L’ennesimo plauso del civismo udinese, per bocca della prof.ssa D’Aronco, all’Istituto Comprensivo locale per aver dedicato il suo Carnevale Civico Studentesco al cinquecentenario dell’eccezionale controparlamento friulano moderno, fiore all’occhiello della storia civica regionale in un quadro europeo. E fu, guarda caso, il prof. Travain, noto promotore culturale di Udine e coordinatore dell’evento codroipese, a rinnovare in Età contemporanea un orgoglio popolare attorno alla memoria di quel tribunato della Piccola Patria che ammetteva i sudditi al controllo dei governanti.
Per il civismo della Capitale del Friuli Storico ha parlato la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, presidente dell’Arengo e del Club per l’Unesco di Udine oltreché delegata Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, gradita ospite al Carnevale Civico Studentesco euroregionale, avviato a Udine nel 2010 dal prof. Alberto Travain ed ora giunto alla sua terza edizione codroipese, dopo essere approdato, nel corso di tre lustri, in tante scuole e piazze della regione. La prof.ssa D’Aronco ha espresso l’apprezzamento degli udinesi raccolti in arengo per una lodevole iniziativa scolastica del locale Istituto Comprensivo, costruita attorno al ricordo della celebre “Joibe Grasse” e di tante altre sollevazioni e tradizioni civiche dell’area Alpe Adria, nello spirito più vero e profondo del Carnevale come esperienza di sovvertimento che può farsi pratica di mondo migliore. Apprezzamento doppio alla Codroipo scolastica per essere la prima realtà regionale a celebrare il cinquecentenario di accreditamento della Contadinanza del Friuli, straordinario controparlamento friulano moderno, orgoglio e contributo di civiltà della storia civica regionale in un quadro europeo. E fu – ha ricordato – proprio quello stesso prof. Travain, noto promotore culturale a Udine e anche coordinatore dell’evento codroipese, a rinfocolare, dal 2003, nella società friulana di oggi una qualche forma di orgoglio popolare attorno al ricordo di quel tribunato rinascimentale che ammetteva i sudditi al controllo dei propri governanti. Apprezzato anche il paradigma di Codroipo come “Seconda Udine”, espressione sempre del Travain, additante il centro del Medio Friuli come il più popoloso della vecchia provincia dopo il capoluogo ma anche richiamante ad una conseguente responsabilità di ruolo. Ruolo che si esplica anche attraverso certi primati in campo culturale ed, ora, alla guida della battaglia per un Tagliamento patrimonio mondiale.
Quali i momenti e quali i messaggi, dunque, del “Carnevale Civico Studentesco euroregionale 2025” a Codroipo? “Davide contro Golia, Giuditta contro Oloferne: il sogno del piccolo che s’impone ad una Storia fatta da potenti e da prepotenti…”. Eccone le basi ideali: “Utopie e rimembranze di cittadinanza al quadrivio d’Europa ossia prove tecniche di pianeta libero da ingiustizie tra i banchi di scuola nella tradizione carnascialesca di un sovvertimento, memoria e speranza di un mondo migliore”. Un “evento di cultura civica dell’Istituto Comprensivo di Codroipo, ispirato alle suggestioni storico-civili del Carnevale in area Alpe Adria, nel solco delle tradizioni del civismo culturale friulano contemporaneo” e con la partecipazione di numerose classi e delegazioni studentesche volontarie della locale Scuola Secondaria di Primo Grado “Giuseppe Bianchi” e del Consiglio Comunale dei Ragazzi. “Coordinamento culturale a cura del prof. Alberto Travain con il distinto e prezioso concorso dei colleghi prof.ssa Elena Bianconi, prof.ssa Ketty Dal Lago, prof. Luca Fabbro, prof.ssa Eleana Fratacci, prof.ssa Teresina Menegotto e prof. Alexej Giacomini nonché della vicaria d’Istituto prof.ssa Lucia Schilter”.
“Codroipo, 27 febbraio 2025… Giovedì Grasso come nel 1511” rimarcava la locandina, riportante la celebre espressione del cronista Gregorio Amaseo “…A guisa ch’el fusse reversato il mondo…” riguardo ai fatti della “Crudel Zobia Grassa”. Evento, in Via Candotti, aperto da “corso infiorato nella ricorrenza dei moti friulani della ‘Joibe Grasse’ 1511, prima grande rivolta di popolo della storia europea moderna, anticipata nel Medio Friuli dai fatti di Sterpo (1509) e Malazompicchia (1510)”. Non basta: “Sberleffo al Turco” ovvero simbolico lancio di stella filante da parte del Sindaco CCR contro “l’inquietante mascherone di Casa Pittoni, evocazione delle sciagure e delle prepotenze imposte dalla Storia alle popolazioni, che pure talvolta seppero reagire”: un diretto riferimento all’orgoglio civico dei codroipesi che nel 1477 affrontarono vittoriosamente i Turchi. E ancora, gli “onori alle vittime delle ingiustizie” in Piazza della Legna, presso l’immagine della Fuga in Egitto, “emblema universale di persecuzione degli innocenti”, con centinaia di ragazzi sull’attenti e il coro spontaneo de “Il plen di supierbie”, tratto dal “Magnificat” in friulano. Poi, in Piazza Garibaldi, fronte municipio, “cerimonia delle torri (orig. veneziana) e cerimonia del cappello (orig. carantana) ovvero rassegna ed abbattimento, da parte del Sindaco dei Ragazzi, di torri allegoriche studentesche intitolate ai mali della società odierna ed imposizione alle autorità di berretto popolare previa garanzia pubblica di salvaguardia dei diritti universali di loro competenza”. Interventi del Primo Cittadino giovanile, alunno Pietro Mangiacapra; del Sindaco del Comune di Codroipo, dott. Guido Nardini, e dell’Assessore comunale alla Cultura e all’Istruzione, prof.ssa Silvia Polo, del Dirigente dell’Istituto Comprensivo codroipese, dott.ssa Erminia Salvador, nonché della Vicaria ed Ambasciatrice Erasmus, prof.ssa Lucia Schilter. Infine, il saluto del civismo udinese, portato dalla prof.ssa D’Aronco.
In cartellone anche “ballo rustico di Sebastian Cornetto, pifferaio udinese della Joibe Grasse 1511, a celebrazione del V centenario di accreditamento della Contadinanza, singolare controparlamento friulano dei sudditi nell’Europa feudale d’Antico Regime, frutto di estenuanti contese politiche e di sanguinose lotte civili…”. E ancora, nel duomo di Santa Maria Maggiore, “presso la Pietà oltramontana o Vesperbild, simbolo universale di compassione, di fronte all’altare di S. Antonio abate: dediche alla memoria di combattenti e caduti contro le tirannidi nella Mitteleuropa nel cinquecentenario della Contadinanza del Friuli Storico e dell’insurrezione popolare tirolese di Michael Gaismair, ultimo atto delle guerre rustiche di Germania nel Rinascimento (Deutscher Bauernkrieg)… Inoltre, un omaggio alla ribellione contro le ingiustizie nella storia di Gorizia, Capitale Europea della Cultura 2025 ed antico capoluogo dei codroipesi, nel ricordo esemplare della Gran Rivolta dei Tolminotti del 1713 (Veliki Tolminski Punt); presso l’altare della Beata Vergine, antica immagine di protettrice del popolo oltreché dell’antico Patriarcato di Aquileia: dedica alla memoria dell’eroe civico euroregionale patriarca Bertrando di Saint Geniès, difensore dell’ordine e degli oppressi dall’abuso dei potenti nell’Europa storica ‘aquileiese’ ‘in metis Alemanie Ungarie Sclavonie atque Italie’; di fronte all’altare del Cristo Nero, ricordo di antica giustizia crudele, presso storico Fonte battesimale recante il simbolo dei Cossio, antica memoria di aspro contendere tra feudatari e comunità locale: dedica al ricordo dei ribelli ai tiranni od ingenuamente persuasi di un tanto, a cominciare dai rivoltosi del 1344 contro il costruendo castello Savorgnan”. Splendida l’accoglienza riservata dalla Parrocchia per voce di suor Carla Sirch. Peccato che già il giorno dopo, il cappello rustico con la rosa della Contadinanza, quello tirolese con la stella alpina, quello tolminotto con la pervinca, quello codroipese con il garofano oltreché la mitra del patriarca Bertrando, pregnanti dediche degli alunni, siano scomparsi dal duomo codroipese…
Veramente inedito anche l’appuntamento, attorno al municipio, con il fantasmagorico “Palio studentesco della Contadinanza al quadrivio del Friuli”, “ideale disfida ludica e culturale tra gli otto Quartieri in cui si articolava la civica rappresentanza della Regione storica”. Una sfida appassionante ed estenuante con giovanissimi giocatori in veste di pedine viventi, armate di manici di scopa simpaticamente calzanti degli scarponi, vago richiamo alla sagoma equestre ma anche ricordo di antichi simboli mitteleuropei di ribellione e solidarietà contadine. Vincitore del Palio, prezioso panno, nella fattispecie insegna vermiglia, ultimo simbolo aquileiese di sovranità, inteso oggi come bandiera friulana da guerra: il “Primo Quartiere” della Destra Tagliamento ovvero quello delle Prealpi carniche. Al “Quarto Quartiere”, del Basso Livenza, è andato invece il secondo premio ossia la “civetta”, “civuite” o “çus”, salvadanaio in forma di mucca. All’ultimo posto, il “Terzo Quartiere di qua” ovvero Bassa orientale, è stata assegnata, secondo antica tradizione paliesca udinese, la porchetta ovvero “purcite”, prontamente anch’essa in versione “musine”.
In sfilata, compagini di tamburi Strumieri e Zamberlani, le due fazioni patrizia e plebea della “Joibe Grasse” 1511, con i rispettivi colori e slogan, ma anche rappresentanza dell’equidistante Signoria di Codroipo dei banchieri Cossio. Preceduti da grande Tricolore Civico Europeo e da una selva di canne di fiume (“cjane gargane”) a richiamare il Tagliamento come cerniera non come frattura della regione, hanno, quindi, sfilato lo Scontro, i tribuni o Sindaci Generali ed il Soprastante alle Armi della Contadinanza friulana, con gli alfieri di cinque Compagnie delle Cernide di Bagnarola, Mortegliano, Porcia, Remanzacco e Valvasone, seguiti da ordinanza contadina di Casa Savorgnan. Ed ancora, lo Stendardo studentesco codroipese del CCR a precedere il Sindaco dei Ragazzi, scortato dalle insegne di Davide e Giuditta, eroi biblici giovanili contro la tirannide dei potenti. Dodici torri come quelle abbattute dai Dogi a Venezia in giorno del Giovedì Grasso, a rappresentare le prepotenze che oggi le giovani generazioni ripudiano. L’investitura delle autorità nei panni del popolo come avveniva quando gran parte del Nordest d’Italia era ducato di Carinzia… Suggestioni che possono incidere nelle coscienze dei cittadini di domani.