Trieste, 10 feb – Negare la realtà della storia significa calpestare la dignità di chi l’ha vissuta, soffrendo nel tempo un dramma reiterato dal colpevole silenzio. Se vogliamo celebrare il Giorno del Ricordo nella pienezza dei suoi
significati dobbiamo riconoscere che l’orribile capitolo delle Foibe e dell’Esodo da Istria, Fiume e Dalmazia è stato tenuto nascosto per troppo tempo agli italiani.
È il concetto evidenziato oggi a Trieste, a margine della solenne commemorazione del Giorno del Ricordo alla Foiba di Monrupino e al Sacrario della Foiba di Basovizza, dal presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, preannunciando che la ricorrenza sarà celebrata in apertura della seduta d’Aula di mercoledì 19 febbraio.
Da parte del presidente è quindi giunta la sottolineatura sulla doverosa necessità di fare luce in merito agli aspetti controversi della storia del nostro Paese, garantendo così il riconoscimento istituzionale e umano delle sofferenze inflitte a italiani immuni da ogni colpa se non quella di essere nati e di risiedere in Istria e Dalmazia.
Nel Giorno del Ricordo, ha inoltre evidenziato l’esponente del Consiglio regionale, viene rinnovata la memoria della tragedia delle Foibe e dell’Esodo ma, come previsto nella legge istitutiva, anche delle più complesse vicende del confine orientale.
La comune appartenenza all’Unione europea di Italia, Croazia e Slovenia va vista oggi come straordinaria opportunità per fare sì che le pagine tragiche della seconda metà del Novecento si convertano in consolidate relazioni tra popoli vicini che guardano ai valori della pace, del rispetto delle minoranze e della cooperazione.
La riflessione del presidente si è conclusa nel ribadire che soltanto in questo modo potrà essere ricordata la persecuzione e lo sradicamento patito da 350mila esuli, operando concretamente come Regione ed Associazioni giuliane per il consolidamento e la crescita delle decine di Comunità italiane che continuano a tener viva la nostra cultura, la nostra lingua e la civiltà millenaria dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia”.
ACON/GB/fc