CENTRO CULTURALE EGITTOLOGICO
“CLAUDIA DOLZANI”
CONFERENZA
“Prima e dopo Champollion:
la porta spalancata sul passato”
a cura di Gloria Rosati
già Professore Associato di Egittologia
presso l’Università di Firenze
martedì 5 dicembre 2023 – ore 18.00
Casa della Musica – Auditorium
Trieste – Via dei Capitelli 3
Con la decifrazione della celebre Stele di Rosetta avvenuta nel 1822 ad opera di Jean-François Champollion, si accende improvvisamente la luce sulla scrittura geroglifica egizia dopo oltre 1300 anni di oblio: quei segni non erano complicati simboli creati per nascondere i segreti della grande sapienza egiziana, ma erano una “vera” scrittura, con un valore fonetico fondamentale per comporre vocaboli.
Un “prima e dopo Champollion”, di cui ci parlerà Gloria Rosati, che spalanca la porta sul passato e segna una netta linea di confine nella conoscenza della cultura dell’antico Egitto, anche se si può forse affermare che “quanto delle testimonianze antiche sui geroglifici poteva sembrare fantasioso, oggi trova sempre più chiare spiegazioni e , addirittura, conferme”.
Gloria Rosati si è laureata nel 1978 all’Università di Firenze con una tesi sull’onomastica egizia del Medio Regno (ca. 2100-1600 a.C.). Dopo una esperienza nell’insegnamento nei licei, nel 1992 è stata assunta come Ricercatrice di Egittologia all’Università di Firenze, quindi dal 1996 le è stato affidato l’insegnamento della materia, e dal 2007 al 31.10.2020 l’ha insegnata come Professore Associato. Subito dopo la laurea ha potuto partecipare a campagne di scavo in Egitto, prima con l’Università di Roma-La Sapienza e poi con l’Istituto Papirologico “G. Vitelli” dell’Università di Firenze, nel sito di Antinoupoli, la città fondata dall’imperatore Adriano in Medio Egitto: dal 1978 ha continuato a seguire gli scavi, con solo alcune interruzioni, fino al 2012. Negli anni ’90 ha continuato a collaborare con l’Università di Roma-La Sapienza nel sito di Tebe ovest, tomba dell’amministratore Sheshonq, XXVI dinastia; e per un paio di campagne in Sudan, al Gebel Barkal, nel Palazzo di Natakamani (I sec. d.C.).