SECONDA ORDINANZA DEL TRIBUNALE A FAVORE DELLA FEDERAZIONE FVG AICCRE NAZIONALE, L’ASSOCIAZIONE EUROPEA, CONGELATA DOPO IL RICORSO REGIONALE
Per la seconda volta in pochi mesi il già consigliere regionale Franco Brussa l’ha spuntata sul presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Al centro del contenzioso c’è la gestione interna di Aiccre, l’associazione di riferimento per gli enti locali in materia di contribuzione e di progettualità europea. Nel marzo del 2021 Bonaccini, in qualità di presidente nazionale, aveva convocato l’assemblea congressuale senza rispettare le norme dello statuto, escludendo centinaia di soci e impedendo un reale confronto con le federazioni locali. Il Friuli Venezia Giulia con Brussa e la Lombardia con Milena Bertani erano stati i primi a denunciare quello che suonava come “un colpo di spugna per azzerare il dibattito interno e stravolgere ruolo e competenze del sodalizio”. Dopo una prima ordinanza che sospendeva gli atti ma anche le nomine decretate nel corso di quel congresso nazionale, il Tribunale di Roma si è nuovamente espresso rigettando anche il reclamo d’appello proposto da Bonaccini. Ma vi è di più. Essendo trascorse inutilmente settimane dal provvedimento, l’avvocato difensore ha chiesto ai giudici di nominare un commissario ad acta che si sostituisca ai vertici nazionali e applichi la decisione dello scorso novembre. Pur a fronte di un ordine di congelamento di tutte le delibere assunte durante la seduta “incriminata”, compresa la nomina di organi statutari e responsabili interni, Aiccre continua infatti ad operare anche sul piano internazionale, impegna risorse finanziarie e firma progetti. Da Roma sono stati approvati persino i bilanci del sodalizio, contravvenendo allo stop cautelare del Tribunale. Di qui la nuova battaglia partita dalla federazione Fvg e sostenuta dai Comuni di Buttrio, Casarsa della Delizia, Cavasso Nuovo, Grado, Muggia, Ruda, San Canzian d’Isonzo e Staranzano. “Vizi formali radicali che ledono diritti di fondamentale rilevanza nella vita dell’associazione”, si legge nel provvedimento giudiziario che deve ora essere messo in pratica nella sostanza e non solo sulla carta. Se l’istanza di commissariamento della direzione centrale dovesse essere accolta, si aprirebbero le porte per un’ulteriore voce di confronto. Una delle domande avanzate ai giudici è di sanzionare pecuniariamente i componenti della direzione centrale per ogni atto assunto negli ultimi mesi pur sapendo di essere formalmente “congelati” e quindi privi del potere di rappresentanza.