Crescono ancora i costi e le complicazioni per i coltivatori delle vite e i produttori di vino, è la denuncia di Clementin
«Una nuova tempesta burocratica è pronta ad abbattersi sulla filiera vitivinicola», è l’allarme lanciato da Franco Clementin presidente regionale di Cia – Agricoltori Italiani. «Con un recente Decreto, infatti, l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del Ministero delle politiche agricole (Mipaaf), ha modificato il Piano dei controlli per i vini Doc e Igt. Le principali novità riguardano i controlli in vigneto. Siccome i Disciplinari di produzione attribuiscono grande importanza alla resa di uva per ettaro ai fini della qualità del vino, il Mipaaf chiede un maggiore impegno nella verifica di questo parametro attraverso controlli ispettivi durante la maturazione e la raccolta dei grappoli – prosegue preoccupato Clementin -.
Qualora, dopo l’applicazione di opportune tolleranze, dovessero emergere valori di resa non compatibili con i Disciplinari, verrebbero imposte azioni correttive fino all’impossibilità di utilizzare la Doc. Inoltre, il nuovo Piano prevede che il 30 per cento dei controlli venga effettuato durante la vendemmia e che almeno il 5 per cento (nelle Doc) e il 3 per cento (nelle Igt) delle visite ispettive si svolga senza alcun preavviso al produttore interessato. Oggetto del controllo saranno la tracciabilità dei carichi e delle pesate, la qualità delle uve, le operazioni enologiche, la coerenza dei quantitativi con i carichi risultanti dal registro telematico o dai documenti giustificativi, ecc. Queste nuove norme, è evidente, porteranno a ulteriori complessità burocratiche per gli operatori vitivinicoli già ipercontrollati con conseguenze rilevanti soprattutto per le piccole aziende. Inoltre, ci sarà una lievitazione dei costi dei controlli (che sono a carico dei produttori) a motivo della necessaria assunzione di nuovi ispettori che dovranno farsi carico delle verifiche previste in un brevissimo arco di tempo. Infine, ma non meno importante, la questione della sicurezza che, nelle fasi di lavoro accelerato delle vendemmie, trova persone estranee all’azienda coinvolte nelle operazioni di raccolta e prima vinificazione. Chi risponderà in caso di incidente? Il solito viticoltore? Cia Fvg chiede almeno che ci sia un esonero di queste norme per le piccole aziende e che si apra un tavolo regionale, tra le principali organizzazioni sindacali, per fare pressione su Governo e Regione, invitandoli allo snellimento e alla ragionevolezza. Quanto prima – conclude Clementin – sarà nostra cura spedire gli inviti per questa riflessione che non si può più rimandare».