I carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) sono al centro della strategia UE per ridurre le emissioni. Dal 2025 il loro utilizzo sarà obbligatorio per le compagnie aeree. Promettono voli più green ma hanno costi molto più elevati del kerosene tradizionale, con conseguenze dirette sui prezzi dei biglietti e sulle spese dei consumatori.
Cosa sono i SAF e perché riguardano i consumatori
I SAF (Sustainable Aviation Fuel) sono biocarburanti prodotti da scarti agricoli, oli esausti o persino da CO₂ riciclata. La loro grande promessa è una riduzione fino all’80% delle emissioni rispetto al kerosene tradizionale.
Ma perché interessano chi paga le bollette o acquista un biglietto aereo?
- Sono fino a 5 volte più costosi del carburante convenzionale.
- Le compagnie aeree stanno già iniziando a trasferire parte di questi costi sui biglietti.
- Più i SAF entreranno nel mercato, più la spesa complessiva del settore aereo ricadrà, inevitabilmente, sui viaggiatori.
Il quadro normativo UE e le ricadute sui prezzi dei voli
| PERIODO | QUOTA MINIMA DI SAF | IMPATTO PREVISTO SUI MEZZI |
| 2025 | 2% | +1–2% sul costo del biglietto |
| 2030 | 6% (con e-fuel ≥0,7%) | +5–8% sul costo del biglietto |
| 2050 | 70% (e-fuel ≥35%) | rincaro stimato a doppia cifra |
Più obblighi = più SAF = più costi per le compagnie, che spesso si traducono in biglietti più cari. Tuttavia, la normativa europea non guarda solo al prezzo: punta anche a rafforzare principi di economia circolare, privilegiando carburanti ottenuti da scarti e residui, e a migliorare l’efficienza energetica complessiva del settore aereo. In questo modo la transizione non è soltanto ambientale, ma anche strutturale, con l’obiettivo di ridurre sprechi e utilizzare al meglio le risorse disponibili.
Stato attuale: poca offerta, prezzi alti
Ad oggi i SAF coprono appena lo 0,2–0,3% del fabbisogno mondiale. Questo squilibrio tra domanda e offerta crea due effetti a catena:
- Aumento dei costi: prezzi altissimi per un prodotto scarso, simili alle dinamiche che abbiamo visto anche nel mercato energetico, dove disponibilità ridotta e alta domanda portano a rialzi significativi.
- Pressione sui viaggiatori: compagnie aeree come Lufthansa e Air France hanno già annunciato che parte della spesa extra verrà trasferita ai clienti.
Per il consumatore finale questo significa che il biglietto aereo sarà sempre meno low-cost, soprattutto per tratte medio-lunghe. Una dinamica che ricorda da vicino il mercato libero dell’energia, dove i prezzi dipendono fortemente dalla concorrenza, dagli equilibri di offerta e domanda e dalle scelte dei fornitori.
Perché i SAF potrebbero pesare anche sulle spese energetiche
Il legame non è solo con i viaggi. I SAF richiedono grandi quantità di energia e risorse per la produzione, spesso in concorrenza con altri settori:
- Oli vegetali e grassi riciclati: gli stessi impiegati anche nell’industria alimentare e in quella dei biocarburanti per auto.
- Idrogeno verde e CO₂ catturata: tecnologie energivore che potrebbero incidere sul costo complessivo dell’energia prodotta da rinnovabili.
In altre parole, la corsa ai SAF rischia di avere effetti indiretti anche sul prezzo dell’energia e delle bollette se la produzione non viene sostenuta da investimenti e incentivi pubblici.
Ostacoli che incidono sui costi futuri
- Produzione insufficiente: su 165 progetti SAF annunciati, solo 36 sono realmente operativi.
- Dipendenza dalle importazioni: se l’Europa acquista materie prime da Asia o America, aumentano i costi logistici e le emissioni indirette.
- Incertezza tecnologica: oggi domina la tecnologia HEFA (da oli esausti), ma non basta per coprire i fabbisogni. Gli e-fuel potrebbero risolvere, ma hanno costi elevatissimi.
Cosa può fare l’Europa per limitare i rincari
Per evitare che la transizione ricada solo sui viaggiatori, sono al vaglio diverse misure:
- Incentivi fiscali e crediti d’imposta per abbassare i costi di produzione.
- Investimenti in ricerca su tecnologie alternative (e-fuel, biocarburanti avanzati).
- Meccanismi di compensazione per ridurre l’impatto diretto sui biglietti e proteggere i consumatori.
Conclusione: voli più verdi, ma a che prezzo?
I carburanti SAF sono una tappa obbligata per decarbonizzare l’aviazione e rispettare gli obiettivi climatici europei. Tuttavia, nel breve periodo, comporteranno un aumento del prezzo dei voli, con effetti diretti sui consumatori, e potrebbero perfino influenzare i costi dell’energia se la produzione non sarà scalata in modo sostenibile.
Per il futuro la sfida sarà duplice:
- Rendere il trasporto aereo più sostenibile.
- Garantire che i costi della transizione non gravino solo su chi viaggia o paga la bolletta.
Chi sceglie di volare nei prossimi anni dovrà mettere in conto che la sostenibilità ha un prezzo: biglietti più cari, ma un impatto ambientale più basso.Fonte: papernest.it
