Al 37° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste,
ritratti di donne determinate, la militanza per i diritti e la musica di Pixinguinha
Nel pomeriggio, Julian Assange protagonista di Hacking Justice e del libro presentato subito dopo
Al Dipartimento di Studi Umanistici, si conclude l’Omaggio a Manuel Antin con gli ultimi tre film
Al 37° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano, non ci sono solo molte cineaste, tante, come da tradizione, ma anche molti bei ritratti di donne, a raccontare l’altra metà del cielo del subcontinente; donne determinate e resilienti, che affrontano difficili storie familiari, che sfidano tabù e inseguono i loro obiettivi. Così come non mancano i film che ricordano l‘anima inquieta e ribelle dell’America Latina, quella che non si arrende alle ingiustizie e lotta per riconoscere i diritti di ogni essere umano e dello stesso pianeta. E poi la musica, senza la quale non si potrebbe immaginare la ricchezza culturale di queste terre incredibili.
Mercoledì 16 novembre inizia nella Sala Grande del Teatro Miela alle ore 9.00, con Contemporanea Concorso e il film dominicano Rafaela di Tito Rodríguez, storia di una ragazza cresciuta in un pericoloso quartiere di Santo Domingo e in cerca della propria identità transgender, in un mondo sempre più violento. Si parla del mondo LGBT anche nel brasiliano Os primeiros soldados di Rodrigo de Oliveira, che in programma alle ore 11.00 per il Concorso Ufficiale, porta nel Brasile degli anni ’80, dove un gruppo di giovani entra in contatto con una malattia che spaventa e che nessuno conosce ancora, l’AIDS.
Nel pomeriggio, alle ore 15.00, ancora Concorso Ufficiale con il messicano Expira di Leopoldo Laborde, che segue i passi di una giovane donna decisa a scoprire l’identità del serial-killer che ha ucciso sua madre anni prima. Tempo di musica, alle ore 16.45 in Contemporanea Concorso: il brasiliano Pixinguinha, um homem carinhoso di Denise Saraceni, è un biopic dedicato ad Alfredo da Rocha Vianna Jr, Pixinguinha (1897-1973), il padre della musica popolare brasiliana, grazie al quale si è poi affermata, decenni dopo, la bossa nova di Tom Jobim, João Gilberto e Caetano Veloso; la sua Carinhoso è la canzone brasiliana più registrata di tutti i tempi. Dopo la proiezione, l’incontro con Carlos Moletta, produttore e distributore internazionale. Ancora Contemporanea Concorso, ma Fuori concorso, con l’appassionante viaggio del seme del cacao tra Messico e Italia da una parte pianta dal prezioso significato culturale, dall’altra popolare e amato cioccolato, con tutti i suoi derivati, bevanda compresa: alle ore 19.00, la coproduzione italo-messicana La leyenda del árbol secreto – La leggenda dell’albero segreto di Giuseppe Carrieri. A seguire, l’incontro con Massimo De Giuseppe (produttore e sceneggiatore).
La serata della Sala Grande è firmata da due donne, entrambe presenti in sala per incontrare il pubblico al termine delle proiezioni dei loro rispettivi film: alle ore 20.40, per Concorso Ufficiale, l’argentino-messicano Retiros (In)voluntarios di Sandra Gugliotta, che ripercorre le devastanti conseguenze delle politiche di gestione delle risorse umane nelle aziende delle telecomunicazioni in Francia e in Argentina negli anni ‘90: la violenza psicologica e la paura del licenziamento utilizzate dalle compagnie per sottomettere i propri; depressione, malattie e, nel peggiore dei casi, suicidio, tra le conseguenze. La dominicana Tatiana Fernández Geara è la regista di Vals de Santo Domingo, in programma alle ore 22.25 per la sezione Contemporanea Concorso: racconta l’amicizia tra tre giovani ballerini e i pregiudizi di un Paese che vede ancora la danza come cosa da donne. Come in un valzer, una melodia a tre tempi, i tre ripercorrono Santo Domingo affrontando, e a volte abbracciando, il machismo che regge la società dominicana.
In Sala Birri, mercoledì 16 novembre inizia alle ore 9.10 con Spazio Colombia e il film Camilo Torres Restrepo, el amor eficaz di Marta Rodríguez e Fernando Restrepo, in cui l’autrice immagina un dialogo tra sé e il sacerdote rivoluzionario Camilo Torres. Una conversazione che prova a ripercorrere e analizzare l’assenza, durata 56 anni, di Camilo dalla vita sociale e politica della Colombia, dalla Teologia della Liberazione all’Amore Efficace. Diritti e militanza anche nel documentario che segue alle ore 11.00: l’argentino R.J.W. di Fermín Rivera, in Contemporanea Concorso, è un documentario dedicato al giornalista Rodolfo Jorge Walsh, dalla sua infanzia fino all'”Operazione Massacro”; Walsh fu tra i primi giornalisti a denunciare la dittatura argentina ed è ancora oggi desaparecido.
La sezione Cinema e Letteratura apre il pomeriggio della Sala Birri alle ore 15.00, con il messicano El lugar sin límites di Arturo Ripstein, tratto dall’omonimo romanzo di José Donoso per raccontare il ritorno di Pancho al suo paese e la lotta che si scatenerà tra “La Manuela”, un travestito a capo di un bordello, e sua figlia “La Japonesita”, tra uomini che desiderano il potere, donne che desiderano uomini e uomini che si desiderano tra di loro.
Per Salón España, alle ore 17.00, uno degli eventi della giornata, la produzione ispano-tedesca Hacking justice di Clara López Rubio e Juan Pancorbo ricorda le vicende di Julian Assange, l’anima di Wikileaks, che rischia l’estradizione negli USA, dove potrebbe essere condannato a 175 anni di carcere per la pubblicazione di documenti che rivelano crimini di guerra compiuti dagli Stati Uniti. Segue la presentazione del libro JULIAN ASSANGE. Niente è come sembra! (Nexus Edizioni Srl, Padova – 2021) a cura dell’autrice Germana Leoni.
Alle ore 19.00, il film di Manuel Antin in concorso in Cinema e Letteratura, Circe. La serata inizia alle ore 20.30 con il peruviano Pakucha di Tito Catacora, in gara per Mundo Latino: una famiglia della comunità aymara, nelle Ande, celebra il rituale uywa ch uwa, che consiste nell’invocare la Pakucha (lo spirito dell’alpaca). Durante la celebrazione, l’intera famiglia viene guidata dalla cosmovisione della cultura andina ed entra in un universo pieno di misticismo, in cui la fine coincide con l’inizio di una nuova vita. Al termine della proiezione, incontro con Sergio García Locatelli, il distributore internazionale.
La giornata si chiude alle ore 22.00 con l’argentino Los paisajes di Hernán Fernández, in gara nella stessa sezione, per raccontare uno dei temi prediletti da questa edizione del Festival, il rapporto tra genitori e figli, in questo caso la poetessa ucraina Tamara Zhurba e sua figlia Valentyna, in un paesaggio invernale e freddo, tra vita quotidiana, poesie e paesaggi oscuri.
Nell’Aula Cinema del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste, in via Principe di Montfort 3, si conclude l’Omaggio a Manuel Antin con la proiezione degli ultimi tre film. Alle alle ore 16.00, Intimidad de los parques, storia di un triangolo che prende una diversa piega in un viaggio a Machu Picchu; nel cast anche il grande attore spagnolo Francisco Rabal. Los venerables todos, alle ore 17.15, segue le vicende di Ismael, sempre deriso dal gruppo di cospiratori con brama di potere a cui appartiene, fino a quando la donna di cui è innamorato inizia a mostrare interesse per le logiche macabre del gruppo. Alle ore 18.50, l’Omaggio chiude con Castigo al traidor, storia di vendetta di un figlio dopo l’assassinio del padre, considerato un traditore nel gruppo di cospirati a cui apparteneva.
I film dell’Omaggio sono in versione originale.
Tutte le info aggiornate sul Festival, nella sua pagina web, www.cinelatinotrieste.org
In foto di copertina : OS PRIMEIROS SOLDADOS