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“Bici è sostenibilità”: venerdì 7 marzo alle ore 18.00, Storie di bici e Resistenza con Teresa Vergalli

DiRedazione

Mar 6, 2025

Ultimo appuntamento, a Turriaco, con la rassegna “Bici è sostenibilità. Tra storia e diritti”, promossa dall’Amministrazione comunale di Turriaco con il sostegno del GECT – Euregio, nell’ambito del progetto Le ciclabili della musica, e organizzata dall’associazione Culturaglobale.

Venerdì 7 marzo alle ore 18.00, nella Sala consiliare Nilde Iotti di Turriaco (Piazza Libertà 3), si terrà l’incontro Storie di bici e Resistenza,una conversazione (online) con la staffetta partigiana Teresa Vergalli. A moderare il racconto delle incredibili storie di vita vissuta durante la Resistenza dalla Vergalli, Marta Verginella, docente all’Università degli Studi di Lubiana.

Teresa Vergalli continua a fare la staffetta: ci consegna il messaggio della Resistenza; mette in contatto noi di oggi e di domani, con la realtà di quegli anni decisivi.

Qualche curiosità dal libro…

«Sapete cosa vuol dire vivere senza la libertà? La libertà di leggere un libro che ti piace, di esprimere la tua opinione, di spostarti da una città all’altra, di avanzare diritti nei confronti dei padroni su trattamento e paga al lavoro. O senza la libertà di andare a scuola, un traguardo privilegiato che ai miei tempi era riservato a pochi? Ecco, il 25 aprile è il simbolo di queste piccole e grandi conquiste ed emancipazioni».

Teresa Vergalli, classe 1927, staffetta partigiana durante la Resistenza, li chiama ancora così: i padroni. Tradendo la consapevolezza antica di chi, già da giovanissima, si sentiva nata dalla parte sbagliata della storia, quella vissuta dai contadini della Val d’Enza, in Emilia-Romagna, una comunità fatta di miseria in cui l’unico sostentamento era il proprio raccolto. «Allora c’erano i padroni e i poveri. Le donne invece, come diceva mia madre, contavano meno dei gatti» racconta.

Parlare con una testimone diretta di quegli anni significa toccare con mano episodi del passato che di solito si leggono sui manuali di scuola, arricchiti da dettagli privati che hanno contribuito a costruire la storia. Dopo l’8 settembre 1943, data che sugella l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, segue un periodo durissimo per il nostro Paese che ebbe l’illusione di una pace immediata ma poi fu costretto a organizzarsi nella lotta partigiana per uscire dall’oppressione fascista. E Teresa se li ricorda bene quegli stenti.

“… a 16 anni, volevo contribuire a cambiare il mondo in cui vivevo, non pensavo ad altro, con le scuole chiuse e il rumore delle bombe in sottofondo. Avevamo impressa sulla pelle l’avversione per quella violenza e le angherie che stavamo subendo, i rastrellamenti, i saccheggi, gli incendi, le uccisioni pubbliche. “staffetta senza pensarci un attimo. Con la mia bicicletta azzurra facevo da tramite con le formazioni partigiane nascoste in montagna… costituite anche da ragazzi che non volevano arruolarsi nella Repubblica di Salò e vivevano con documenti falsi, inseguiti dal regime e in estremo pericolo. Li accompagnavo in montagna, anticipandoli nel percorso per evitare loro posti di blocco o persone sospette che avrebbero potuto fare la spia. Andavo da Bibbiano a Canossa, nella provincia di Reggio Emilia: oltre 20 chilometri al giorno, andata e ritorno”.

Teresa Vergalli nasce in una famiglia contadina della Val d’Enza, nel 1933. All’età di cinque anni, assiste all’arresto di suo padre che tornerà solo dopo sette mesi, amnistiato per il decennale del dicembre 1933.

All’inizio della Seconda guerra mondiale, nel 1941, studia alle Magistrali, a Reggio Emilia, e nel 1943 è pronta ad aiutare suo padre, già coinvolto nella Resistenza e nel Comitato di Liberazione Nazionale. Nel febbraio del 1944, non potendo più frequentare la scuola a causa della guerra, decide di partecipare attivamente alla Resistenza: inizia così, come staffetta, a percorrere tutta la zona a Sud della via Emilia per portare messaggi e documenti, oltre ché accompagnare dirigenti e responsabili militari della provincia e anche dell’Italia del Nord. Come da lei stessa ricordato, non sparò mai un colpo ma portò sempre con sé, nascosta nel reggiseno, una piccola rivoltella con la quale era pronta a uccidersi, qualora fosse caduta nelle mani dei nazifascisti.

Terminata la guerra ha condotto attività politica, partecipando alla creazione dell’Unione Donne Italiane e dell’Associazione delle ragazze. Terminati gli studi si è dedicata all’insegnamento, quale maestra elementare, nelle scuole dei quartieri romani don Bosco e Cinecittà Est. Si sposa nel 1948 con il dirigente sindacale italiano Claudio Truffi. Fra le sue opere: Storie di una staffetta partigiana (Editori Riuniti Univ. Press, 2012);  L’invenzione della verità (DEd’A, 2009); Un cielo pieno di nodi (Editori Riuniti, 2015); Una vita partigiana (Strade blu, Mondadori).

Tutti gli appuntamenti della rassegna “Bici è sostenibilità. Tra storia e diritti” sono a ingresso libero e non è richiesta prenotazione.

www.dialoghi.eu

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