FESTIVAL ANTICHI ORGANI DEL POLESINE 2021
Un patrimonio da scoprire ed ascoltare
Edizione XVIII
Sabato 18 dicembre, alla Rotonda di Rovigoconcerto finale Festival Anichi Organi del PolesineOrgano Nicola Cittadin, soprano Marina Bartolicomunicato e foto in allegatoBT
TRIONFO BAROCCO AL TEMPIO DELLA ROTONDA
Il Festival Antichi Organi chiude i battenti col Callido più storico del Polesine. Sabato 18 dicembre. Arie per soprano e chicche musicali
ROVIGO – Il Festival Antichi organi del Polesine edizione 2021, si appresta a chiudere i battenti con la musica barocca dell’organo di Gaetano Callido, opera 34 del 1767, il più antico di tutta la provincia. Appuntamento imperdibile, dunque, col concerto per organo e voce soprano di sabato 18 dicembre, alle 21, al Tempio La Rotonda di Rovigo. Alla consolle del prezioso strumento, l’organista Nicola Cittadin, direttore artistico del festival e docente d’organo al Conservatorio di Udine; in assolo e concertato con la voce soprano di Marina Bartoli, docente di Musica vocale da camera al Conservatorio Venezze di Rovigo.
Ingresso libero e gratuito con mascherina. Obbligo di Green pass rafforzato.
Il concerto è l’ultimo appuntamento del Festival Antichi organi, organizzato da Asolo musica, il contributo della Regione del Veneto ed il patrocinio del Mic, nell’ambito del circuito concertistico regionale “Cantantibus organis”; gode del patrocinio della Diocesi di Adria Rovigo e della Provincia di Rovigo, la partnership del Comune di Rovigo e la preziosa collaborazione del Sindacato del Tempio La Rotonda.
Il programma musicale va ad esaltare tutte le potenzialità dell’organo della Rotonda; è un trionfo barocco di brani, anche poco noti, appositamente composti per organo e coevi all’opera numero 34 di Gaetano Callido (1727 – 1813), l’organaro più famoso della Scuola veneta, cui furono commissionati qualcosa come 430 organi a canne, disseminati per tutti i territori allora soggetti alla Repubblica di Venezia, e perfino nella Romagna e nelle Marche.
L’avvio è con l’organo solo in “Carillon o campane” di Dandrieu, organista e compositore francese, nel cui brano si sente la voce dello strumento che emula il suono delle campane. Seguono due arie di Händel in concerto col soprano solo (“He shall feed His flock” e “How beautiful are the feet”, entrambe dall’Oratorio “Il Messia”); e tre brani di Bach (“Schafe können sicher weiden“, dalla cantata Bwv 208; “Lass uns o hochster Gott”, dalla cantata Bwv 41; “Sinfonia” dalla cantata “Wir danke dir Gott”, Bwv 29, quest’ultima originariamente per organo ed orchestra è adattata appositamente per gli organi Callido). Da evidenziare la piacevole, soave e quasi mistica “Ave Maria” di Jonann Melchior Gletle (1626-1683), compositore svizzero semisconosciuto, che val davvero la pena di apprezzare. Ancora: Vivaldi (Concerto in La minoredalla “Stravaganza”, op. 4 Rv 357; Allegro – Grave – Allegro in una trascrizione per organo solo, da “Anne Dawson’s Book”, 1720). Sul rush finale, interessante e curioso, “Tantum ergo” di Giovanni Morandi(1777-1856). Questa è una chicca per musicofili: l’unico brano esistente in cui il testo sacro si sposa con lo stile operistico, composto per le sonorità specifiche degli organi Callido. Morandi infatti, che era marchigiano di Senigallia, componeva proprio avendo in mente gli organi del suo territorio, tutti di fattura Gaetano Callido di Venezia. E scrisse questo brano per la moglie, da lui educata al canto, che all’epoca divenne molto più famosa del marito, la soprano Rosa Morolli, spesso ingaggiata da Rossini per la prima delle sue opere. Il concerto termina con una meditativa “Salve Regina” in stile operistico di Giacomo Puccini, originariamente scritta per armonium ed ora apprezzata all’organo.
IL FESTIVAL ANTICHI ORGANI VI DA APPUNTAMENTO AL 2022