Classicismo in villa
6 Giugno 2024 ore 21.00
Bagnolo di Lonigo (Vicenza) – Barchessa Villa Pisani Bonetti
Ensemble Vivaldi de I Solisti Veneti
con la partecipazione di
Darko Brlek, clarinetto
in collaborazione con
l’Associazione Culturale Villa Pisani – Contemporary Art
Sarà una celebre Villa Veneta del Palladio la suggestiva cornice per il concerto del 6 giugno 2024 organizzato dai Solisti Veneti all’interno del Veneto Festival.
Siamo a Bagnolo di Lonigo (Vicenza), nella Barchessa di Villa Pisani Bonetti, una tra le più affascinanti Ville Venete progettate dal Palladio. Il concerto vede la partecipazione di Darko Brlek, noto clarinettista sloveno, assieme all’Ensemble Vivaldi de “I Solisti Veneti”, composta dalle prime parti della celebre Orchestra che festeggia quest’anno il 65.mo anniversario della fondazione. Brlek, oltre ad essere Direttore Generale e Artistico del Festival di Ljubljana e Presidente del Consiglio degli Esperti del Teatro Nazionale Sloveno Maribor, è un attivo concertista di clarinetto che si esibisce con successo sui palcoscenici di tutto il mondo.
Il programma vede le musiche di Haydn, Pugnani e Puccini. Clou del programma sarà il Quintetto KV 581 per clarinetto e archi di Mozart.
Di Haydn in programma ascolteremo quattro sonate dalla “Musica instrumentale sopra le Sette ultime parole del nostro Redentore in croce con una introduzione ed alla fine un Terremoto” Hob. XX.1.a per archi. Nel 1786 Franz Joseph Haydn riceve da un canonico di Cadice, Spagna meridionale, la richiesta di comporre una musica da eseguirsi durante le cerimonie del Venerdì Santo. Nascono così le cosiddette “Sette parole”, una delle opere più importanti della lunga carriera de I Solisti Veneti e protagonista, assieme all’Orchestra e agli affreschi di Giotto, del film di Ermanno Olmi girato per la RAI all’interno della magnifica Cappella degli Scrovegni.
Haydn ha sempre considerato questa composizione come uno dei suoi lavori migliori. La migliore presentazione di questo brano si deve allo stesso Haydn che nell’inviare la partitura alla Breitkopf & Härtel per la pubblicazione, allega la seguente prefazione: «Circa quindici anni fa mi fu chiesto da un canonico di Cadice di comporre della musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare. Questo intervallo di tempo doveva essere riempito dalla musica».
A seguire avremo il “Preludio e Allegro per violino e archi” del compositore torinese Gaetano Pugnani (1731–1798) eseguito dal Primo violino dell’Orchestra, il virtuoso Lucio Degani. Pugnani iniziò a studiare musica sotto la guida di Giovanni Battista Somis e di Pasquale Bini: a dieci anni già suonava nell’orchestra del Teatro Regio di Torino. Diventato membro della corte reale, venne inviato a Roma per studio; al suo ritorno divenne nel 1752 primo violino della Cappella Reale. Alcune sue tournée all’estero (Parigi 1754, Londra 1769) gli garantirono una certa fama di virtuoso dello strumento. Compiuti i viaggi in Europa, Pugnani venne richiamato in patria dal Re di Sardegna nel 1770: ivi venne nominato direttore della Cappella Reale. La nomina successiva, in contemporanea con l’oboista Alessandro Besozzi, fu quella di primo virtuoso di corte. Incominciò anche ad insegnare, divenendo maestro di un gran numero di musicisti; tra i suoi allievi figurano Antonio Bartolomeo Bruni, Luigi Borghi, Felice Alessandro Radicati, Giovanni Battista Polledro e, in particolare, Giovanni Battista Viotti.
Pugnani è uno dei più significativi rappresentanti del periodo classico in Italia a metà del secolo. La sua musica da camera si colloca tra la produzione di Boccherini e quella di Sammartini, e nella musica sinfonica attinge allo stile italiano ricco di teatralità, mediato dalle scuole viennese e tedesca.
Seguirà l’Elegia per archi “Crisantemi” di Giacomo Puccini (1858 – 1924) nel centenario della morte. Puccini scrisse questa struggente pagina nel 1890 – in una sola notte, disse – come risposta alla morte del Duca di Savoia. Si tratta di un movimento singolo, scuro, continuo. Puccini trovò le sue due idee melodiche liquide degne di essere riutilizzate nell’ultimo atto della sua opera, Manon Lescaut, del 1893. Quasi mai ascoltato nel suo originale quartetto d’archi, Crisantemivenne eseguito per tutto il XX secolo nei palcoscenici musicali delle orchestre di tutto il mondo in un arrangiamento per orchestra d’archi.
La serata si chiuderà trionfalmente con il Quintetto in la maggiore KV 581 per clarinetto e archi di Mozart. Rispetto ai vari Quartetti e Quintetti per strumento a fiato, non v’è dubbio che quest’ultimo lavoro lasciato da Mozart in questo campo, non solo costituisca un autentico vertice, ma anche una pietra miliare del repertorio clarinettistico, e, più in generale, uno degli autentici capolavori di tutta la letteratura cameristica del compositore.
Fu terminato di comporre il 29 settembre 1789 a Vienna, in un periodo di gravi difficoltà economiche per Mozart, nonostante l’anno precedente avesse scritto le tre grandi sinfonie K. 543, K. 550 e K. 551 (Jupiter) e due anni prima avesse ottenuto un significativo successo a Praga con il dramma giocoso Don Giovanni. Non per nulla proprio nel 1789 e a più riprese il musicista indirizzò diverse lettere con richieste urgenti di denaro al ricco commerciante e suo amico Michele Puchberg, il quale in varie occasioni aiutò l’infelice artista. Sono lettere che denunciano lo stato di estrema miseria in cui versava il musicista. «Sono in condizioni che non augurerei al mio peggior nemico – scrive Mozart – e se voi, ottimo amico e fratello, m’abbandonate, sarò purtroppo, e senza alcuna colpa da parte mia, perduto con la mia povera moglie ammalata e i bambini. Il destino mi è purtroppo così avverso – ma qui a Vienna soltanto – da non consentirmi di guadagnare nulla, con tutta la migliore volontà. Se almeno non fosse venuta quella malattia (il musicista si riferisce al ricovero in ospedale della moglie Costanza per l’infezione ad un piede), non sarei ora costretto a mostrarmi così sfrontato verso il mio unico amico. Perdonatemi, per l’amor di Dio, perdonatemi soltanto».
Ma niente di questa tristezza e disperazione si avverte nel Quintetto d’archi con clarinetto K. 581, che Mozart chiamò Stadler-Quintett, perché composto per l’abilissimo clarinettista Antonio Stadler. Usato per la prima volta in tutta la sua estensione, il suono del clarinetto, morbido, sensuale, agile e melodioso, si mescola con la dolcezza degli archi, creando una serena atmosfera primaverile, espressione di una superiore visione dell’arte.
Ensemble Vivaldi de “I Solisti Veneti” è una formazione cameristica composta dai più̀ popolari membri de “I Solisti Veneti”.
Info e biglietti on line: www.solistiveneti.it
Biglietti: in vendita online, a Lonigo presso Libreria Leggi & Scrivi (Via Garibaldi 17 – tel. 0444 830979). La sera del concerto, a partire dalle ore 20, presso la Barchessa di Villa Pisani Bonetti.
Sostenitore 25€
Intero 15€
Ridotto 10€ (over 65 under 18)
Ridotto 5 € (under 12)
Ridotto 3 € (Studenti Conservatorio e Università)