Preceduta da un “fuori palco” dell’interessante giovane cantautore veneziano Alessandro Ragazzo, il palcoscenico del Giovannone si apre con La Cantantessa in splendido abito giallo come la lava dell’Etna e il sole dell’amata Sicilia.

Ad onor del vero e come complimento, nella prima parte dello spettacolo appare più come un’abile Sacerdotessa che si muove con destrezza tra le più tipiche sonorità sicule senza scordarsi di ammiccare a quel mondo oriental-arabo che da millenni contamina musicalmente l’isola. Senza soluzione di continuità la prima parte “apre” a una world music in cui una band di classe accompagna Carmen in modo compassato, ovattato, sempre tra le righe.
Scenografia semplice ma calda, originale e di classe; qualche mugugno tra il pubblico per i testi “strictly Sicily” ma…son artisti di livello, “tocca prepararsi per tempo”; quando meno te l’aspetti compare Jovanotti (non live, con video preset in scenografia) a mettere d’accordo tutti con un originale riddim su Parru Cu Tia.
Seconda parte! Si riapre il sipario con l’impegnata AAA cercasi, sconfinamenti rock quasi psichedelic in Imparare dagli alberi a camminare e ritmiche mai scontate nella tessitura dei testi di Ottobre.
Menzione d’onore per la solida sezione ritmica caratterizzata dal tocco di classe del batterista Puccio Panettieri che rende facile il lavoro delle semplici ma avvolgenti linee di basso contornate dai tocchi delle percussioni.

Lo show sfila piacevole con Sintonia Imperfetta e La Storia Di Un Amore per poi atterrare alle canzoni del primo album dell’artista, mai eseguite dal vivo; quale migliore occasione.
La Cantantessa resta sola; chitarra e voce per i superclassics: L’ultimo Bacio, Parole Di Burro, In Bianco E Nero.
Solita perfetta organizzazione di VignaPr.
Roberto Orlando
