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Concerto : Jethro Tull 28/7/19 a Majano (UD)

DiAlPontelli

Lug 29, 2019

Jethro Tull 28/7/19 a Majano  

Oltre 60 milioni di dischi venduti e una carriera che nel 2018 ha celebrato una incredibile longevità con il tour del 50 anniversario : questi sono i Jethro Tull, storica band inglese di progressive rock (anche se sarebbe riduttivo etichettarli così…).

Capitanata dal poliedrico menestrello del rock Ian Anderson, musicista e compositore di origine scozzese che nel lontano 1967 fondò a Blackpool la mitica band. Lui è l unico membro stabile di una innumerevole schiera di musicisti che si sono intervallati in oltre 50 dischi pubblicati e oltre 3000 concerti in giro per il mondo. A majano la formazione che accompagna Anderson è composta dal valido chitarrista tedesco Florian Ophale, David Gooden al basso, Scott Hammond alle tastiere e il batterista di estrazione jazz John O’ Hara.

Pronti via e subito Anderson si presenta al pubblico con la carica e l’energia di un 40enne, nonostante i suoi 72 anni….la classe non è acqua e lui ormai da navigato musicista canta, suona e saltella con la voglia degli esordi, presentando ogni brano con piccoli aneddoti e ringraziando dopo ogni performance il numeroso pubblico accorso. La band è formata da ottimi musicisti che supportano degnamente l’istrionico Ian che non avrà più la voce di un tempo ma che regala emozioni col suo flauto e la sua classe. brani come La bourre di Bach in la minore , Thick as a brick, Too old to rock n’ roll too young to die, Heavy horses e Aqualong sono suonate con grande carica e con una professionalità evidente, la band è sempre sul pezzo e Anderson la fa da padrone, saltellando sul palco e stregando il pubblico con le sue improvvisazioni.

Ci sono Alcuni momenti di phatos che si alternano al rock progressivo che li ha sempre contraddistinti, con la granitica chitarra del giovane Ophale che sfiora vette quasi hard rock, impreziosite dal folletto scozzese sempre a proprio agio nelle improvvisazioni flautistiche che scaldano il pubblico.

Ottimo l apporto del tastierista Hammond e del bassista Gooden che canta in un paio di brani assieme ad Anderson, mentre il drummer O’Hara è preciso e scolastico e regala piccole chicche qua e là.

Lo spettacolo scorre piacevolmente tra brani degli esordi ed episodi più recenti, suddiviso in due fasi, con una pausa di 20 minuti tra i due “tempi”. Il momento più atteso è ovviamente quella del bis, dove viene proposto il brano più famoso del gruppo inglese, quel Locomotive breathe che da sempre è il marchio di fabbrica di Anderson e compari. La versione proposta è piuttosto lunga e coinvolgente, con improvvisazioni ottimamente confezionate. Il concerto si conclude verso le 23.30 con la presentazione della band da parte di Anderson.

Quello che più ha colpito della performance è la carica e la voglia di musica di “nonno” Ian Anderson che nonostante i suoi 72 anni di età e i 52 di carriera ha ancora la voglia e l’energia di un ragazzino. Questa è la potenza della musica e la grandezza di questi mostri sacri che se ne fregano del tempo e delle mode e continuano a regalare emozioni.

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