Un viaggio a ritroso negli anni ’80 e i suoi miti!
Ma com’erano belli quegli anni, per chi come me (e molti di voi, lo so…inutile negarlo) viveva un presente ricco di suggestioni e con in testa un futuro tutto da scrivere?
La fine della scuola regalava la speranza di un estate da ricordare e incorniciare, anche semplicemente inviando cartoline agli amici rimasti a casa, amici da far crepare di invidia!
Oppure via… in sella al motorino o pedalando pesanti biciclette senza rapporti (si le marce erano lusso da ricchi!!) a scorrazzare da una festa all’altra. Da una sagra di paese fino al cancello di quella ragazza che tanto vi faceva sospirare il cuore!?!?!
Non esistevano i social, gli smartphone e i più rudimentali cellulari non erano alla portata di tasche perennemente vuote o peggio ancora bucate. La vita andava vissuta in prima persona, calpestando la terra, respirando l’aria all’aperto, sudando e faticando anche per ottenere un semplice sguardo di attenzione!
In quella che ora definiscono già EPOCA PASSATA, che invece noi abbiamo vissuto e ricordiamo come fosse ieri (ahimè), si sono susseguite una infinita varietà di musicisti, canzoni e artisti che hanno segnato indelebilmente i nostri ricordi! Alcuni sono andati persi nel tempo, altri più fortunati hanno continuato una carriera iniziata nella nostra gioventù.
Ne potrei citare a centinaia, ma oggi come oggi, tra le tante facce e storie che mi sono rimaste più impresse, voglio parlare di un artista la cui canzone più famosa riecheggia sicuramente nella testa di molti di voi, ma di cui forse non conoscete minimamente la storia.
La sua Der Kommissar è stata uno dei tormentoni del 1981, l’anno prima dei mondiali di calcio in Spagna, per capirci. Uscita ad ottobre di quell’anno, è diventata per anni colonna sonora delle estati in discoteca!
Chi non l’ha canticchiata, o chi ancora non se la ricorda?
Per rinfrescarvi la memoria, ve la ripropongo:
La canzone arriva al primo posto in Austria, Germania, Francia, Italia, Spagna, Finlandia, Unione Sovietica, Sud Africa e Giappone (tanto per capirci!!) e addirittura fa capolino nelle chart Americane e Canadesi (ricordiamoci che è cantata in tedesco!).
Un successo strepitoso, clamoroso ed esplosivo per il 24enne austriaco. Ma per chi lo conosce, questo successo non è stato frutto del caso o della fortuna!
Ma allora, chi è FALCO?
Il suo vero nome è Johann Hans Hölzel (HANSI per la madre) e fin dalla sua nascita, avvenuta a Vienna il 19 febbraio del 1957 (lo stesso giorno di Claudio SIMONETTI, Massimo TROISI e mio cugino Daniele, così per citarne alcuni…), si capisce che non sarà un signor nessuno!
Unico sopravvissuto ad una gravidanza trigemellare a rischio (si narra si siano accorti della sua esistenza solo dopo la nascita/morte dei primi due gemelli) si dimostra sin da molto piccolo un talento musicale. Per il suo quarto compleanno riceve in regalo un pianoforte, mentre all’età di 5 anni, dalla Wiener Musikakademie viene certificato il suo orecchio assoluto. Con il giradischi avuto in regalo ascolta Elvis, Cliff Richard e i Beatles.
Nel 1963 viene iscritto dai genitori in una scuola privata cattolica a pochi passi da casa. Dal 1967 poi frequenta il Rainer-Gymnasium. Ma nel 1973 lascia la scuola e comincia come apprendista presso l’ente austriaco per le assicurazioni pensionistiche degli artigiani. Grazie a questo troverà dei lavori occasionali fino al servizio di leva che svolgerà tra il 1974 e il 1975, periodo nel quale imparerà a suonare il basso elettrico. Seguirà anche un semestre al conservatorio cittadino, durante il quale esordirà nella sua prima band, gli Umspannwerk. Passerà poi ad altri gruppi, tra cui i noti Drahdiwaberl.
Siamo nel 1977, Hölzel abita per breve tempo a Berlino Ovest e qui decide di cambiare il suo nome in Falco. La scelta sul nome gli viene ispirata dal saltatore con gli sci della DDR, Falko Weißpflog, che lo ha particolarmente impressionato. Il cambiamento poi della k con la c è giustificato dal fatto che pensa così di rendere più internazionale il nome (genialata…).
Originariamente pensa anche di affiancare al nome un cognome, “Gottehrer” (letteralmente, colui che onora Dio), ipotesi che però lascia presto cadere. Il nomignolo “Hansi” invece – come la madre continua sempre a chiamarlo – lo rifiuterà per tutta la vita. A tal riguardo dirà “Chi usa quel nomignolo, non ha la più pallida idea di chi sia Falco, ve lo dico una volta per tutte: Hansi non esiste più!”.
Rientrato a Vienna viene prima ingaggiato dagli Spinning Wheel, poi suona (dal 1977 al 1979) con il gruppo rock-teatrale di avanguardia degli Hallucination Company, iniziando a riscuotere, anche se limitatamente alla scena viennese, un certo successo.
Successivamente diventa bassista e saltuariamente cantante del gruppo punk rock dei Drahdiwaberl (fortemente impegnato politicamente), dove dimostra si il suo talento musicale ma anche, se non soprattutto, il suo lato eccentrico, con delle scelte originali nei costumi e nelle performance. Deve comunque a loro il suo primo successo da solista: la sua canzone Ganz Wien, inserita nei concerti come assolo per riempire le pause, lo porta alla ribalta come cantante.
È il 1980. La sua canzone che parla del consumo di droga nella capitale austriaca diventa una hit ma viene boicottata dalle radio. Falco, più tardi, la pubblicherà nell’album Einzelhaft e diventerà un caposaldo dei suoi concerti.
In questo anno Falco sottoscrive un contratto per tre LP da solista e assieme al produttore viennese Robert Ponger e produce il suo primo singolo, la mitica Der Kommissar, che come abbiamo già detto raggiungerà il primo posto nelle classifiche di molti paesi europei. Disco d’oro in Canada e negli USA, è il primo brano ad essere entrato nelle classifiche statunitensi con un testo in tedesco.
Falco è parecchio diverso dagli altri musicisti in voga. Non è inglese ne americano. Viene dall’Austria, patria si di grandi compositori classici del passato ma non certo di moderne popstar. Veste elegantemente, ispirato al duca bianco David BOWIE, e sfoggia dei capelli scuri sempre schiacciati dalla gelatina (stile anni ’30 per capirci) con immancabili occhiali da sole. I suoi amici dicono di lui “vive di sesso droga e rock&roll in un vestito di Armani”!
Ad ispirarlo di più musicalmente sono il punk dei ’70, l’elettronica di Brian ENO e il carisma di David BOWIE, mescolati sapientemente al pop in voga in quel periodo, con sonorità tedesche che ricalcano lo stile dei Kraftwerk!
In totale, Der Kommissar vende ben sette milioni di copie! Impensabile prima di lui che una canzone cantata usando lo slang dei bassifondi viennesi potesse arrivare a quei livelli, ma tant’è! Curioso anche il fatto che Falco non fosse convinto di fare di questo il suo primo singolo, avendo piuttosto preferito esordire con Helden von Heute (scritta ispirandosi a Bowie). Suo malgrado si lascia convincere dalla produzione ad usare la base musicale che gli viene proposta, e prendendo spunto dalla serie TV austriaca sul commissario Kottam, in cui tra l’altro aveva recitato in un episodio, butta giù il testo. Il resto è storia!
Nel 1982 esce l’album Einzelhaft dal quale vengono estratti altri quattro singoli: Helden von Heute, Auf der Flucht, Hinter uns die Sintflut e Maschine Brennt.
Hansi si sente in tutto e per tutto un dandy, ispirato da quel Bowie che per lui è più che un semplice idolo. La sua ambizione di successo e notorietà lo ha accompagnato fin da piccolo, e con la sua estrosità ha creato a suo modo un nuovo modello da seguire. Le sue scelte nei costumi e le sue esibizioni nei concerti sono originali e coinvolgenti. I video che accompagnano le canzoni sono accattivanti e catturano l’audience.
Il ragazzone dallo sguardo penetrante e sornione, con quei capelli scuri brillantinati però è un tipo tutt’altro che semplice. Chi lo conosce bene lo definisce un soggetto stravagante, volubile e molto egocentrico, pur sempre restando un musicista dotato, simpatico, estroso e generoso. Il Falco che ti trovi davanti dipende molto probabilmente da quello che è stato il suo percorso di vita nelle ultime 24 ore. D’altronde fin da giovane, il suo stile di vita è quello di avere notti molto lunghe e giornate spicciole.
A questo punto sei ormai una star caro Hansi!
Ma il successo, nel suo caso, richiede un pesante tributo. Succede così che Falco, già incasinato di suo, si trova spiazzato dall’improvvisa fama e finisce con il gestirla nel peggiore dei modi, farcendo le sue giornate con droghe, alcool, psicofarmaci, relazioni di una notte e lucida follia.
Come spesso accade poi, il secondo album, Junge Roemer, prodotto da Ponger nel 1984, non si rivela un successo commerciale, seppur apprezzato dalla critica. Vende comunque 120.000 copie in Germania e in Austria fa disco d’oro, ma il successo internazionale è decisamente minore. Da quest’album però vengono tratti i primi video girati negli Stati Uniti, tanto da rendere Falco un tipico esponente della Neue Deutsche Welle.
Molto di questo flop si può tranquillamente imputare al fatto che il nostro sia in piena paranoia, in preda a deliri di onnipotenza, paventando un’integrità artistica che lo porta a voler costantemente alzare l’asticella. Non cerca un singolo dirompente alla Der Kommissar, continua semmai a voler cantare in tedesco, nonostante venga invitato a provare con l’inglese, il tutto accompagnato da una ostentata irriverenza verso i media negli appuntamenti canonici per il lancio del “prodotto”. Un disastro commerciale insomma. Il tour promozionale viene addirittura annullato mentre le sue condizioni fisiche sono compromesse dall’uso e abuso di droghe e alcool.
A questo punto decide di staccare la spina, capisce che in fondo ha bisogno di rimettere la sua sua vita in carreggiata e si concede una lunga vacanza con gli amici più cari in Thailandia, sperando di ritrovarsi.
Siamo nel 1985, e Falco tramite il manager Horst Bork si rivolge ai fratelli Bolland, due produttori olandesi che hanno ottenuto delle super hit e collaborato con Samanta Fox e Amy Stewart (il mondo li ricorda per In The Army Now che gli Status Quo portarono al successo).
Con Bolland&Bolland produce l’album Falco 3, che lo consacra come star di livello mondiale grazie ai successi di Vienna Calling, Jeanny e – soprattutto – Rock me Amadeus.
Personalmente rimasi molto colpito dal video e dal testo di Jeanny, tra l’altro molto criticato dalla stampa musicale e non solo. Video in cui Falco interpreta un persecutore che insegue ossessivamente la sua giovane vittima. Nonostante il fatto che sia il video sia il testo diano spazio a diverse interpretazioni, i media vollero calcare la mano sul fatto che il persecutore, alla fine, la ragazza la uccide. Ciò nonostante considero Jeanny un capolavoro stilistico e interpretativo di valore assoluto.
La canzone viene boicottata dalle radio, ma raggiunge ugualmente la testa delle classifiche tedesche. Falco viene anche invitato al Festival di Sanremo, portato dai Fratelli La Bionda, che sono i suoi discografici italiani nonchè i curatori della sua pubblicazione internazionale per l’etichetta A&M.
Ma è con l’uscita di Rock me Amadeus nel marzo del 1986 che gli riesce qualcosa di impensabile solo pochi mesi prima.
Vale la pena sapere che inizialmente la delirante canzone che i due produttori sottopongono a Falco sul più celebre concittadino, il compositore Wolfang Amadeus Mozart, viene da lui scartata dichiarando che non l’avrebbe suonata. “Manco morto” pare si sia lasciato scappare. “E’ come se a voi chiedessero di realizzare una canzone sugli zoccoli e i mulini a vento perché siete olandesi”, questa fu la sua provocatoria risposta agli orange.
Sappiamo tutti poi com’è finita no?!?!
Hansi andrà addirittura ad esibirsi al festival nazionale di musica classica di Vienna, davanti a oltre sessantamila persone. Impensabile ? Non per l’artista austriaco più venduto e apprezzato al mondo.
Il singolo sta per tre settimane in cima alle classifiche della rivista USA Billboard, e a tutt’oggi è l’unica canzone in tedesco ad aver raggiunto il #1 in America. Sarà primo anche in Gran Bretagna, il suo successo sarà planetario. Non gli è da meno l’album, che resta nella classifica statunitense a lungo, fino a raggiungere il terzo posto.
Il video della canzone ne esalta la potenzialità esplosiva e riconosce al rocker austriaco di Armani vestito, le sue capacità musicali e artistiche, esaltandone la cura maniacale nelle scelte dei costumi e nel ritmo delle scene:
Dopo la tournée estiva del 1986, Falco lavora con Bolland & Bolland al suo quarto album, Emotional, che viene pubblicato nell’autunno di quell’anno e a cui seguirà un tour mondiale.
Ma il successo di Rock me Amadeus, che supera addirittura quello dirompente di Der Kommissar è destinato a segnare un punto di arrivo per la carriera del dandy austriaco.
La seconda ma ben diversa crisi ha inizio quasi subito.
Nel 1987 canta a fianco di Brigitte Nielsen la canzone Body Next to Body. Il pezzo entrerà nella classifica austriaca e nella Top20 tedesca. Della Nielsen, Falco dichiara impunemente: “Con lei non volevo andare in hit-parade. Con lei volevo solo andare a letto!”.
La decadenza è dietro l’angolo….
Nel 1988 esce il suo quinto album, Wiener Blut, ancora prodotto dai fratelli Bolland. Il disco non va per nulla bene, tanto che anche il tour europeo previsto viene sospeso. Sconfortato da una lunga serie di insuccessi, piste di cocaina e bottiglie di alcool, incontra in un bar di Graz Isabella Viktovic, biondissima ex miss Stiria. Di quella che lui crede sia la donna dei suoi sogni arriva a dire : “E’ il mio tipo ideale: alta, bionda e con la tubercolosi”, descrivendola con il sarcasmo che lo contraddistingueva. La sposa lo stesso anno e durante la relazione nasce l’amata figlia Katharina Bianca, da cui prende la forza per tentare di smetterla con alcool e droga.
Ma il matrimonio è destinato ad avere vita decisamente breve, arenandosi definitivamente con il divorzio nel 1989. Fallimento che risulta ancor più amaro quando, qualche anno più tardi, scopre con infinita tristezza, tramite esame del DNA, che la figlia che oramai ha sette anni, non è figlia sua. Ciò nonostante, Falco lascia presso un notaio di Vienna una lettera e un libretto di risparmio che verranno consegnati a Katharina-Bianca il giorno del suo diciottesimo compleanno.
Nel 1990 riprova a tornare al successo con l’album Data de Groove, prodotto di nuovo da Ponger. Il cantante ne parla così: “Data De Groove era un album introverso, molto privato. La gente non aveva nessuna voglia di studiare un paio di semestri nella mia università privata per capire la mia musica. Testi come ‘The mega the schore, desto mono the chrome‘ non li scriverò mai più.”
Il ritorno al successo però si presenta con l’album Nachtflug, nell’autunno del 1992.
Trascinato dal successo del singolo Titanic, che gli consente di sbarcare nuovamente sul mercato americano (il video vince numerosi premi) e che rimane in classifica in Austria per 18 settimane. L’album viene seguito da una tournee europea (Germania, Austria, Svizzera e Russia). Nella data di Vienna, alla Donauinselfest, ci sono 100 000 spettatori, nonostante il temporale che si scatena durante l’esibizione che ne costringe la sospensione.
Nel 1995 pubblica il singolo Mutter, der Mann mit dem Koks ist da sotto lo pseudonimo T»MA (= Thema). Il titolo gioca con la polisemia del termine Koks (letteralmente Coke, ma anche, gergalmente, cocaina e denaro). Fu un passaggio unico nella musica techno.
Nel 1996 deluso, triste e provato da uno stile di vita dissoluto, lascia l’Europa e si trasferisce a Santo Domingo. Oltre ai benefici fiscali, nei tropici trova un ambiente più creativo, più libero. Nello stesso anno esce il singolo Naked, destinato purtroppo ad essere l’ultimo da lui pubblicato.
Il brano non ha il il successo sperato. Vende solo 50.000 copie in Germania e raggiunge solo il quarto posto nelle classifiche austriache.
L’ultimo concerto lo tiene a Vienna, il 18 dicembre 1997, in occasione della festa di Natale della Lauda Air.
Niki Lauda, il mitico campione austriaco di Formula 1, era grande amico di Falco da lungo tempo, tanto che il 31 luglio 1998 battezzerà Falco un Boeing 737 della sua linea.
Nemmeno il paradiso dove Falco ha deciso di trasferirsi gli consente di ritrovare serenità e felicità. La sua vita fatta di eccessi è continuata fino al fatidico 6 febbraio 1998, giorno in cui muore in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale. Il Mitsubishi Pajero, di cui era alla guida, si scontra con un bus sulla strada che collega le città di Villa Montellano a Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana. Le ferite riportate saranno per lui fatali.
Risulterà poi dai rilievi, che l’autista del bus viaggiava ad alta velocità, infatti viene condannato a tre anni di prigione.
L’autopsia sul corpo di Hansi, invece, riscontra la presenza di alcool e cocaina nel sangue, cosa che finisce per alimentare le voci (tra l’altro mai accertate) di un suo possibile desiderio di suicidio, riportando anche alcune sue frasi del 1982 dette ad un giornalista, nelle quali dichiarava di voler morire in un incidente d’auto come James Dean.
Che fosse una macabra quanto profetica dichiarazione?!
Stando poi a quanto raccolto da alcuni testimoni, il suo fuoristrada è stato investito dal bus proprio mentre si stava immettendo a folle velocità nell’incrocio, così, senza guardare, quasi a volerla veramente fare finita!
Viene riportato in patria da un aereo della Lauda Air, già denominato “Falco” in suo onore, per preciso volere di Niki Lauda.
Da quel giorno, a soli 41 anni, ha termine la vita terrena di Johann Hans Hölzel e inizia la sua leggenda!
Viene sepolto al Cimitero Centrale di Vienna, al suo funerale sono presenti 10.000 persone!
La bara viene portata in spalla da un gruppo di motociclisti viennesi, gli stessi che anni prima avevano partecipato allo spettacolare quanto mitico video di Rock me Amadeus.
La sua tomba, posta nel cimitero di Vienna, si trova poco distante dagli illustri compositori del passato, ed è tutto fuorché sobria.
Accoglie fans e curiosi con una sua statua intenta ad allargare le braccia sopra la lapide, come se fossero ali per balzare in volo.
Sarebbe di sicuro piaciuta ad Hansi.
Si perché, nonostante oramai siano passati molti anni, FALCO e la sua musica sono ancora vivi e indimenticabili.
L’album Out Of The Dark uscito postumo, ha avuto un grande successo: 2 milioni di copie nelle sole Germania e Austria.
Per non farci mancare nulla, vi informo che nel 2008 è uscito in Austria il film biografico Falco – Verdammt, wir leben noch! diretto da Thomas Roth, in cui il ruolo del cantante è interpretato dall’attore austriaco Manuel Rubey.
E come dice Falco nella sua canzone postuma, SPIRIT NEVER DIES.
Vielen Dank : Te lo dovevo Hansi !
Stera