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Dall’ Himalaya alle Prealpi Giulie

DiLuigi Ferraro

Giu 18, 2020

Dall’ Himalaya alle Prealpi Giulie

Sfumato il viaggio in Asia, finito il lockdown, finalmente domenica 31 maggio son partito! Sono uscito di casa con lo zaino in spalla per dirigermi sui monti alle spalle della mia città, Cividale, e raggiungere il monte Forno nel Tarvisiano. Quasi 200 km: camminando in quota, attraversando boschi e valli di una bellezza unica, immerso nello splendore di una natura incomparabile. Consapevole che certe volte non c’è bisogno di partire per andare in giro per il mondo, per trovare posti incantevoli e straordinari visto che ho la fortuna di vivere in una delle regioni più spettacolari e belle d’Italia.

Nei primi due giorni attraverso sentieri tra i boschi e strade forestali che mi portano prima a sfiorare il monte Joanez per poi proseguire verso l’altopiano di Fracadizze fino alla sua estremità al valico di Robedischis. Attraversata la forra del torrente Legrada in non poco ho raggiunto Prossenicco dove ho sostato per la notte. Il giorno seguente scendendo in direzione del ponte Vittorio Emanuele per imboccare il sentiero che da li porta a Montemaggiore, noto il cartello che avverte della presenza dell’orso (chissà quanti passandoci davanti si guardano in giro circospetti e con l’ansia di sentire qualche strano rumore alle proprie spalle). Risalita la valle proseguo in quota a una piccola dorsale, attraverso un ghiaione e poi tramite la strada forestale raggiungo il sentiero che da Montemaggiore porta a sella Zaulaca e, in mezzo ai boschi e attraversamenti di torrenti, arrivo a sostare ai piedi del Gran Monte in tenda.

Il terzo giorno, di buonora, riparto per raggiungere il rifugio Ana ex ricovero del 8^ Rgt Alpini nel corso della Grande Guerra sul Gran Monte: restaurato di recente. Dalla cima si ammira tutta la pianura friulana in una giornata tersa e senza nuvole che non lasciano per nulla intravedere il maltempo previsto per i giorni a seguire. Purtroppo le previsioni meteo da domani sono pessime: piogge abbondanti per i prossimi due giorni. Dopo una breve sosta sono ridisceso nella valle dei Musi percorrendo prima il sentiero 711 poi da passo Tanamea il 739 fino alla casera Nischiuarch dove ho passato la notte. Il posto è completamente rimesso a nuovo e offre ogni comfort nonostante la posizione in una zona isolata: acqua potabile nei serbatoi, energia elettrica generata dai pannelli solari.

Il giorno dopo sceso fino Resia passando da Sella Carnizza, ho avuto ulteriore conferma dalla gente del posto delle avversità atmosferiche cui sarei andato incontro e mi hanno suggerito di non risalire in quota verso il bivacco Marussich. Quindi da sella Sagata scenderò in val Raccolana seguendo il sentiero 638 per poi risalire la Val Dogna e raggiungere la Val Saisera dal sentiero che scende dal rifugio Fratelli Greco. Peccato non poter continuare in quota ma la sicurezza viene prima di tutto. Una volta giunto in centro a Dogna una pioggia leggera ha continuato anche per il giorno seguente, quando alle cinque del mattino, ho imboccato la strada che attraversa tutta la valle fino in quota. Dal Plan dei Spadovai la pioggia si è via via intensificata tanto che una volta giunto al rifugio le nuvole basse coprivano tutta la valle nascondendo il meraviglioso panorama che da li si scorge. Sceso in val Saisera la pioggia mi ha accompagnato fino a Tarvisio, dove sono arrivato bagnato ma soddisfatto per essermi rigenerato a contatto con la natura delle nostre stupende Prealpi Giulie dopo questo lungo periodo che ci ha costretti in casa.

In cinque giorni di trekking ho attraversato territori di una bellezza incomparabile, dove una flora diversificata e rigogliosa incanta lo sguardo e una fauna selvatica e nascosta di tanto in tanto fa sentire la propria presenza in una regione davvero unica: il Friuli Venezia Giulia.

Vorrei fare una piccola considerazione. Con la fine dell’emergenza molte persone si avventureranno sulle nostre bellissime montagne. Ritengo però che bisogni prestare sempre la massima attenzione ai pericoli che si possono incontrare lungo i sentieri. Sapere quando poter andare avanti e quando fermarsi. La sicurezza viene sempre prima di tutto il resto.

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