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DI RITORNO AL CAMPO BASE : OVVERO DI COME L’ARTIC CIRCLE TRAIL E’ DIVENUTO UN VERO CIRCLE

DiLuigi Ferraro

Lug 28, 2019

di Luigi FERRARO

Lunedì 15 luglio , Sisimiut – Kangerluarsuk Tulleq

Parto alle otto dall’ostello Vandrehjem ma a causa dell’incendio avvistato nei giorni precedenti nei pressi del lago a nord-est del fiordo di Kangerluarsuk ho dovuto riprogrammare il viaggio di ritorno. Il mio percorso verso il punto di partenza, Kangerlussuaq si trova sulla direzione del fuoco che dopo tre giorni, alimentato dal vento, si è esteso a nord del fiordo in una vasta aerea. Su suggerimento e raccomandazione dei locali, preoccupati e sorpresi dalla mia ferma volontà di ripercorre il Trail, ho trovato l’alternativa. Non tutto è perduto, vado avanti. Con la deviazione risparmierò qualche km ma aumenterà il dislivello già considerevole che dovrò affrontare: pertanto percorrerò l’intero Artic Circle Trail in senso inverso sfiorando il fronte dell’incendio, così è deciso. Le prime avvisaglie dell’estensione delle fiamme si è avuta nel pomeriggio di ieri quando anche a Sisimiut si sentiva l’odore acre del grandioso incendio. Lascio le ultime case del villaggio salutato dai latrati dei cani da slitta disseminati lungo la valle: sono centinaia legati alle cucce .. gli stessi che mi avevano dato il benvenuto all’arrivo. Mi lascio alle spalle questo piccolo villaggio di case colorare gialle, rosse e blu, tutte di legno che riprendono lo stile della colonizzazione di inizio 1700 e rendono unico il piccolo porto di pescatori utilizzato principalmente per la pesca di gamberetti e di granchi.

Sisimiut

Inizio a salire lungo il pendio dell’imponente profilo della montagna Nasasaaq fino ad arrivare nella omonima valle, la attraverso tutta da nord ovest ad sud-est. Spettacolare con i suoi laghi di un’acqua cristallina dove mi rifornisco prima di affrontare la salita al Qerrortusup Majoriaa. Il dislivello molto impegnativo, conduce al termine della salita all’altipiano. Proseguo tra creste e laghetti per alcuni km fino ad affacciarmi sul fiordo sottostante: la bellezza della natura è mozzafiato, la visuale fantastica se non fosse per l’incendio che devasta questa terra selvaggia. Visto da qui credo che abbia un fronte di un paio di km e sprigiona una quantità di fumo che copre i monti e le valli circostanti. Proseguo scendendo lungo il crinale della montagna per poi proseguire verso sud-est fino a giungere su un promontorio alla fine del fiordo dove mi accamperò in serata.

Martedì 16 luglio, Kangerluarsuk Tulleq – Nerumaq

Lascio la zona in una coltre di fumo impressionante: copre tutto il fondo valle e il fiordo. Lo sguardo non riesce a penetrare il grigio denso che nasconde il panorama e l’odore si fa sentire anche se non penetrante nell’aria. Scendo dall’altopiano fino a raggiungere il lago sottostante percorrendolo fino all’estremità orientale per raggiungere poi il fiume che lo alimenta. Mi fa da traccia lungo tutta la valle e per non perdere la direzione l’ho dovuto guadare ben tre volte saltando di sasso in sasso. Attraverso spettacolari ambienti acquitrinosi e distese di arbusti e piante finché intravedo in fondo alla valle Nerumaq: la zona dove passerò la notte.

Mercoledì 17 luglio, Nerumaq – Innajuattoq

Questa notte ha piovuto……. l’aria al risveglio è frizzante. Anche oggi seguo la traccia del fiume fino quasi alla sorgente. Inizio a salire su un altopiano dove vedo dei branchi di renne e poi ancora renne e renne fino a raggiungere l’altopiano costeggiando dei laghetti di un colore smeraldo davvero unici che rendono il paesaggio pittoresco passo dopo passo. Dopo circa 6 km finalmente nella valle sottostante il lago di Nerumaq con alla sua estremità la hut di un colore rosso intenso. Seguo il margine del lago fino alla sua fine, fino a guadare il fiume.

Giovedì 18 luglio

Una fitta nebbia e una pioggia finissima avvolge la zona con un vento fastidioso proveniente da sud est. La conformazione del terreno abbastanza ostico e la poca visibilità mi impongono una sosta forzata: fermarmi in sicurezza finché il tempo non migliora, non ho fretta, ho tutto il tempo che voglio a disposizione. Pianto la tenda in un punto apparentemente riparato e mi rinchiudo coprendomi con tutto ciò che posso.

Venerdì 19 luglio, Innajuattoq – Eqalugaarniarfik

La nebbia si è finalmente diradata, parto verso Eqalugaarniarfik. Dopo avere costeggiato diversi laghi incastonati tra le montagne, il sentiero inizia a salire rapidamente verso altipiano del Iluliumanersuup Portonga. Raggiunta la sommità si prosegue in un continuo saliscendi con splendidi panorami a 360^ gradi. Raggiunta l’estremità est dell’altopiano si incomincia a scendere verso il fiordo sottostante fino a raggiungere Eqalugaarniarfik, la hut rossa ancorata alla roccia all’estremità del fiordo Maligiaq

Sabato 20 luglio, Eqalugaarniarfik – Ikkattooq

Finalmente il sole, già intenso, che dà al paesaggio colori vivaci e al cielo una forte intensità di azzurro. Scendo verso la valle seguendo il crinale roccioso, aggirandolo fino a raggiungere il guado sul fiume lakseelvi largo non più di cinque/sei metri ma con una portata d’acqua interessante….. La traccia mi porta a proseguire in un terreno acquitrinoso che spesso si confonde con quella lasciata dagli animali….. attraversa tutta la valle fino a raggiungere i monti verso sud est dove inizia a salire fino a raggiungere la cresta con un dislivello di 450 metri.
Proseguendo lungo il crinale non si può non ammirare il panorama finché arrivo a Eqalugaarniarfik dove posso rifornirmi d’acqua, fare il bucato e finalmente ….immergermi, ne avevo proprio bisogno.

Domenica 21 luglio, Ikkattooq – Canoe Centre Amitsorsuaq

Il tempo finalmente è dalla mia: non c’è una nuvola! Parto di buonora, mi incammino sull’altipiano con un sali scendi continuo per un paio di km seguito da una discesa verso il lago Tasersuaq fino giungere a una spiaggia di sabbia per una breve sosta costeggiando il lago per poi seguire il fiume che scende lungo la valle alla mia sinistra. Qui mi mi sono imbattuto in una famigliola di buoi muschiati tenendomi a debita distanza visto che cerano i due piccoli poco distanti. Il terreno è acquitrinoso e rende l’avanzata difficile: arrivato al lago Amitsorsuaq lo costeggio fino ad arrivare al Canoe Centre posto stupendo, che già mi aveva colpito al primo passaggio.

Lunedì 22 luglio, Canoe Centre – Katiffik

Durante la notte si è alzato un vento che mi ha tenuto sveglio tutto il tempo. Il lago ribolliva tanta era la sua forza. Per mia fortuna questa mattina il vento si è calmato anche se questa sarà la tappa più semplice di tutto il percorso: 20 km tra il costone della montagna e il lago Amitsorsuaq, lungo e stretto, fino ad arrivare a Katiffik. Un’unica difficoltà mi si è presentata davanti: il passaggio di due zone di frana.

Martedì 23 luglio, Katiffik – Hundesø

Oggi splende il sole. La prima decisione della giornata da prendere è decidere quale traccia seguire: per scalare il monte dietro la hut visto che ce ne sono ben tre. Mi decido per quella a sinistra: diretta e piuttosto ripida. Raggiunto il plateau: è un continuo serpeggiare tra laghi di ogni dimensione, un paesaggio unico costellato di specchi lucenti che riflettono cielo e panorama. Sceso a valle, oltrepasso un piccolo guado che divide due laghi: superato senza problemi saltando da un sasso all’altro. La traccia risale sulle colline artiche del Lark ed è poco visibile ed occasionalmente scompare tra le rocce e pendii pieni di arbusti facendomi penare per i restanti 13 km. Contino il percorso tra renne e laghi e poi, finalmente in lontananza, Hundesø . Il paesaggio è mutevole si passa da da zone umide paludose a sentieri di montagna rocciosi. Occasionalmente il percorso si dirama in direzioni diverse, costringendoti a indovinare e non sempre la via più percorsa è stata quella dei tumuli, piccoli o grandi mucchi di pietre innalzate per segnare il passaggio. In poco tempo lo raggiungo con il vecchio caravan che fa da rifugio appollaiato sulla collina rocciosa che domina il lago sottostante. E’ cadente, praticamente un ammasso di lamiere rugginose, e sporco ma decido di sfruttarlo ugualmente per non usare la tenda.

Mercoledì 24 luglio , Hundesø – Kangerlussuaq

Ultimo giorno: il mio Artic Circle Trail è giunto al termine. Anche oggi il sole splende alto in un cielo intensamente blu. Con un passo veloce esco dal camper e cammino in direzione della piccola base scientifica di Kelly Ville che raggiungo dopo 4km qui ritrovo la strada sterrata che mi porterà prima al porto, un piccolo molo dove attaccano navi da crociera e petroliere poi verso Kangerlussuaq. Durante gli ultimi 12 km l’umore è alto, finalmente i primi siti, passo davanti all’Old Camp e di li a poco mi ritrovo davanti all’aeroporto…….. il mio Artic Circle Trial è finito proprio dove era iniziato. Sono consapevole che il tempo dei pensieri e delle emozioni si deve ancora assestare per poter descrive compiutamente un’esperienza così intensa e importante.

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