Dieci artisti internazionali fra i più rappresentativi della scena europea contemporanea sono protagonisti del Festival di Arte Contemporanea B#Side the River 2022, in programma fino al 30 luglio 2022 in una vasta area dell’Isontino e della pianura friulana – nei centri di Gradisca d’Isonzo, Monfalcone, Cervignano del Friuli, Farra d’Isonzo, Sagrado, Staranzano, Ruda, Fogliano Redipuglia e Mariano del Friuli. Realizzato dall’associazione di promozione artistica e culturale IoDeposito per la direzione artistica di Chiara Isadora Artico, B#Side the River vedrà protagonisti Đejmi Hadrović, Lang Ea, Andreja Kargačin, Gülhatun Yıldırım, Ingrid Ogenstedt, Nathalie Vanheule, Marta Lodola, Boris Beja, Holly Timpener, Deimion van der Sloot: ciascun artista si renderà artefice di una propria rilettura della storia dei luoghi di confine intorno al fiume Isonzo, in rapporto alle comunità del territorio che saranno parte attiva del progetto e potranno partecipare a laboratori, passeggiate sensoriali e sonore, aperitivi e colazioni con l’autore, a performance di straordinario impatto artistico ed emozionale.
Obiettivo è la creazione di opere d’arte inedite, nutrite della memoria collettiva, che confluiranno nelle due mostre in programma a Udine (nell’evocativa location del “Bunker” di piazza Primo Maggio, ottobre 2022) e Trieste (Sala Xenia, 10/27 novembre 2022) «B#Side the River Festival – spiega la direttrice artistica Chiara Isadora Artico – lavorerà sulle cicatrici della storia come se il fiume Isonzo fosse la pelle, l’epidermide del territorio, mentre il corpo di molte artiste si farà luogo delle esperienze universali includendo istanze sociali, storia e dolore». La prima residenza di B#Side The River Festival 2022 ha visto protagonista l’artista slovena Đejmi Hadrović, che vive e lavora in Egitto: dal 29 maggio al 4 giugno ha ‘abitato’ Monfalcone costruendo con la multiculturale comunità il progetto “In Corpore Sano”, un’opera video sul tema dell’embodiment a partire da aspetti della vita domestica considerati femminili come pulire pavimenti, stendere panni, lavare tappeti. La residenza successiva, dal 5 all’11 giugno, a Fogliano Redipuglia e Gradisca d’Isonzo, ha coinvolto l’artista neozelandese di origine cambogiana Lang Ea che esplora le sfide della guerra e dei suoi traumi. KA-BOOM! è il titolo dell’installazione di Land Art con 600 pon-pon, rossi come il sangue versato nelle battaglie dell’Isonzo, visitabile in estate presso Largo Porta Nuova a Gradisca d’Isonzo. Terza residenza per l’artista serba Andreja Kargačin, 23 anni, erede della lezione di performers come Marina Abramović: venerdì 17 giugno, dalle 19.30 alle 22.30, nell’atrio di Palazzo Torriani a Gradisca terrà la durational performance “Sonata for a Violin and Cornfields Op. 1946”, dedicata alla nonna materna, prodigio del violino e cittadina ungherese nella Jugoslavia del secondo dopoguerra, costretta ad abbandonare la musica per il lavoro nei campi di grano che le rovinò le mani. Andreja Kargačin elabora il dolore nella performance con un gesto totalmente corporeo e archetipico, cucendo sul suo corpo nudo una corda di violino, metafora della repressione dell’arte e del libero pensiero. Dalle 21 il concerto del DUO ZI-GA-NO Roberto Daris fisarmonica e Simone D’Eusanio violino.
Dal 19 al 25 giugno, da Staranzano fino a Sagrado risiederà l’artista turca Gülhatun Yıldırım, nota per i lavori legati all’acqua: il suo atto performativo si svolgerà in cammino lungo il fiume Isonzo. L’artista multidisciplinare svedese Ingrid Ogenstedt sarà dal 24 giugno al 1° luglio, a Farra d’Isonzo, la sua installazione site-specific di Land art, “Arco” verrà rilasciata giovedì 30 giugno nel Museo di Civiltà Contadina di Farra d’Isonzo. Dal 2 al 9 luglio l’artista belga Nathalie Vanheule sarà tra Gradisca d’Isonzo, Sagrado e Fogliano Redipuglia, la sua performance partecipativa “All Arms United”, sabato 9 luglio, si svolgerà di fronte alle mura del Castello di Gradisca d’Isonzo coinvolgendo 30 persone che produrranno impronte dei propri corpi su di un nastro trasportatore. L’artista italiana Marta Lodola, attiva in Germania, sarà in residenza: dal 10 al 16 luglio, a Ruda; venerdì 15 luglio dalle 21.00, nell’Ex Amideria “Chiozza” di Perteole proporrà l’atto performativo ‘Dissolvenze’ con la partecipazione attiva del pubblico. Terz’ultima residenza affidata all’artista sloveno Boris Beja: sabato 16 luglio presenterà l’installazione ‘Sailing this way’, un’opera materica creata con la partecipazione dei lavoratori dei cantieri navali di Monfalcone. L’artista canadese Holly Timpener sarà in residenza dal 17 al 23 luglio a Sagrado: la sua video performance ‘Embodied Resistance: Past, Present, Future’. sarà legata all’identità di genere, in rapporto con la memoria della resistenza, elemento di identità del luogo. Infine, dal 24 al 30 luglio, a Farra d’Isonzo, l’artista olandese Deimion “Peim” van der Sloot, riconoscibile per la tecnica grafica con colori vibranti e motivi decorativi, produrrà ‘Roc Mentaliteit’, una serie di opere realizzate attraverso l’apposizione di sticker colorati su stampe in bianco e nero di dipinti.
Info
B#Side the River: le biografie degli artisti
Ðejmi Hadrović
1988, Slovenia. Vive e lavora in Egitto
Artista specializzata in video-arte e time-based media, Ðejmi Hadrović si è formata nelle accademie di Vienna, Linz, Capodistria e Ankara.
Il forte interesse antropologico e filosofico fa capolino nelle sue opere attraverso i temi da lei prediletti della storia sociale e degli studi di genere e attraverso le metodologie relazionali e partecipative con cui concepisce i suoi lavori. Particolarmente interessata agli aspetti interetnici e multiculturali, le sue opere sono state esposte in tutta Europa.
dejmihadrovic.si
Lang Ea
1974, Cambogia. Vive e lavora in Nuova Zelanda
Lang Ea è un’artista multidisciplinare che interroga ed esplora le sfide personali ma universali della guerra e dei suoi traumi. Le sue opere sono una raccolta di narrazioni emotivamente complesse alimentate dalla risonanza persistente del trauma storico.
Nei suoi lavori il peso della memoria subconscia si mescola con gli elementi di instabilità della nostra epoca contemporanea definendo una visione, offrendo una rivelazione percettiva e invitando alla contemplazione.
www.langea.co.nz
Andreja Kargačin
1999, Serbia
Artista interdisciplinare originaria di Novi Sad, Andreja Kargačin nasce in teatro e si avvicina alla performance grazie al suo retroterra nella danza e negli studi di arte drammatica, svoltisi a Belgrado. Originaria di una parte “multietnica e paradossale” dei Balcani, dà forma al suo interesse per le aree grigie della storia e per il ruolo della memoria collettiva attraverso il lavoro sul corpo, introiettando la lezione di Marina Abramović, di Mladen Miljanović e di altri indiscussi performer che hanno dato voce ai Balcani nel contemporaneo.
Gülhatun Yildirim
1991, Turchia
Gülhatun Yildirim è un’artista performativa, la cui ricerca si focalizza sulle sfaccettature più profonde e oscure della natura umana, che nei suoi lavori performativi è spesso simbolizzata dall’acqua. Le sue performance sono caratterizzate dalla tensione tra sentimenti opposti, enfatizzata dall’interazione del corpo dell’artista con gli elementi naturali.
Attraverso i suoi lavori, l’artista indaga gli istinti primordiali che convivono nell’animo umano, come il desiderio di porre fine al dolore e il terrore del vuoto.
www.performistanbul.org/index.php/gulhatun/
Ingrid Ogenstedt
1982, Svezia
Ingrid Ogenstedt è un’artista multidisciplinare la cui pratica si articola tra disegno e progetti di installazione di grandi dimensioni, con un particolare interesse verso la land art.
Le sue installazioni site-specific vengono realizzate con un approccio di tipo archeologico, che mira a riportare alla luce le strutture già preesistenti sotto la superficie, nascoste e in attesa di essere ritrovate.
L’utilizzo di materiali organici trovati in loco contribuisce a rafforzare il legame tra arte e natura, rendendo le opere delle entità vive e autonome, soggette a un continuo divenire.
www.ingridogenstedt.com
Nathalie Vanheule
1980, Belgio
Nathalie Vanheule è un’artista multidisciplinare che attraverso installazioni e performance ad alto impatto emotivo esplora tematiche universali quali la vita e la morte, la vanità delle cose e la fragilità dell’esistenza umana.
Nelle sue opere è fondamentale il coinvolgimento degli spettatori, che divenendo parte attiva dell’esperienza sono trasportati in dimensioni sospese e surreali, dove le certezze che regolano la nostra quotidianità vengono temporaneamente sovvertite.
Originaria di Ypres, città belga incenerita dai bombardamenti della Prima guerra mondiale, Vanheule è conosciuta nel mondo per l’uso espressivo che ha fatto della cenere.
www.nathalievanheule.be
Marta Lodola
1986, Italia. Vive e lavora in Germania
Marta Lodola è un’artista visiva specializzata in performance art. La sua ricerca artistica mira a studiare le relazioni che si creano tra il corpo umano e il contesto circostante. In particolare è interessata all’identità femminile all’interno della società contemporanea.
Marta considera arte e vita strettamente legate ed è solita lavorare tramite autoscatto fotografico, video e illustrazioni, atti performativi site-specific di lunga durata dove il corpo stesso diventa scultura, installazione, a restituzione delle istanze sociali.
martalodola.wordpress.com
Boris Beja
1986, Slovenia
Boris Beja è un artista multidisciplinare, che riunisce nella propria pratica artistica media quali scultura, disegno, collage e fotografia. Con questi strumenti è alla costante ricerca di nuove chiavi per comprendere la realtà che lo circonda.
Le sue installazioni, spesso caratterizzate da motivi ornamentali, sono sempre estremamente curate nel loro aspetto visivo ed estetico: nelle sue opere l’attenzione al dialogo tra le dimensioni “micro” e “macro” genera una tensione latente, un’energia estetica, una bellezza che rende possibile il coinvolgimento emotivo di chi osserva (elemento necessario a trasmettere le complesse tematiche sociali trattate dall’artista)
borisbeja.eu
Holly Timpener
1982, Canada
Holly Timpener è un’artista performativa che indaga le tematiche legate all’identità di genere, tra trauma e resistenza.
Le sue performance sono un mezzo per comprendere il proprio posto nel mondo, ma anche per diffondere una maggiore consapevolezza relativa a temi quali il rapporto con il corpo e le dinamiche di potere ad esso collegate.
I suoi lavori sono costituiti da “performance durational” nel corso delle quali utilizza il proprio vissuto personale al fine di dare voce alle istanze della comunità attraverso un linguaggio accessibile al pubblico.
hollytimpener.wixsite.com/hollytimpener
Deimion “Peim” van der Sloot
1986, Olanda, ha lavorato e vissuto in Argentina
Peim è un artista multidisciplinare, la cui pratica si divide tra arti visive, design e performance.
Nel corso della sua carriera ha creato uno stile altamente riconoscibile grazie a tecniche grafiche che comprendono l’utilizzo di stickers colorati.
Grazie a colori vibranti e motivi decorativi Peim crea composizioni dal forte impatto visivo, attraverso le quali sfida costantemente sé stesso e lo spettatore su temi sociali cui conferisce prospettive divergenti, introducendo elementi di disordine che mettono in discussione i costrutti sociali e la concezione spazio-temporale della storia.
peim.cargo.site
Foto di copertina : Marta Lodola_CIPAF 2016_photo Skevi Laou