«Le cooperative, che domani celebrano la Giornata mondiale della Cooperazione, per loro natura e finalità mutualistiche, sono spesso all’avanguardia nell’attuazione di pratiche innovative e sostenibili. Queste “buone pratiche” non solo apportano benefici diretti ai soci e alle comunità in cui operano, ma rappresentano anche un modello potenziale per l’intero sistema economico, sociale e territoriale – ha detto il presidente regionale di Confcooperative, Daniele Castagnaviz, nel suo intervento alla tavola rotonda su “Agricoltura, lavoro e responsabilità sociale”, nell’ambito delle iniziative organizzate a Trieste in occasione della Settimana sociale dei cattolici -. Già oggi numerose cooperative agricole hanno introdotte pratiche di sostenibilità, metodologie colturali che riducono il numero dei trattamenti, ad esempio. Da tempo si investono cifre importanti sulla gestione responsabile delle risorse idriche: uno dei temi più sensibili perché il mondo agricolo è quello che subisce, più di ogni altro, l’impatto del cambiamento climatico. Nell’ottica della necessaria collaborazione – ha sottolineato Castagnaviz – mi sento di avanzare, dunque, alcune proposte. Serve semplificare l’accesso al credito per le cooperative; promuovere la finanza etica e sostenibile anche nel comparto agricolo; favorire la creazione di reti cooperative per l’internazionalizzazione. Non dimentichiamoci, poi, che valorizzando le produzioni cooperative si valorizza il territorio perché le cooperative agricole lavorano e commercializzano la produzione dei soci, gli agricoltori locali. Si crea allora un circolo virtuoso che disincentiva l’abbandono della campagna, favorisce la manutenzione del territorio, evita lo spopolamento dei piccoli centri rurali mantenendo vive le comunità. In conclusione – ha aggiunto il presidente di Confcooperative -, la collaborazione che mi sento di proporre è quella tra il mondo agricolo, le realtà del sociale e quelle che si occupano della tutela dell’ambiente, perché una maggiore conoscenza reciproca può favorire il superamento di qualche pregiudizio, ma anche l’allargamento delle esperienze di agricoltura inclusiva e sostenibile che già oggi vengono realizzate da molte cooperative agricole».