DI DISINFORMAZIONE E MINACCE DI RICORSI AL TAR:
L’ARTE DI GENERARE E ALIMENTARE MALCONTENTO
Con clamore, ma senza alcun fondamento e substrato tecnico, è stato annunciato nei giorni scorsi sulla carta stampata l’intendimento da parte di un commercialista pordenonese di presentare un ricorso al TAR sulla nuova tariffa per i rifiuti, sollevando altresì dubbi sulla nuova modalità di raccolta differenziata e sull’operato di GEA in termini di esternalizzazione del servizio di distribuzione del kit di raccolta differenziata.
Riteniamo opportuno fare ordine e dare un quadro preciso della situazione che, come direbbe Shakespeare, sta sollevando “molto rumore per nulla”.
Andiamo per gradi, analizzando le dichiarazioni rilasciate nel merito dal commercialista.
“(…) Gea dovrà appaltare alla famosa FVG Servizi Cooperativa Sociale parte del lavoro (di raccolta), come ha fatto per la distribuzione dei kit? (…)” si domanda il “professionista”, evidenziando in altri passaggi un presunto conflitto di interessi con il Sindaco e il neo assessore al Commercio e Bilancio, entrambi meri soci della cooperativa citata.
Preliminarmente giova sottolineare che non sussiste alcuna incompatibilità di sorta in capo alla cooperativa succitata né dal punto di vista societario né del management aziendale, come attesta la visura della medesima; secondariamente tale circostanza – assenza di incompatibilità – viene doverosamente verificata in capo agli affidatari di servizi eventualmente esternalizzati in fase di indagine.
Il “professionista” prosegue su questa falsariga chiedendosi se …“GEA ha in progetto di appaltare in tutto o in parte la raccolta dei rifiuti a suddetta società [FVG Servizi]”: tale illazione spiacevole e lievemente diffamatoria, costituisce a ben vedere una considerazione strettamente personale non supportata da prove.
GEA effettua i servizi con proprio personale e quand’anche valutasse l’opportunità di affidarne quota parte a ditte esterne, opererà mediante gara o al prezzo più basso o secondo offerta economicamente più vantaggiosa.
Come potrebbe GEA appaltare tutta la raccolta a un soggetto sprovvisto di mezzi di raccolta, senza personale adeguato e formato, senza autorizzazioni relative al trasporto/intermediazione e senza il know-how necessario?
Ricordiamo che FVG Servizi ha eseguito attività di consegna attrezzature e non di raccolta rifiuti e comunque rimane ovviamente libera di strutturarsi e di modificare il suo core business dedicandosi ad attività che riguardano più da vicino la raccolta dei rifiuti urbani.
Proseguiamo.
In un passaggio successivo, si esprime perplessità sulla raccolta in termini di “disordine” causato dall’esposizione dei bidoncini e auspicando l’introduzione del sistema a sacchi con codice.
Il sistema a sacchi, utilizzato in alcune realtà, genera sostanziali problemi operativo-gestionali ed economici che forse sfuggono ai profani:
- inserire il tag nei sacchetti del secco indifferenziato genera problemi di lettura dei conferimenti;
- utilizzare sacchetti per tutte le frazioni implica costi importanti in termini di distribuzione annuale degli stessi e/o consegna in punti stabiliti, nonché di acquisto continuo dei materiali con costi a carico dell’intera collettività;
- utilizzare sacchetti per un rifiuto più voluminoso richiede l’utilizzo di sacchi di dimensioni importanti e l’impossibilità di conferimento di questo rifiuto sfuso;
- utilizzare sacchetti per tutte le frazioni genera problematiche gestionali di raccolta di sacchetti di colore diverso o senza tag (per il secco), mentre attualmente se un’utenza utilizza sacchetti semi-trasparenti per la plastica perché ha finito la scorta di quelli gialli consegnati da GEA, questi comunque vengono raccolti se il materiale è conforme;
- utilizzare sacchetti per tutte le frazioni genera problematiche relative al rischio di rottura degli stessi. Il bidoncino è un contenitore a tenuta che comunque protegge il contenuto ed evita effluvi ben poco gradevoli;
- i bidoncini impilabili sono una soluzione salvaspazio, mentre il sacchetto è globalmente più ingombrante all’interno dell’abitazione.
Proseguendo nell’attacco al sistema porta a porta, il “professionista” sostiene che [il porta a porta] “favorisce l’evasione del tributo” e denuncia casi di cittadini che la sera vanno a “riempire con il proprio “secco” i bidoni degli altri (…)”.
Errato. La distribuzione massiva del kit e la rimozione dei cassonetti stradali ha reso possibile il rilevamento di centinaia di utenze sconosciute, costrette a palesarsi. Con il porta a porta e con il bidoncino nominativo esposto solo se pieno risulta molto più difficile riempire i bidoni altrui, mentre nel pregresso il cittadino non virtuoso poteva tranquillamente conferire il proprio secco nei numerosi cassonetti stradali della differenziata.
GEA non ha mai fatto mistero del fatto che un servizio domiciliare sia complessivamente più articolato e oneroso di un servizio a grandi cassonetti stradali. Come precisato dalla stessa penna che annuncia il ricorso ‘…tale aspetto lo capirebbe anche uno “sprovveduto”’. Quello che lo sprovveduto dovrebbe comprendere è che il materiale conferito con il porta a porta è immensamente più pulito del materiale conferito e proveniente da cassonetto stradale aperto. Ed è questo il motivo principale per il quale ci si è visti costretti a cambiare modalità di raccolta, ma non solo. Lo “sprovveduto”, dovrebbe comprendere che i rifiuti raccolti verranno successivamente trattati in un impianto che non guarderà a ciò che dovrebbe essere nel sacco, ma guarderà alla concreta correttezza del conferimento, declassando a secco indifferenziato i rifiuti non conformi (es. molto sporchi, etc), con costi a carico della collettività tutta. Il sistema si sostiene anche perché il materiale recuperato viene ceduto ai consorzi e/o a terzi soggetti e serve per finanziare gli investimenti del Gestore e per calmierare per quanto possibile le tariffe.
Consentiteci un inciso sul “paghiamo le tasse perché ci portino via le immondizie”: GEA – e così qualsivoglia altro gestore – raccoglie le immondizie dei contribuenti, ma le raccoglie in maniera differenziata come prescrive la legge, le raccoglie nelle modalità decise con il Comune, le raccoglie mediante le attrezzature concordate con il Comune e nelle giornate stabilite con l’Amministrazione. Tutto ciò che esula da questa sfera è – giuridicamente – un rifiuto abbandonato e il contribuente non in regola, potrà essere conseguentemente sanzionato.