AUTOSCIAMANESIMO
L’intuizione e l’artificio
dal 20 al 23 dicembre 2024
Inaugurazione e presentazione: 20 dicembre alle ore 18:00
Presentazione del romanzo “Armonia delle resistenze”: 23 dicembre alle ore 18:00.
Corso Italia, 100/d
Gorizia
La fotografia raggiunse livelli interessanti di qualità già nel diciannovesimo secolo, e i pionieri di questa nuova arte non faticarono nel farla conoscere. Tuttavia, per molto tempo, fu considerata come una sorta di variante della pittura o meglio come se si trattasse di una nuova tecnica per dipingere.
Ai giorni nostri, le due arti non si mettono in comune in modo così diretto, ma all’epoca la pittura stava vivendo il trionfo del Realismo e la posa fotografica permetteva una rappresentazione più sicura della realtà, impossibile da raggiungere per mezzo della pittura. Non ci si può allora meravigliare che al momento dell’arrivo in commercio della prima macchina fotografica alla portata di tutti, i pittori affermati come Delaroche dichiaravano sconsolati: “Da oggi la pittura è morta”.
Con l’utilizzo odierno delle immagini, l’intelligenza artificiale ha fatto accadere un ulteriore cambiamento. Il software è in grado di rielaborare un concetto o una semplice ispirazione in una immagine che può essere scambiata per opera d’arte. Essa è il risultato della fusione di immagini già presenti in Internet e, pertanto, il suo lavoro si limita alla memoria, a quello che già c’è stato. Ciononostante, questa nuova immediatezza permette di realizzare immagini in un modo che non era mai stato possibile, proprio come era successo nell’Ottocento con il sorpasso della fotografia sulla pittura.
Come allora i pittori confusero la novità della fotografia con una nuova tecnica pittorica, oggigiorno non bisogna confondere l’intelligenza artificiale. La produzione dell’intelligenza artificiale non è migliore di quella più lenta e artigianale dell’artista che lavora nel suo studio: sono due cose differenti, proprio come avrebbero poi scoperto i nostri antenati confrontando la pittura e la fotografia. La produzione dell’intelligenza artificiale è un qualcosa d’altro, che ancora non ha nome. Per la prima volta, come neppure i pionieri della fotografia avrebbero immaginato, il soggetto dell’opera d’arte smette di avere il valore di simbolo ed è solo immagine.
L’intelligenza artificiale e l’artista finiranno di essere in antagonismo quando gli artisti impareranno le regole di questa nuova “frontiera” dell’arte. Infatti, affidarci ai soliti parametri, alla logica quindi, è un procedere nel prevedibile. È una sicurezza che la tecnologia ci sta evidentemente togliendo. Nel nostro esempio: non ci sarà più bisogno di un fotografo per fare foto perfette, basterà la macchina. E lo stesso per le mostre d’arte, le composizioni musicali e i calcoli matematici. Questo non è un problema che si aggrava, forse è invece un dono per liberarci dall’obbligo di fare noi il lavoro “da macchina”. Cioè un poter sconfinare ancora di più.
Quando si va a perdere queste certezze si fa la scoperta di una sicurezza nuova, che non avremmo mai saggiato senza incappare in tale crisi. La nuova sicurezza si basa, paradossalmente, sul sollevarci dall’avere necessità di appoggiarsi a sicurezze. Proprio come avrebbero poi scoperto i pittori dell’Ottocento quando si ritrovarono liberi di occuparsi di altro: sperimentare approfondimenti che fino ad allora non avevano occasione di vivere e che segneranno le novità impreviste nell’arte degli ultimi 100 anni.
Ciò che l’intelligenza artificiale non potrà avere nel suo “creare” sono le intuizioni, tanto importanti per un artista. Perché essa non ha una coscienza. E se io come artista sono in parte sollevato dal dover realizzare immagini, allora potrò creare un’arte oltre l’immagine. La quale sarà caratterizzata da ciò che l’intelligenza artificiale non potrà fare: vivere esperienze di vita seguendo la spontaneità e le intuizioni. Con il progetto AUTOSCIAMANESIMO, le persone sono accompagnate a vivere esperienze e non a collezionare opere d’arte. Le esperienze non diventeranno poi una immagine o un oggetto con cui arredare la propria casa ma una diretta relazione formativa e personale con l’artista e tra di loro.
Il compito che sento di avere (e quindi il mio scopo come artista) è quello di accompagnare le persone verso altri mondi. E per “altro mondo” si intende una realtà nella quale si ha l’audacia di seguire le proprie intuizioni, abbracciando l’inaspettato. “L’autosciamano”, quindi, è colui che si lascia andare all’imprevedibile, diventando una sorta di sciamano di sé stesso. Da questo momento in poi, offrirò la possibilità di passare del tempo insieme, senza prevedere cosa succederà e cosa si vivrà. Questa sarà l’opera d’arte e questa la sua unicità. Creare senza sapere cosa capiterà è qualcosa che l’intelligenza artificiale non potrà mai raggiungere.
Chiedimi informazioni: contact@enzocomin.com – 3493796421 – https://linktr.ee/enzo.comin