Escluse a priori le aggregazioni territoriali. La storia e il ruolo della cooperativa regionale verranno snaturati, dice Pistoni
I Consiglieri di Confagricoltura Fvg del Consorzio Agrario Fvg, per la seconda volta in due mesi, si sono trovati nelle condizioni di esprimere un voto contrario rispetto a quanto proposto dal presidente durante i lavori del CdA. In questo caso, all’ordine del giorno c’era l’avvio delle procedure per conferire gli asset consortili ad alcune società che ruotano attorno al progetto di Cai Spa e Bonifiche Ferraresi Spa.
«In via prioritaria – spiega il vicepresidente della cooperativa, Piergiovanni Pistoni – avevamo chiesto di rinviare la votazione sul “progetto Cai Spa” e valutare se fosse il caso di aprire un confronto a livello nazionale, vista l’importanza dell’operazione proposta. Avevamo pure chiesto di anteporre a questa decisione la possibilità di valutare se esistessero, in regione e nell’area del Nordest, le condizioni per costruire aggregazioni locali con imprese simili evidenziando pure il fatto che, attualmente, è in corso un’iniziativa di integrazione con il Consorzio Agrario di Treviso. Ma il presidente non ha ritenuto utile valutare le nostre proposte alternative».
Secondo quanto illustrato in seguito, il Consorzio Agrario, spogliandosi delle reti commerciali, dei beni, dei servizi, del personale e del capitale immobiliare a esso intestato, conferendo tali attività a diverse società, non svolgerà più l’attività consortile in via diretta a favore dei propri associati (esercitando concretamente l’impresa sul territorio), ma in via indiretta, avvalendosi delle prerogative del socio nell’assemblea di Cai Spa, in difformità da quanto previsto dalla normativa vigente che inquadra i Consorzi Agrari come società cooperative.
«Questa incontrovertibile situazione giuridica è gravida di conseguenze sul piano sociale ed economico – avverte Pistoni -. Il Consorzio Agrario non si porrà più nel territorio come interprete diretto delle esigenze dei produttori agricoli associati, ma opererà come semplice “corpo intermedio” con l’organizzazione “sovraordinata” di Cai Spa. Con ciò si viene a perdere il ruolo e la funzione storica e istituzionale del Consorzio Agrario che si priva dell’esercizio dell’attività consortile sul nostro territorio. Dispersione patrimoniale; perdita della caratteristica di società cooperativa mutualistica, in quanto non esercita in via diretta e immediata l’impresa, ma in modo indiretto attraverso la partecipazione a una società lucrativa dalla quale trarre “eventuali” utili; governance di Cai Spa, quale si manifesta attraverso i patti parasociali da sottoscrivere, con nessuna voce in capitolo per i territori; sono le altre criticità del “progetto Cai Spa” che abbiamo sottolineato dettagliatamente al CdA e che hanno costituito il punto di forza a sostegno del nostro voto contrario», conclude Pistoni.