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Euritmica presenta “Profezie” – prima nazionale assoluta il 6 dicembre al Teatro Pasolini di Cervignano del Friuli

DiRedazione

Dic 2, 2022

UN VIAGGIO CON PIER PAOLO PASOLINI ATTRAVERSO LE SUE VISIONI PROFETICHE

PRIMA ASSOLUTA

Martedì 6 dicembre 2022 ore 20.45

Teatro Pasolini Cervignano del Friuli

Stagione Musica 2022_2023 – Progetto 100×100 Pasolini

in replica mercoledì 7 dicembre 2022 ore 20

Teatro San Giorgio Udine

Udin&Jazz Winter #3

Riparte il 6 dicembre, con la prima assoluta di “Profezie”, la stagione musicale del Teatro Pasolini di Cervignano, curata da Euritmica, dopo il rinvio al 21 marzo, per motivi di salute, del concerto di Enrico Rava&Fred Hersch (i biglietti e i tagliandi di abbonamento del 2 novembre rimangono validi).

Profezie”, una produzione Euritmica, è un viaggio di scoperta esistenziale con Pier Paolo Pasolini, attraverso le sue visioni profetiche, un gesto d’amore, un ritorno all’innocenza poetica, provando a squarciare quel velo di opacità che ammanta l’apatica indifferenza dell’uomo contemporaneo occidentale.

L’opera è l’adattamento teatrale di un testo dell’intellettuale Fabio Turchini, con musiche originali a cura di Claudio Cojaniz, per la regia di Carlo Zoratti.

In scena, tre attori: Fabiano Fantini, Marta Riservato, Pietro Macdonald e due attori/cantanti: Mariateresa Bonera, Alessio Velliscig, oltre al quartetto di Claudio Cojaniz, pianoforte; Alessandro Turchet, contrabbasso; Antonino Puliafito, violoncello e Luca Grizzo, percussioni.

«In Profezie – spiega Turchini – troviamo l’uomo contemporaneo occidentale che ha perso il contatto con la propria interiorità, con i propri sentimenti, la cui anima è prosciugata dagli ininterrotti appagamenti del consumismo ma anche da un asservimento ai canoni dell’efficientismo funzionalistico imposto dalla società.

L’indifferenza e l’apatia – continua Turchini – sono il suo antidoto all’orrore che lo circonda, facendogli smarrire del tutto la ‘pietas’ e consacrandolo nevroticamente ad un’esistenza votata al lavoro e allo svago».

Nella pièce, che si svolge durante una crociera nel Mediterraneo, mare battuto dalle rotte delle grandi navi bianche ma anche dei barconi della disperazione cariche di migranti, egli si mette a nudo confrontandosi con il sé stesso da ragazzo, che gli ricorda spietatamente quali erano i suoi ideali giovanili, drammaticamente disattesi e dimenticati.

La madre, personaggio chiave dell’universo pasoliniano, entra in modo ambivalente nella vicenda, combattuta tra naturale amorevolezza, delusione e severità.

“Profezie”, raccoglie con grande sensibilità il portato poetico, letterario e civile dell’opera pasoliniana e rappresenta, metaforicamente parlando, un arco che l’arciere tende all’indietro per scoccare la freccia in avanti, caricata con tutta la forza del passato (cfr Pasolini: “Io sono una forza del Passato. Solo nella tradizione è il mio amore”), stigmatizzando così la nostra società privilegiata e indifferente, irreligiosa e omologata, concentrandosi emblematicamente sul disperato tentativo d’introspezione del personaggio che, di ritorno, si vede incalzato dalla sua stessa coscienza per aver, come tutti gli altri passeggeri, perseverato nei sollazzi nonostante la nave avesse incrociato la rotta di disperati migranti votati a morte certa.

Il finale rimane aperto come a sollecitare nel pubblico il compito morale di una conclusione.

Restare come siamo nell’imminenza della catastrofe o decisamente sterzare?

Il pianista Claudio Cojaniz: «nel pensare alla musica per questo lavoro “con” Pasolini ho tenuto nel giusto conto la sua idea di musica. Per P.P.P. è un’azione espressiva alta ed indefinibile, un atto totalizzante: la musica basta a sé stessa. Ha usato, da eclettico qual era, varie forme: Bach e Webern, Modugno e folklore, Free Jazz e musiche popolari, etc. spesso per contrasto, per definire espressivamente il sacro. E così ho fatto io, lasciandomi guidare dalle situazioni a cui la scrittura teatrale mi invitava, specialmente nelle tre canzoni previste dall’azione scenica».

Dopo la prima al Teatro Pasolini, “Profezie” va in scena in replica mercoledì 7 dicembre (ore 20.00) al Teatro San Giorgio di Udine, nella prima delle due serate che Udin&Jazz Winter #3 dedica al poeta, scrittore, regista di origini friulane.

L’8 dicembre è in programma un doppio appuntamento: alle 18.30, sempre al San Giorgio, l’affascinante nuovo progetto dell’artista friulano/berlinese Marco Brosolo dal titolo “Nubi”, un’immersione nella profondità poetica dell’universo pasoliniano che abbraccia scritti, interviste televisive degli anni ‘60 e ’70 e dialoghi dei film.

Sulla scena: Marco Brosolo, voce, chitarra e sintetizzatore; Jacopo Zanette, batteria acustica; Francesco De Luisa, pianoforte; Leo Virgili, basso, chitarra, trombone e theremin.

Alle 20.30, 4 giovani artiste di gran talento vocale, Alba Nacinovich, Juliana Azevedo, Caterina De Biaggio e Laura Giavon riportano sul palcoscenico, dopo molti anni, la celeberrima “Cantata per Pier Paolo Pasolini” di Giovanna Marini, in una performance vocale dal titolo “Soffia il Cielo”. In un’epoca in cui la difficoltà di dire e di raccontare pervade il cuore e raggiunge la voce, queste quattro giovani cantanti, accomunate da simili domande e tormenti, affrontano la cantata, mai così attuale.

Biglietti online e nei punti vendita del circuito Vivaticket – info +39 04321720214 – www.euritmica.it.

Euritmica associazione culturale

con il sostegno di

Regione Friuli-Venezia Giulia

Direzione Artistica: Giancarlo Velliscig

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In copertina : Marco Brosolo© Elisa Caldana

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