Luglio 1974. Sulle frequenze della stazione radio newyorkese WPIX, il disc jockey annuncia il primo programma dedicato alla colonna sonora delle notti della grande mela.
Nasceva di fatto la Disco-music che veniva per la prima volta sdoganata e fatta uscire allo scoperto dopo anni di ghettizzazione nei molti e misconosciuti club neri o gay di manhattan…
L’esigenza di muoversi e di farlo a ritmo di musica è sempre stata una componente fondamentale di quasi tutti gli esseri umani ma quello che accadde all’inizio degli anni 70 va ben oltre.
La semplicistica definizione di “musica in 4/4 per ballare” con la quale veniva descritta la discomusic è profondamente inadeguata per spiegare un genere che per poco più di 10 anni ha letteralmente stravolto non soltanto la discografia mondiale, creando una forma nuova legata allo stile, al look e al modo di vivere stesso e che può vantare radici molto più profonde che un semplice disagio sociale perché questo nuovo stile musicale e culturale non era soltanto un nuovo genere musicale o un nuovo modo di ballare ma diventò ben presto una vera e propria rivoluzione pacifica delle minoranze, come i giovani della cosidetta working class, i neri i reietti, gli omosessuali, gli ispanici e le donne che sentivano la possibilità di uscire allo scoperto e ritrovarsi tutti assieme in pista a ballare senza distinzioni di colore, religione, ideologia politica.
Infatti a differenza degli altri mezzi di intrattenimento e non, la discomusic rappresentò appieno gli ideali di integrazione razziale e sociale. Gli anni 60 erano finiti da poco e avevano portato con se molte esperienze negative.
Erano morti Hendrix, Morrison e la Joplin e si erano sciolti i fab four, i Beatles e soprattutto era morta l’dea di poter cambiare il mondo grazie a una canzone.
L’America era ancora disorientata dopo la guerra nel Vietnam e il rock non riusciva a lasciare il segno e tutti, a cominciare dai più deboli, dagli emarginati, sentivano il bisogno di ottimismo e la DISCOMUSIC arrivò come una ventata di speranza che prometteva di lasciare tutto o quasi alle spalle.
Il mondo discografico era in profonda crisi all’inizio degli anni 70,dopo aver sostenuto quasi esclusivamente artisti impegnati e famosi. Anche qua da noi in Italia, i giovani soprattutto schierati politicamente a sinistra non compresero subito la portata che avrebbe avuto la discomusic perché era considerata musica di neri fatta per i neri, abituati a muoversi in un certo modo e culturalmente di estrazione più bassa…
Ma col passare degli anni anche per la disco-dance avvenne quello che era già accaduto per il rock’n roll nel decennio passato. Quando il fenomeno divenne ormai irrefrenabile anche i musicisti bianchi si lanciarono nel nuovo genere e nacquero band destinate al successo planetario, come i Bee Gees o gli Abba.
Gli anni 70 con la DISCOMUSIC crearono un mondo parallelo alla musica d’autore dei cantautori classici o delle rock band che parlavano di impegno sociale e amori leggeri, portando un messaggio forte di pace, amore libero uguaglianza e libertà sessuale e spirituale.
I look degli artisti erano sempre più sfavillanti. Jeans attillati, pailettes, colori sgargianti e scollature vertiginose accendevano le fantasie più recondite e le luci stroboscopiche delle discoteche, i ritmi incalzanti e i gemiti a sfondo sessuale delle icone nere come Donna Summer e Diana Ross o i testi molto liberty delle varie band o degli artisti solisti come Barry White, George Mcrae, Tavares, Ritchie family, KC and sunshine band( una delle prime a coniugare elementi bianchi e di colore tra i propri componenti..), Jacksons 5, The Trammps, Commodores donarono una sensazione di speranza e di libertà e la consapevolezza che la musica poteva unire tutti quanti indipendentemente dal colore della pelle e delle ideologie politiche e religiose.
La cosiddetta “povera musica per neri in 4/4” aveva lasciato il segno e inconsapevolmente creato delle solide basi per la moderna musica pop e dance che dalla prima metà degli anni 80 in poi avrebbe imperversato in tutte le radio, tv e in tutte le discoteche e balere del mondo fino ai giorni nostri.
Continua…