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Bollette telefoniche, rincari e stop al Ddl Concorrenza: cosa cambia per i consumatori

DiRedazione

Nov 3, 2025

Il dibattito politico ed economico italiano torna a concentrarsi sulle bollette telefoniche e sulle nuove misure del Ddl Concorrenza, inizialmente pensate per tutelare i consumatori e limitare gli aumenti dei costi nei servizi pubblici e privati. Tuttavia, con la prossima manovra economica 2025, il disegno di legge sembra destinato a subire un rinvio, sacrificato per fare spazio ad altre priorità di bilancio. Una decisione che solleva preoccupazioni tra utenti, associazioni e imprese del settore delle telecomunicazioni.

Rincari nelle bollette e inflazione: l’impatto sulle famiglie italiane

Negli ultimi mesi, i cittadini italiani hanno dovuto affrontare un aumento significativo dei costi delle bollette telefoniche, una tendenza che si inserisce in un quadro più ampio di rincari legati all’inflazione. Secondo i dati pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico, le principali compagnie hanno introdotto clausole di aggiornamento automatico dei prezzi, legate all’indice ISTAT del costo della vita. Questa misura consente alle aziende di adeguare le tariffe su base annuale senza un consenso esplicito da parte dell’utente.

Le associazioni dei consumatori hanno criticato duramente questa prassi, sostenendo che tali adeguamenti rappresentino una forma di rialzo unilaterale dei contratti, in contrasto con i principi di trasparenza e tutela dell’utente previsti dalla normativa europea. L’aumento medio stimato per il 2025 è compreso tra il 6% e l’8%, con punte più elevate nei servizi mobili e nella connettività domestica a banda larga. Questo impatto pesa in modo particolare sulle famiglie a reddito medio-basso, già provate dai rincari energetici e alimentari.

Chi desidera contrastare questi aumenti può confrontare le offerte luce e le offerte per gas più convenienti sul mercato, scegliendo soluzioni trasparenti e adatte alle proprie abitudini di consumo.

Le misure di tutela previste dal Ddl Concorrenza avrebbero dovuto introdurre un maggiore controllo da parte dell’AGCOM e sanzioni più severe per le pratiche scorrette, ma con il rinvio della riforma i cittadini restano più vulnerabili alle politiche tariffarie aggressive dei grandi operatori.

Il Ddl Concorrenza slitta: priorità alla manovra economica 2025

Secondo quanto riportato da ANSA, il Ddl Concorrenza 2025 non sarà discusso nel Consiglio dei Ministri di questa settimana. La decisione è stata presa per concentrare le risorse e l’attenzione sulla Legge di Bilancio, che verrà presentata giovedì. Fonti di governo parlano di un rinvio tecnico, ma non mancano i segnali di tensione politica tra i ministeri coinvolti. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva già espresso la necessità di approvare il provvedimento entro la fine dell’anno per rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea.

Il disegno di legge comprendeva norme destinate a favorire la trasparenza dei servizi, la concorrenza tra operatori telefonici e la semplificazione delle procedure di cambio gestore.
Tra i punti più rilevanti figuravano:

  • Rimborsi automatici per i disservizi prolungati
  • Multe più pesanti in caso di pubblicità ingannevoli
  • Regole più chiare per la gestione dei call center

Il rinvio comporterà anche un ritardo nell’entrata in vigore di queste disposizioni, ma il governo ha assicurato che le misure non verranno abbandonate. Saranno infatti integrate in un pacchetto di riforme più ampio, previsto per il 2026, in linea con il PNRR.

Nel frattempo, i cittadini possono monitorare le variazioni del mercato energetico e informarsi sul costo della luce per gestire al meglio le spese domestiche.

Cosa cambia per i consumatori e quali tutele restano attive

Sebbene il Ddl Concorrenza sia stato momentaneamente accantonato, alcune tutele per i consumatori restano operative grazie alla normativa europea e alle direttive dell’Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM). I cittadini mantengono il diritto di disdire un contratto senza penali in caso di modifiche unilaterali delle condizioni economiche, ma la capacità di difendersi da pratiche scorrette rimane limitata senza l’aggiornamento legislativo.

Uno degli aspetti più discussi riguarda la gestione dei call center: il disegno di legge avrebbe introdotto un monitoraggio centralizzato e regole più severe per contrastare la delocalizzazione dei servizi all’estero. Inoltre, avrebbe previsto l’obbligo per le compagnie di fornire assistenza diretta entro tempi certi, con rimborsi automatici in caso di mancata risposta entro le 48 ore.

Per ora, le famiglie italiane possono contare su alcune tutele già operative, come:

  • La possibilità di segnalare disservizi direttamente sul portale AGCOM
  • Il diritto di chiedere un rimborso tramite le procedure di conciliazione
  • La facoltà di cambiare operatore in caso di offerte più vantaggiose

Chi sta valutando un nuovo contratto può informarsi sul cambio gestore gas o sulle migliori tariffe luce disponibili, così da ridurre i costi energetici complessivi.

Nel frattempo, i rincari delle bollette telefoniche restano una priorità per i consumatori, che chiedono un intervento rapido e deciso per evitare un ulteriore aumento delle spese fisse familiari.

Fonte: papernest.it

Di Redazione

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