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Aree interne, la montagna muore

DiRedazione

Nov 23, 2020

Chiesta un’ulteriore proroga al decollo della “Strategia Aree Interne”

“A ROMA SI DISCUTE E I PICCOLI COMUNI SI SPOPOLANO”

Gava tuona: “Stop alle perdite di tempo!”

 “Mentre le piccole realtà alpine si spopolano e muoiono, a Roma si discute di infinite proroghe”. E’ una Vannia Gava infuriata quella che, dopo essersi confrontata con numerose amministrazioni comunali, ha preso in mano carta e penna per chiedere urgenti chiarimenti sui ritardi della “Strategia delle aree alpine”. I fondi che dovrebbero rilanciare le zone più decentrate del Paese investendo in scuola, sanità e trasporti sono fermi da anni e ora il Cipe avrebbe chiesto un ulteriore slittamento nell’approvazione dei progetti al giugno 2021. 

A ottobre 2019 è stata concessa una proroga a causa della complessità dell’iter – ha tuonato il deputato della Lega -. Ora si scopre che il termine del prossimo 31 dicembre non appare ancora sufficiente e alcuni uffici governativi solleciterebbero nuovi rinvii. Nel frattempo le aule di montagna chiudono, le strade restano pericolose e disagiate e i presidi sanitari languono. Poi ci si domanda perché le fasce territoriali più lontane dai grandi centri si stanno velocemente svuotando di abitanti e servizi”. 

La Gava ha interrogato il Ministro della coesione, Giuseppe Provenzano, per sapere cosa sia stato fatto nell’ultimo anno “visto che ora vengono adombrate ulteriori difficoltà logistiche nella gestione dell’incartamento”. “I Comuni interessati hanno da tempo adempiuto ai loro impegni proponendo idee e progetti e segnalando le principali criticità – ha concluso l’esponente del Carroccio -. Ma senza risorse finanziarie ogni accordo quadro è destinato a rimanere sulla carta. Questo esecutivo si riempie la bocca di belle parole ma non fa nulla per arginare la burocrazia dilagante. La montagna italiana è un patrimonio da valorizzare e non un peso da sopprimere, magari restando semplicemente inerti e lasciando che lo spopolamento continui”. “E non si provi a dare la colpa all’emergenza covid perché la realizzazione del piano delle “aree interne” lamenta ritardi da ben prima si affacciasse sulla scena lo spettro del coronavirus”, ammonisce Vannia Gava.

Di Redazione

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