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Disabilità: le cooperative sociali bellunesi e trevigiane lanciano un appello ai candidati alle elezioni regionali

DiRedazione

Nov 1, 2025

La sostenibilità dei servizi essenziali in Veneto oggi è messa a dura prova.

Federsolidarietà Belluno e Treviso chiede ai candidati alla presidenza della Regione un impegno concreto per garantire dignità, qualità e sostenibilità.

Le cooperative sociali bellunesi e trevigiane che operano nei servizi alla disabilità lanciano un appello ai candidati alle prossime elezioni regionali: è urgente intervenire per salvaguardare la qualità dell’assistenza e la sostenibilità dei servizi rivolti alle persone con disabilità.

Federsolidarietà oggi rappresenta 66 cooperative nelle due province di riferimento, di cui 11 a Belluno e 55 a Treviso, tocca i 244 milioni di fatturato e dà lavoro ad oltre 10 mila persone.

Quello dei servizi garantiti dalle coop associate è sistema complesso, che tocca numeri e necessità fondamentali. Nel Trevigiano le coop sociali assistono più di 1.200 persone con disabilità, per la maggior parte seguite in 30 centri diurni (687persone) e in 18 comunità alloggio (250 persone), oltre che in 11 gruppi appartamento, due Rsa e in alcuni progetti sperimentali e di assistenza privata, a cui si aggiungono i progetti DGR 739/2014, i progetti di Rete Synergasia DGR 1375/2014 e i progetti legge 112/2016, meglio conosciuti come “Dopo di Noi”.

Eugenio Anzanello

Nel territorio bellunese la distribuzione e la tipologia delle strutture attive è più eterogenea. Le tre cooperative locali gestiscono 7 centri diurni da 133 posti accreditati, 5 comunità alloggio con 66 posti letto e una RSA che conta 44 posti letto autorizzati. Sono poi attivi 3 progetti DGR 739/2014 da 18 posti, un progetto di rete DGR 1375 /2014 che coinvolge 26 utenti, un progetto di rete Legge 112/2016 “Dopo di noi” che accoglie 33 persone e, infine, 2 progetti dedicati a 30 persone affette da autismo.

Questi numeri testimoniano l’importanza e l’impatto concreto del lavoro quotidiano delle cooperative sociali nel garantire inclusione, assistenza e dignità alle persone con disabilità e alle loro famiglie.

Nonostante l’impegno quotidiano degli operatori e delle imprese cooperative, il sistema sta mostrando gravi segnali di affaticamento, dovuti a politiche che, negli ultimi anni, hanno privilegiato il contenimento della spesa pubblica a scapito della costruzione di percorsi virtuosi di inclusione, autonomia e cura.

Le criticità

Molteplici le criticità che minano l’efficienza del settore, a cominciare dal rapporto, spesso sbilanciato, tra Pubblica Amministrazione e cooperative sociali, che privilegia la logica del ribasso dei costi anziché la valorizzazione della qualità dei servizi e delle relazioni di cura.

Un peso significativo lo esercita anche l’inadeguatezza dei corrispettivi economici. I costi di gestione delle strutture — personale, energia, manutenzione e forniture — sono in costante aumento, ma rette e corrispettivi riconosciuti da Ulss, Comuni e Regione restano invariati da anni. Questa sproporzione mette a rischio la continuità dei servizi essenziali.

In questo contesto si inserisce anche il parziale riconoscimento degli aumenti contrattuali da parte degli enti pubblici, che ad oggi non riconoscono gli adeguamenti previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), rendendo impossibile sostenere economicamente gli aumenti dovuti agli operatori.

Sul tema degli aumenti delle rette resta ancora irrisolta la questione delle RSA area disabilità, malgrado le richieste in tal senso avanzate dalle rappresentanze dei soggetti istituzionalmente accreditati nel corso del lungo confronto che ha preceduto l’adozione della DGR 1301 del 14 novembre 2024, che ha aumentato le rette per i servizi istituzionalmente accreditati per la Disabilità esclusivamente per le Comunità alloggio, i Centri Diurni e le progettualità ex DGR 1375/2020. Questo mancato aggiornamento risulta insostenibile, in particolare per le Rsa con meno di quaranta posti letto gestite dalle nostre cooperative sociali associate a Federsolidarietà Belluno e Treviso. Inoltre non è ancora stata deliberata la retta standard a livello regionale per le comunità alloggio generando così forte disuguaglianza tra i servizi per le persone con disabilità e mettendo a rischio la sostenibilità delle strutture stesse.

Sul tavolo di discussione resta anche la disapplicazione del DPCM 2017 che definisce i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): il rapporto tra quota sociale e sanitaria non viene rispettato, soprattutto nelle comunità alloggio, con gravi ricadute economiche e organizzative sulle cooperative.

Un tema storico e ancora irrisolto, più volte oggetto dell’attenzione di Federsolidarietà Belluno e Treviso, è quello della carenza di figure professionali qualificate, in particolare nei ruoli di cura, una scarsità ormai cronica che compromette la possibilità di garantire la piena operatività dei servizi, dettata anche dallo scarso riconoscimento socio-culturale delle professioni legate all’assistenza e all’educazione delle persone con disabilità restano poco valorizzate, sia sul piano economico che sociale, rendendo difficile attrarre e motivare nuovi operatori.

L’appello ai candidati

Chiediamo ai candidati alle prossime elezioni regionali di assumere un impegno pubblico concreto a supporto delle nostre impresedichiara Eugenio Anzanello, vicepresidente Confcooperative Federsolidalietà Veneto – aggiornando i corrispettivi economici delle strutture accreditate all’indice ISTAT e riconoscendo gli aumenti contrattuali, condizioni indispensabili per garantire al nostro personale condizioni di lavoro adeguate”.

Dobbiamo valorizzare le professioni di cura con politiche di riconoscimento e formazione e ricostruire un rapporto di fiducia e corresponsabilità tra istituzioni pubbliche e cooperative.sottolinea con Luca Sartorato, presidente di Federsolidarietà Belluno e Treviso – Garantire servizi di qualità alle persone con disabilità non è solo una questione economica, ma un dovere etico e sociale. Le cooperative chiedono che la prossima legislatura regionale metta al centro la dignità delle persone e il valore del lavoro di cura”.

Informazioni: www.bellunotreviso.confcooperative.it

*Confcooperative Belluno e Treviso: l’Associazione rappresenta 133 imprese cooperative con 33.629 soci e 8.984 addetti e un fatturato di 1 miliardo e 766 milioni di euro nel 2023. Il settore agroalimentare, nello specifico, riunisce 32 cooperative a Treviso e 7 a Belluno e da solo genera un fatturato che sfiora il miliardo e 400 milioni di euro: mentre a Belluno il settore prevalente è quello lattiero-caseario, nella provincia di Treviso le cooperative svolgono molteplici attività e tra queste prevale quella del comparto vitivinicolo. I prodotti delle cooperative bellunesi e trevigiane sono presenti sui più importanti mercati mondiali e partecipano con quote significative all’export del Veneto.

Il settore sociale rappresenta 66 cooperative, di cui 11 a Belluno e 55 a Treviso, tocca i 244 milioni di fatturato e dà lavoro al oltre 10 mila persone. Le tipologie sono: cooperative di tipo A – servizi sociosanitari, ricreativi, educativi e ludico culturali (34 in tutto), di tipo B – inserimento lavorativo di persone svantaggiate (16) e plurime (16); ci sono infine tre consorzi.

In copertina : Luca Sartorato

Di Redazione

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