VIA LA PAROLA INCURIA DELLA LEGGE VAJONT, IL MONITO DEL PRESIDENTE
A pochi giorni dalla visita del Presidente della Repubblica, riprende l’iter in Senato
Dreosto (Lega): “Doveroso dopo le parole del Capo dello Stato“
“Il profondo richiamo alla tutela della memoria storica lanciato dal presidente Mattarella avrà sicuramente un effetto di forte responsabilità sul Parlamento, chiamato a modificare la legge del Vajont”. Così il senatore friulano Marco Dreosto all’indomani della visita a Erto e Casso e Longarone del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Dreosto ha depositato un disegno di legge per cambiare la norma del 2011 che istituisce la giornata contro tutti i disastri. La disposizione si riferisce però agli eventi “provocati dall’incuria”. Immaginabili allora le proteste dei sopravvissuti e delle comunità locali. La proposta del capogruppo regionale della Lega è proprio quello di rimuovere il termine “incuria”, ritenuto troppo blando e paragonabile ad un mero errore di negligenza. Durante il proprio intervento tra i detriti del monte Toc, il presidente della Repubblica non ha mai utilizzato questo vocabolo così scomodo e anzi ha stigmatizzato ogni tentativo di giustificare le responsabilità umane nell’accaduto, ottenendo subito un fragoroso applauso non previsto dal protocollo. Di qui la certezza di Dreosto che l’iter di approvazione della legge avvenga in tempi ancor più ridotti. In realtà, inizialmente sembrava che il provvedimento fosse destinato a passare in aula già prima del 9 ottobre, sessantesimo anniversario della catastrofe e giorno di arrivo di Mattarella nei luoghi del Vajont. Così non è stato. Nei giorni scorsi il testo presentato dal senatore di Spilimbergo e sostenuto da una ventina di suoi colleghi è stato affidato alla commissione Affari costituzionali per un primo parere. A supportarne l’adozione è sceso in campo in rappresentanza del Governo anche il sottosegretario di Stato Claudio Durigon. Seguiranno le valutazioni di altre commissioni competenti in materia di cultura, giustizia e ambiente. Poi il confronto finale e l’esito che ormai pare scontato dopo l’appello del presidente della Repubblica. Chi spera moltissimo in questa nuova norma sono i superstiti della sciagura che fin dal 2011 organizzano petizioni al Parlamento. Del resto, sempre in occasione della trasferta in zona di Sergio Mattarella, il governatore del Veneto Luca Zaia è stato quanto mai schietto sull’argomento. “Altro che incuria, qui bisogna parlare del frutto di un delirio di onnipotenza”, ha commentato l’esponente regionale.
In copertina : Marco Dreosto e Claudio Durigon