Riflessioni e suggestioni proposte dallo studioso che ha promosso il patronato laico del grande Patriarca sulla città capitale del Friuli e riscoperto l’eroe patriarchino Marco di Moruzzo, ora protagonista di un docufilm di grande successo internazionale.
“Che fine ha fatto l’‘Insegna Patriarcale’ che figurava nell’armeria del Comune di Udine nel corso del secolo XVII? C’è relazione tra questa e l’insegna del corredo funebre del Beato Bertrando?”. A sollevare l’interrogativo è il prof. Alberto Travain, nell’anniversario della battaglia di Braulins (24 agosto 1336), la più rinomata vittoria militare del grande Patriarca aquileiese, beniamino e patrono civico della Capitale del Friuli Storico, ricorrenza celebrata per secoli quasi come sorta di festa nazionale del Patriarcato friulano. “Mi pare interessante che, in piena età veneta, la città di Udine vanti la custodia non di insegne marciane ma patriarchine: segno evidente di una coscienza d’identità e ruolo tutt’altro che suddita della Serenissima. Ribadito anche in questo l’ambizione udinese a surrogare Aquileia come riferimento e coordinamento territoriale!”. Così, il professore, da quattro decenni assiduamente e generosamente impegnato nella riscoperta e nella riproposizione sociale, istituzionale e scolastica di elementi storici atti ad arricchire il patrimonio identitario e valoriale locale. Alle sue ricerche si deve il recupero della figura storia di Marco di Moruzzo, ultimo irriducibile portabandiera dei Patriarchi, protagonista ora di un docufilm di successo internazionale. Innanzitutto ai suoi uffici culturali, Udine deve la proclamazione del grande Bertrando a Patrono laico della comunità, eccezione europea se non addirittura mondiale (2001). E allo stesso deve la ricostituzione dell’Arengo cittadino bertrandiano ossia dell’assemblea partecipativa urbana (2015) e le celebrazioni del Compleanno della Città (2001). Ora, in vista dell’802° genetliaco cittadino, il 13 settembre, in pieno Friuli Doc, lo studioso si chiese se le Autorità e le principali istituzioni culturali di Udine intendano cogliere l’opportunità del secentenario degli Statuti udinesi vigenti per tutta l’era moderna (1425) al fine non solo di un’utile retrospettiva storica ma anche dell’apertura di una grande riflessione comune, davvero partecipativa, su ambizioni e speranze della comunità cittadina di oggi.
In copertina : prof. Alberto Travain
