. “Questo festival ha una valenza molteplice – ha detto il sindaco Gaffeo- far arrivare musica di alto livello in aree del territorio non sempre esposte a questa forma d’arte; e poi – ha proseguito – coniugare l’espressione artistica con la valorizzazione del territorio e delle chiese, che hanno anch’esse una valenza artistica, e con un patrimonio semisconosciuto di strumenti di fattura straordinaria. La musica degli antichi organi è una chiave di lettura per portare anche dentro questi luoghi, una visitazione che altrimenti non potrebbe arrivare. Invito tutti a partecipare ai concerti, perché sarà un’occasione di ascolto unica”. Per Asolo musica, il direttore artistico Federico Pupo ha ricordato il prezioso patrocinio delle due Diocesi di Adria Rovigo e di Chioggia e la collaborazione di tutti i parroci coinvolti. “Il festival Antichi organi del Polesine è inserito nel progetto regionale ‘Cantantibus organis’ – ha detto Federico Pupo – Questo progetto mette in luce una relazione tra tutti i territori della Regione del Veneto che erano dominio della Serenissima, dove è nata e si è diffusa l’arte costruttiva degli organi di Scuola Veneta. Tutti questi territori, dalle valli dell’Agordino al Delta polesano hanno in comune la stessa tipologia di antichi organi, e questo rende nell’insieme la nostra regione ricca di un patrimonio organario straordinario, che il mondo organistico internazionale ci invidia”.

Infine, il direttore artistico del festival Antichi Organi, Nicola Cittadin ha illustrato il programma musicale dei concerti e le specificità dei musicisti. “Siamo alla XX edizione – ha ricordato Cittadin – e in questi anni abbiamo visto passare molti musicisti, alcuni giovani talenti che poi hanno iniziato una brillante carriera, ed altri già affermati a livello nazionale ed internazionale. Voglio ricordare che i nostri concerti non solo hanno valorizzato la fonica di ogni singolo organo, ma ci hanno proposto combinazioni insolite tra organo e strumenti particolari, antichi o moderni, come il corno alpino, il clarinetto, il sax, il cornetto (strumento antico, antesignano della tromba, ndr). Abbiamo anche iniziato un percorso con le scuole per avvicinare le giovani generazioni al suono dell’organo: la scorsa edizione coi bambini delle elementari di Lendinara e quest’anno implementeremo con le scuole medie ad indirizzo musicale di Porto Tolle. Andiamo avanti – ha affermato Cittadin – ma è bene anche ricordare cosa si è fatto nel passato”.

NOVITÀ 2023

In questa edizione prosegue la sperimentazione per sviluppare la cultura musicale organaria delle giovani generazioni. Lunedì 27 novembre gli alunni della secondaria di primo grado ad indirizzo musicale dell’Ic Porto Tolle faranno una visita guidata col maestro Nicola Cittadin all’organo della chiesa di Ca’ Venier, per capirne il funzionamento e provare a suonare.

IL PROGRAMMA

Tutti i concerti tendono a valorizzare la struttura fonica degli strumenti, selezionando composizioni contemporanee all’organo. Gli organisti sono musicisti di rilievo nel panorama italiano ed europeo. L’ingresso è libero e gratuito.

Il concerto inaugurale è venerdì 24 novembre, alle ore 21, alla chiesa di Santa Maria Assunta di Loreo, con l’organo Gaetano Callido del 1787, opera numero 239. Alla consolle il maestro Giovannimaria Perrucci, che eseguirà brani di Giovanni Morandi, Baldassarre Galuppi, Giuseppe Gherardeschi, Gioacchino Rossini, Diego Gallardo. Si prosegue venerdì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, a Lendinara, dove alle 17, suonerà l’organo di San Biagio, il Domenico Malvestio del 1926. Alla consolle il maestro Giovanni Feltrin, che fu condirettore artistico agli albori del Festival, con un programma insolito, in cui l’organo sarà usato in maniera più percussiva che melodica e estrarrà dai suoi mantici ritmi samba e swing di compositori contemporanei, alcuni ancora viventi: Johannes Matthias Michel, John Behnke, Andreas Willscher, Hans-Martin Kiefer, Maria Scharwieß, John Rutter, Helmut Hoeft, Matthias Nagel, Jürgen Rehberg, Thomas Riegler, Alessandro Esposito. Domenica 10 dicembre, ancora alle ore 17, nella chiesa di San Nicolò a Ca’ Venier di Porto Tolle, c’è una bella combinata organo e tromba. Alla consolle dell’organo Giacomo Bazzani del 1887 c’è il giovane maestro Nicola Dolci; alla tromba il maestro Alberto Bardelloni. Eseguiranno brani di Jeremiah Clarke, Vincenzo Petrali, Giuseppe Torelli, Johann Bernhard Bach, Pietro Baldassarre, Georg Friedrich Haendel. Mercoledì 27 dicembre, alle 21, entra in scena il piccolo e vetusto Gaetano Callido del 1767, opera numero 34, del tempio La Rotonda di Rovigo. Alla consolle il maestro spagnolo Antonio del Pino, organista della Cattedrale di Malaga, che si esibirà in assolo e in accompagnamento alla splendida voce della soprano romana Giulia Ferraldeschi. Il repertorio è tutto spagnolo, spesso tratto da manoscritti conservati nella biblioteca di Malaga: Antonio de Cabezón, Juan Francés de Iribarren, Francisco Correa de Araujo, Pablo Bruna, Juan Cabanilles. Infine, il concerto di chiusura, con l’ultimo strumento costruito nel 1829 da Antonio Callido, figlio del maestro d’organi Gaetano, con cui finisce il marchio dei costruttori Callido, si terrà sabato 30 dicembre, alle 21, nella chiesa di San Ippolito a Giacciano. Alla consolle torna il maestro Rodolfo Bellatti, uno dei primi organisti invitati al Festival, su composizioni di autori italiani e francesi: Jean-François Dandrieu, Johann Sebastian Bach, Baldassarre Galuppi, Claude Benigne Balbastre, Giovanni Morandi.

FOCUS 2: APERTURA A LOREO, 24 novembre

Il concerto d’apertura del Festival Antichi organi del Polesine coinvolge uno dei più antichi e prestigiosi strumenti della provincia, l’organo Gaetano Callido, opera numero 239 del 1787, che si trova nella cantoria della chiesa di Santa Maria assunta, a Loreo (Ro). Appuntamento venerdì 24 novembre, alle 21. Ingresso libero e gratuito. Per valorizzare le variopinte e brillanti sonorità di questo strumento è programmato un concerto per organo solista, col maestro Giovannimaria Perrucci, che eseguirà un programma di classici del Settecento, marchigiani (in omaggio alle sue terre) e italiani. Dal veneziano Baldassarre Galuppi (Sonata in re minore) a Giovanni Morandi (Sonata in do minore op. 21/1, Sonata per l’elevazione in mi minore op. 21/3) e Gioacchino Rossini (tre composizioni adattate all’organo da Carlo Fumagalli e una Sinfonia trascritta per organo dallo spagnolo Diego Gallardo). Una curiosità su Giovanni Morandi (1777-1856), che era marchigiano di Senigallia, e componeva proprio avendo in mente gli organi del suo territorio, tutti di fattura Gaetano Callido di Venezia. La moglie, Rosa Morolli, da lui educata al canto, era una soprano che all’epoca divenne molto più famosa del marito, e spesso veniva ingaggiata proprio dal conterraneo e contemporaneo Gioacchino Rossini (1792-1868), illustre pesarese, per la prima delle sue opere.

Il Callido numero 239 fu costruito da Gaetano Callido (Este, 1727 – Venezia, 1813), il più attivo e talentoso allievo di Pietro Nacchini, capostipite della tecnica costruttiva che prenderà il nome di Scuola veneta. In 44 anni di attività nella sua bottega di Venezia, Callido costruì 430 organi, distribuiti nei territori della Serenissima, dell’Emilia-Romagna e delle Marche, marchiandoli con le sue iniziali ed il numero progressivo di realizzazione. Strumenti molto razionali, riconoscibili per le tecniche costruttive ed il suono. Il Callido di Loreo si distingue per l’intonazione generale cristallina, la struttura “razionale”, un solo manuale, il registro Principale (un registro è una serie di canne con lo stesso timbro) diviso in “bassi” e “soprani” dal suono avvolgente e delicato, ma corposo; i Flauti (le canne disposte a cuspide) sono puliti e penetranti. Alla consolle di questa straordinaria “macchina da orchestra” il maestro Giovannimaria Perrucci, concertista marchigiano, diplomato al Conservatorio Rossini di Pesaro in organo, clavicembalo, direzione di coro, composizione e filologia musicale e poi perfezionatosi in organo al Conservatoire national superiéur di Lyon, in Francia: uno dei primi allievi italiani del maestro Xavier Darasse. È direttore artistico della più antica rassegna italiana dei “Concerti d’organo”, che si svolge nella chiesa di Santa Maria nuova di Fano. 

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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