Sta emergendo un crescente fenomeno tra i giovani universitari che si trovano a condurre una doppia vita: a casa, si presentano come studenti modello, mentre all’università sembrano quasi invisibili. Questo doppio gioco si protrae per anni, talvolta culminando nell’organizzazione di finte cerimonie di laurea, coinvolgendo amici e parenti. Purtroppo, in alcuni casi, l’esito tragico di questa surreale situazione è stato il suicidio.
L’allarmante diffusione di questo comportamento sottolinea una profonda paura di affidarsi a sé stessi e agli altri. Le bugie tessute creano un abisso che inghiotte la persona, immergendola in una solitudine dolorosa, conducendola a una sorta di vicolo cieco in cui la verità si palesa in tutta la sua cruda realtà. Inizialmente scatenata dalla depressione, questa condizione diventa poi compagna del bugiardo intrappolato nel labirinto autogenerato.
La responsabilità di affrontare questo problema inizia già dall’infanzia, con i genitori chiamati a instaurare un dialogo aperto e rispettoso, lontano da giudizi e offese. Per coloro che operano nel contesto scolastico, il cambiamento dovrebbe mirare a liberare la cultura educativa dal peso del giudizio, restituendo ai bambini la libertà di esplorare, innamorarsi dell’apprendimento e sviluppare fiducia in sé stessi e nel mondo che li circonda.
Nel caso ti trovassi in questa situazione cominciare ad aprirsi con una persona di fiducia può alleggerire il carico facendoti sentire meno solo e perso oppure puoi rivolgerti ad un professionista psicologo, psicoterapeuta o anche educatore.
Dott.ssa Anna Lamo