LUNEDÌ 17 MARZO TERZA GIORNATA DEL FESTIVAL DEDICA A KADER ABDOLAH
SCRITTURA CUNEIFORME: IL TEATRO DI GABRIELE VACIS PORTA IN SCENA L’ESILIO E L’IDENTITÀ
ALLE 20.45 NEL CONVENTO DI SAN FRANCESCO, A PORDENONE
Prosegue con il teatro il festival Dedica 2025 che vede al centro lo scrittore iranian naturalizzatoolandese Kader Abdolah. Dopo l’inaugurazione di sabato nel Teatro Verdi di Pordenone e della mostra “Eyewitness Iran” , aperta domenica mattina nello spazio espositivo della biblioteca comunale della città , la rassegna entra nel vivo con il primo intenso spettacolo teatrale ispirato ai romanzi dell’autore.
Lunedì 17 marzo alle 20.45, nel Convento di San Francesco, andrà in scena Scrittura cuneiforme, spettacolo teatrale tratto dall’omonimo romanzo di Abdolah. Il progetto scenico è curato da uno dei più grandi registi e autori teatrali italiani, Gabriele Vacis, con gli attori Lorenzo Tombesi e Edoardo Roti. Scenofonia e allestimento sono affidati a Roberto Tarasco, scenografo di grande esperienza.
Lo spettacolo affronta il tema dell’esilio, del ricordo e della ricerca di un’identità in un mondo in continuo mutamento. “La storia di Kader Abdolah – spiega Vacis – è quella di un uomo di oggi, che vive in Olanda ma è nato in Iran. Ha una formazione da fisico, è stato un rifugiato politico e scrive in olandese. Nel mondo di oggi le nostre esperienze si frantumano, sono in costante movimento, migriamo costantemente. Così è sempre più difficile trovare appigli alla realtà concreta del vivere”.
Nel romanzo Scrittura cuneiforme, il protagonista Ismail ritrova un quaderno scritto dal padre Aga Akbar, un uomo sordomuto che lavorava come tessitore nel “paese dei tappeti volanti”. Ismail ha abbandonato il padre senza conoscerlo veramente. Tradurre quella scrittura misteriosa diventa per lui un modo per ritrovare radici concrete che credeva perdute per sempre. Attraverso la figura del padre, riemerge la grande storia: le pretese di occidentalizzazione dello Scià, il ritorno e la violenza degli ayatollah, le lotte per la liberazione.
Lo spettacolo mette in luce come, nella profondità della tradizione, si possano ancora trovare strumenti per comprendere la realtà, per trovare stabilità in un mondo che ci spinge costantemente altrove. Kader Abdolah, attraverso il suo romanzo, segue la massima di Gustav Mahler: “La tradizione è tenere acceso il fuoco, non venerare le ceneri”.
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