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CONCERIA PIETRO PRESOT – PORCIA (PN): PRESENTATA L’ISTALLAZIONE ALLESTITA NELLA STORICA AZIENDA PER FESTEGGIARE I 90 ANNI DI ATTIVITA’

DiRedazione

Mar 1, 2022

COMPIE NOVANT’ANNI

L’AZIENDA DEL CUOIO DI PORCIA (PORDENONE)

CONCERIA PIETRO PRESOT

IN ASSOLUTO TRA LE PIÙ ANTICHE CONCERIE A LIVELLO NAZIONALE CHE DA 4 GENERAZIONI PRODUCE CUOIO NEL SEGNO DELLA PIÙ ALTA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE.

VERA ECCELLENZA “MADE IN FRIULI” CHE SPICCA NEL PARONAMA NAZIONALE, SELEZIONATA PER LE SUOLE DELLE CALZATURE DAI PIU’ PRESTIGIOSI MARCHI DELL’ALTA MODA ITALIANA (HERMES, GUCCI, PRADA)

 PRESENTATA OGGI – MARTEDÌ 1^ MARZO – ALLA STAMPA ALLA CONCERIA PRESOT L’OPERA ARTISTICA ALLESTITA PER FESTEGGIARE L’ANNIVERSARIO DELL’AZIENDA

HA FUTURA MEMORIA: è l’installazione galleggiante firmata dall’artista pordenonese Matteo Attruia, che racchiude, in un riuscito gioco di parole, il senso del passato, del presente e del futuro

PORCIA – “HA FUTURA MEMORIA” è l’opera galleggiante che campeggia da oggi nel laghetto di proprietà dell’azienda del cuoio Pietro Presot di Porcia, un’installazione riflettente lunga 16.80 metri per 3 metri in altezza dove l’artista di origine pordenonese Matteo Attruia ha giocato con le parole, come è proprio della sua cifra stilistica. Passato presente e futuro sono, così, sintetizzati in una frase che scardina un noto modo di dire per dispiegare il senso di un anniversario che guarda indietro, si nutre di presente e già precorre il futuro.

Compie Novant’anni la storica Conceria Pietro Presot, nata il 1^ marzo 1932 per mano del suo fondatore Pietro, tra le imprese a conduzione famigliare più antiche del panorama italiano ed europeo, vero fiore all’occhiello dell’imprenditoria artigianale del nostro territorio. L’azienda – guidata adesso da Achille Presot con Eugenia e Federico Presot, 4^ generazione di una lunga storia famigliare – produce un cuoio tutto naturale, conciato senza l’utilizzo di sostanze chimiche ma esclusivamente tramite una miscela di tannini vegetali che conferiscono al cuoio friulano caratteristiche uniche, per profumo, struttura e per colore, la ben nota “tinta Presot”. Si tratta di un modello di azienda che ha ormai raggiunto un sistema circolare di sostenibilità al 100% e si può fregiare di una produzione a rifiuto zero.

«La conceria produce ancora oggi un cuoio seguendo gli stessi processi lavorativi dei suoi esordi – spiega Eugenia Presot – e inseguire l’eccellenza è sempre stato l’obiettivo della nostra azienda». Nel 1954 la conceria ha sostenuto la spedizione italiana impegnata nella scalata al K2 fornendo il cuoio per gli scarponi degli 11 alpinisti che componevano la spedizione e degli oltre 800 portatori sherpa coinvolti al seguito. «Aver partecipato alla spedizione ha permesso alla conceria di utilizzare il marchio K2 con cui ancora oggi insigniamo le pelli a cui riconosciamo quelle caratteristiche di impermeabilità, flessibilità e leggerezza che gli avevano valso la scelta da parte della commissione nazionale delle ricerche», prosegue ancora Eugenia.

Dalla vetta del K2 degli anni Cinquanta, al cuoio da suola che oggi l’azienda fornisce ad alcune delle principali maison dell’alta moda italiana (Gucci, Hermes, Prada, Maison Margiela, solo per citarne alcune): la lunga storia della conceria friulana può essere racchiusa in quest’arco di evoluzione della sua avventura tutta artigianale.

Il grande valore aggiunto della sua produzione è la totale sostenibilità ambientale del ciclo produttivo. L’energia utilizzata dalla conceria viene, infatti, prodotta da un salto d’acqua che alimenta una centrale idroelettrica da sempre parte integrante dell’azienda. L’energia prodotta rende la conceria per gran parte autonoma nel processo di concia delle pelli. Il 50% di quest’acqua viene poi recuperata e destinata ad attività secondarie, come la pulizia dei locali. Nella Conceria Pietro Presot si lavorano pelli grezze derivate dall’industria alimentare: si tratta di pelli bovine provenienti da allevamenti di titolata sostenibilità nel trattamento degli animali (perlopiù dal Sud Germania e dalla Norvegia). Il processo di concia avviene in vasca ed impiega solo tannini vegetali: si utilizzano prevalentemente tannino di castagno ma anche di mimosa e quebracho secondo una precisa combinazione. L’asciugatura dei gropponi avviene al riparo dai raggi solari per evitare l’ossidazione dei tannini: ogni groppone è diverso ed è il risultato di un processo naturale che preserva l’unicità della pelle d’origine. Ciò che l’azienda può vantare oggi come primato assoluto, è un cuoio totalmente “no waste”, in cui ogni prodotto scartato dal ciclo di lavorazione principale viene riutilizzato in ulteriori lavorazioni di recupero.

«La Conceria ha una produzione artigiana, per cui ogni lavoratore segue più parti del processo produttivo», spiega ancora Eugenia Presot: «ciò li rende partecipi e responsabili del prodotto. Per questo riteniamo che il capitale più alto dell’azienda sia quello umano». Alla sostenibilità ambientale della conceria si unisce, infatti il valore della “sostenibilità sociale”. I lavoratori dello stabilimento di Porcia sono in grande parte cittadini stranieri giunti in Italia da situazioni di grande instabilità, da zone di guerra e dopo aver vissuto numerose traversie. Nel comprensorio che ospita l’azienda, che annovera spazi di grande pregio paesaggistico e naturalistico, si è voluto trovare spazio anche per un orto aziendale gestito dal personale durante le pause e nel tempo libero: un’occasione di socialità e incontro, oltre che una modalità che li riavvicina alle consuetudini che avevano nei luoghi di origine.

La Conceria Presot ha voluto festeggiare l’anniversario dei suoi primi 90 anni di vita nel segno dell’arte commissionando a Matteo Attruia l’opera galleggianteche per i prossimi mesiresterà visibile da tutti direttamente dalla strada che costeggia lo stabilimento e il suo parco, quale ideale segno di ringraziamento a tutta la Comunità che da 90 anni condivide il territorio con l’Azienda di Porcia. Nata da un pensiero annotato sull’inseparabile taccuino Moleskine dell’artista, “HA FUTURA MEMORIA” rappresenta la più grande opera all’aperto mai realizzata prima da Matteo Attruia. «Io lavoro con le parole» racconta l’artista pordenonese attivo nella Marina Bastianello Gallery di Venezia-Mestre – «operando con interventi di sottrazione o modifiche che sono all’origine di nuovi significati. La mia è un’arte popolare, accessibile a tutti, perché l’arte è di chi vive le parole» Le lettere dell’opera di Attruia sono realizzate in materiale riflettente per integrare l’opera al contesto naturalistico nel quale si colloca. L’installazione diventa così elemento imprescindibile dell’ambiente di cui documenta il succedersi delle stagioni, l’imprevedibilità delle condizioni metereologiche, fungendo anche da posatoio per gli uccelli di cui il laghetto è abituale area di sosta.

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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