Un dialogo tra universi espressivi apparentemente agli opposti eppure così vicini nell’evocare mondi alla fine del mondo. Da un lato la potenza dei miti classici dell’antica Grecia di Piero De Angelis, e dall’altro il mistero di figure enigmatiche e quasi ultraterrene di Giorgio Russi. C’è infatti un profondo legame tra “Miti e Meteoriti”, la mostra di sculture e scultopitture curata da Lorena Gava che, al Festival della Cultura di Moriago, intreccia gli sguardi di due celebri artisti italiani, l’abruzzese De Angelis e il trevigiano di adozione Russi, per raccontare il fascino dell’irrazionale e del fantastico attraverso la magia dell’incarnazione plastica. E l’esposizione, per l’occasione, si “sdoppia” in due sedi, alla Galleria 900 di Palazzo Sarcinelli di Conegliano dal 1° aprile e alla Casa del Musichiere di Moriago dal 2 aprile, dove verrà inaugurata alle 11 nella sala Carlo Conte (entrambe fino al 25 aprile).
La mostra presenta una settantina di opere, 35 per autore, tra sculture, comprese terracotte, e sculture-dipinte realizzate dai due artisti che si misurano con materiali eterogenei e profondamente materici per dar vita ai loro universi. Il nucleo più consistente di lavori sarà ospitato nelle tre sale della Galleria 900 di Palazzo Sarcinelli a Conegliano, mentre la sala Conte della Casa del Musichiere, a Moriago, accoglierà un numero più ridotto di opere: in entrambe le sedi, tuttavia, sarà possibile entrare nell’immaginario artistico dei due protagonisti, “toccando” la loro visione poetica, osservando la forza dirompente del dialogo tra i loro mondi espressivi, scoprendone così vicinanze e antitesi.
IL MITO TRA IERI E OGGI
Piero De Angelis (nato in provincia di Ascoli Piceno nel 1949) realizza opere monumentali, alcune delle quali alte quasi due metri, di suggestiva bellezza: sono sculture “bi-tridimensionali” che vengono appese – rimandano più al rilievo che alla scultura a tutto tondo – e plasmano figure che dalla Grecia classica arrivano al presente in una personalissima esplorazione del mito classico che si contamina di elementi mitici del contemporaneo. Legno, terra, sabbia, vetroresine concorrono a celebrare la storia, a evocare il sentimento spiazzante di vicende che fanno parte della storia umana: rabbia, sete di vendetta, potere, vulnerabilità, amori infelici. Apollo, Dafne, Orfeo, Euridice, Medea, Ercole, Nausicaa e Icaro sono alcuni dei personaggi che De Angelis rivisita in un cortocircuito visivo e tattile che seduce lo sguardo del visitatore. Ecco Venere che assume le sembianze di un’icona pop, sorta di seducente Marylin osservata di spalle, coperta da un velo in balia del vento che le segna le forme, fermato soltanto dal gesto sensuale delle braccia. Oppure Orfeo e Euridice, commovente composizione in vetroresina su specchio blu e una luminosa foglia d’oro, dove la figura femminile sembra svanire ai lati dell’opera mentre il compagno resta ancorato a terra. Non manca un Apollo michelangiolesco, incorniciato da foglie dorate di alloro, che malinconicamente sembra gravitare in cielo, sospeso tra mondo materiale e immateriale. “Siamo di fronte a un naturalismo lirico – spiega la critica Lorena Gava nelle sue note – pervaso e scandito da suggestioni intime che regalano visioni cariche di fascino, allo stesso modo in cui le grandi sculture contaminano e riempiono gli animi di inattesi stupori”.
METEORITI: I MONDI AL LIMITE
Nato a Torino nel 1946, Giorgio Russi vive e lavora a Treviso, dove è anche stato preside del Liceo Artistico dal 1988 al 2011: da esordi saldamente legati a una dimensione onirica, attualmente la sua ricerca si è spostata sul tema archetipale del “meteorite” visto come metafora dell’origine del tutto, realizzando sculture in terracotta e scultopitture su tela, “meteoriti” di piccole e medie dimensioni tridimensionali La mostra propone una carrellata nella sua più recente produzione, a partire da uno dei lavori più potenti, “L’attimo prima della caduta di frammenti di meteoriti”, che sembra riassumere gli ultimi 40 anni di storia umana. L’opera rappresenta un paesaggio incantevole immerso in un’alba infuocata, dove il mare incontra cielo e terra. “Ma è davvero così? – osserva Gava – il titolo destabilizza, spezza la catena delle apparenze e conduce a uno scandalo percettivo. E’ l’immagine edenica dell’indizio, è l’aurora del mondo primo dello schianto, prima dell’irreparabile caduta di meteoriti”. Prima della fine. E di un nuovo inzio, forse. L’esposizione offre anche una serie di corpi solidi scuri, realizzati in terracotta: sono “figure” enigmatiche cariche di mistero, frammenti di un monolite di kubrickiana memoria ai quali fanno eco le tante scultopitture eseguite in acrilico, sabbia al quarzo e polvere di marmo. “Tutto conduce a scenari oltre l’umano – spiega la curatrice – a sequenze visive alienanti”, come i lavori più recenti, “Impronta 1” e “Impronta 2” che sembrano condensare le tracce di un tutto – la vita, l’uomo – spazzato via dopo l’azione violenta di una pioggia di asteroidi. Quasi a voler ribadire, ancora una volta, come il tempo divori e cancelli ogni presenza.
Ecco allora che “Miti e Meteoriti” sembra indicare un profondo legame nella comune forza e capacità scultorea dei due artisti di “suggerire potenti immaginari tesi tra rievocazione e invenzione, memoria e accidentalità – conclude la critica d’arte e direttrice artistica del Festival della Cultura di Moriago– e la mostra mette in luce la forza di due mondi estetici che, pur appellandosi ad assi culturali distanti e inconciliabili, condividono il medesimo fascino nella volontà di evocare l’irrazionale e il fantastico attraverso la magia dell’incarnazione plastica”.
I PROTAGONISTI: NOTE BIOGRAFICHE
PIERO DE ANGELIS: è nato in provincia di Ascoli Piceno nel 1949. Negli anni giovanili è vissuto principalmente a Bologna dove ha studiato e si è formato artistica-mente. Dal 1970 lavora nella provincia di Teramo, ove, dallo stesso anno, ha insegnato scultura al Liceo Artistico Statale fino al 2007. Nel primo decennio di attività artistica ha realizzato opere in ferro e cemento. Dal 1980 conduce ricerche sulle potenzialità espressive tridimensionali e materiche della vetroresina. Le sue opere propongono in un affascinante illusionismo teatrale richiami del passato e contemporaneità. Negli ultimi anni ha ampliato la sua produzione artistica con sculture in ceramica in cui vige la metafisica esaltazione della natura. Ha esposto in diverse mostre e rassegne in tutta Italia.
GIORGIO RUSSI: è nato a Torino nel 1946, vive e lavora a Treviso. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Pericle Fazzini. La sua prima mostra personale, allo Studio d’Arte Cesare Manzo di Pescara, è del 1982, anno in cui Enrico Crispolti lo segnala nel Catalogo Bolaffi dell’Arte Moderna Italiana, diventando poi, lungo gli anni Ottanta, il principale sostenitore del suo lavoro. Dal 1971 al 1988 ha insegnato scultura al Liceo Artistico di Teramo e dal 1988 al 2011 è Preside del Liceo Artistico Statale di Treviso. Da esordi saldamente legati a una dimensione onirica, attualmente la sua ricerca affronta il tema archetipale del “meteorite” come metafora dell’origine del tutto. Ha esposto in diverse mostre e rassegne in tutta Italia e all’estero.
MITI E METEORITI – PIERO DE ANGELIS E GIORGIO RUSSI
a cura di Lorena Gava
Galleria 9000 di Palazzo Sarcinelli – Conegliano – 1-25 aprile 2023 (orari: merc-giov-ven. 17-19.30; sab-dom: 10-12.30/ 15.30-19)
Sala Carlo Conte della Casa del Musichiere – Moriago della Battaglia – 2-25 aprile 2023 (orari: sab. 16-19; domenica e festivi 10-12/15-19)
Info: Info@moriagoracconta.it – tel. 0438.890834
In copertina : Icaro – DE ANGELIS